Ferragni-Balocco, per il tribunale è pratica commerciale scorretta. «Sua posizione si aggrava e si potrà chiedere risarcimento»

Lo comunica il Codacons in una nota: «Accolto il nostro ricorso»

Ferragni-Balocco, per il tribunale è pratica commerciale scorretta. «Sua posizione si aggrava e si potrà chiedere risarcimento»
di Federica Zaniboni
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Martedì 23 Aprile 2024, 20:10 - Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 11:09

La nota campagna di beneficenza per la vendita dei pandori Balocco griffati Ferragni - che ha portato lo scorso gennaio all’apertura di un’indagine della Procura di Milano - è stata ritenuta a tutti gli effetti una «pratica scorretta». A dirlo stavolta è il Tribunale di Torino, che ha accolto il ricorso presentato dalle associazioni Codacons, Utenti dei servizi radiotelevisivi e Adusbef, accertando «l’ingannevolezza dei messaggi lanciati al pubblico». La notizia è stata resa nota ieri sera dallo stesso Codacons, che ha osservato come la sentenza emessa dal giudice della prima sezione civile torinese, Gabriella Ratti, sia «importantissima». Da un lato, infatti, «apre la strada ai risarcimenti in favore di tutti i consumatori che avevano acquistato il pandoro». Dall’altro, sottolinea l’associazione, «aggrava la posizione di Chiara Ferragni». Già, perché l’imprenditrice digitale più famosa di Italia è stata iscritta nel registro degli indagati ormai oltre tre mesi fa per il reato di truffa aggravata, in seguito a quello che lei stessa ha definito come «un errore di comunicazione». Oltre a lei, era stata indagata anche la presidente e amministratrice delegata del gruppo dolciario Alessandra Balocco.

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LA SENTENZA

La sentenza riconosce quindi una scorrettezza nell’azione dell’azienda con sede nel Cuneese e sostiene che i consumatori sono stati ingannati.

Per il giudice, nello specifico, «la pratica commerciale, oltre a essere contraria alla diligenza professionale, è stata quantomeno idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico, in relazione al prodotto, del consumatore medio». Il pandoro Pink Chrismas, lanciato in occasione del Natale 2022, era infatti stato venduto a un prezzo maggiorato, lasciando intendere «contrariamente al vero», che i ricavi sarebbero stati destinati all’ospedale Regina Margherita di Torino e, in particolare, all’acquisto di nuovi macchinari per i bambini malati. Come si legge anche nella sentenza, i messaggi della campagna di comunicazione «sono risultati idonei a fornire una rappresentazione scorretta dell’iniziativa benefica», anche perché la donazione alla struttura sanitaria era già stata fatta nel maggio precedente da parte della sola Balocco e ammontava ad appena 50mila euro. Il caso dei pandori, che si è poi allargato ad altre operazioni benefiche pubblicizzate sui suoi social dall’influencer, è esploso lo scorso dicembre, quando l’Antitrust ha inflitto una multa per un totale di 1 milione e 400mila euro - poi impugnata davanti al Tar - a due società di Chiara Ferragni e alla Balocco. L’imprenditrice digitale allora era stata investita da una vera e propria tempesta mediatica, che l’aveva portata a settimane di silenzio su Instagram e contemporaneamente a una fuga di massa di tutti i brand che avevano all’attivo collaborazioni con lei.

LE INDAGINI

Sotto alla lente del pm di Milano Eugenio Fusco, titolare del fascicolo sui pandori, in quel periodo sono finiti anche le uova di Pasqua Dolci Preziosi e la bambola Trudi, venduti a loro volta a scopo benefico secondo il «medesimo disegno criminoso». Oltre a lei e alla Balocco, sono stati indagati anche lo stretto collaboratore dell’influencer Fabio D’Amato e Franco Cannillo della Dolci Preziosi. Lo scorso febbraio, inoltre, i militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza si erano presentati con una richiesta di consegna di documenti nella sede milanese di Mondelez Italia, titolare del brand Oreo, con il quale Ferragni aveva avuto un’altra collaborazione. Per quest’ultimo caso, l’azienda aveva fatto sapere che nel loro accordo non era prevista alcuna beneficenza e che l’idea di fare delle donazioni in seguito all’emergenza Covid era stata della sola influencer. In contemporanea al lavoro della Procura milanese, nei mesi scorsi è poi arrivata la notizia della separazione dal marito Fedez, in merito alla quale proprio lui alcune settimane fa ha sciolto uno dei dubbi principali. Alla trasmissione “Belve” su Rai2, il rapper ha ammesso che il caso dei pandori ha influito nella crisi di coppia.

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