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Riaprono i primi Apple Store in Cina, ma con orario ridotto

Cinque Apple Store in Cina riapriranno, ma con orario ridotto. Lo ha annunciato Apple poche ore fa: a partire dal 14 febbraio i punti vendita cinesi, per ora solo quelli di Pechino, riapriranno le porte, chiuse a causa dell’allarme per il Coronavirus, che per l’OMS è la più grande minaccia per l’umanità, ma lo faranno con dei limiti d’orario. 

Mentre Foxconn smentisce le date di riapertura delle fabbriche in Cina e quindi non offre informazioni sulla ripresa della produzione di iPhone, sui siti di tutti e cinque gli store di Pechino è già presente l’indicazione della riapertura, a partire dal 14 febbraio, dalle 11 fino alle 18. Al momento non ci sono, però, altre indicazioni relative alla riapertura degli altri negozi di Apple nel Paese, complessivamente 40 punti vendita. 

La riapertura arriva quattro giorni in ritardo rispetto a quanto ci si aspettava: i negozi avrebbero dovuto aprire il 10 febbraio, ma in una nota Deidre O’Brien, responsabile retail di Apple, ha annunciato che non sarebbe accaduto. Come la maggior parte dei negozi in Cina, sono stati chiusi a causa della diffusione del Coronavirus. La pericolosità del virus e la rapidità della sua diffusione hanno richiesto un approccio più cauto per la riapertura delle attività commerciali e industriali. 

La chiusura degli Apple Store non è stata l’unica conseguenza della diffusione del Coronavirus per Apple. Le operazioni di produzione di iPhone da parte di Foxconn sono state ridotte drasticamente e Apple non ha ancora comunicato i tempi in cui tutto potrebbe tornare alla normalità. 

Febbre cinese per i nuovi iPhone 11: la nostra galleria da Apple Store Pechino
Un’immagine scattata all’interno di un Apple Store a Pechino

L’analista Ming Chi-Kuo ha previsto che la produzione di iPhone potrebbe subire un calo del 10 per cento in questo trimestre e ha rilevato ancora eccessiva incertezza per il prossimo trimestre.

Sebbene nelle scorse ore era emerso il piano di riapertura delle fabbriche Foxconn in Cina, con l’obiettivo di raggiungere il 50% della capacità produttiva entro fine febbraio per poi salire fino all’80% a marzo e poi a pieno regime entro aprile, Foxconn non solo smentisce il report, ma non offre nessuna tempistica alternativa e non annuncia alcun aggiornamento sullo stato attuale delle presenze di ritorno degli operai negli stabilimenti né sui livelli di produzione attuali.

Apple sta affrontando problematiche legate al coronavirus in Cina, con il principale assemblatore Foxconn che mantiene alcuni impianti chiusi, anche se in queste ore sembra che stia pian piano riaprendo le strutture, seppur con una forza lavoro limitata.

Tutte le notizie sul Coronavirus e su come sta impattando anche sul mondo hi-tech le trovate in questa sezione di Macitynet.it

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