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Apple deve pagare i dipendenti per il tempo speso nelle perquisizioni

La Corte Suprema della California ha stabilito che Apple deve pagare il tempo speso dai dipendenti a fine turno per l’obbligo delle perquisizioni di borse e zaini, operazione per evitare furto e rivendita di dispositivi Apple che può richiedere da un minimo di 5 minuti fino a un massimo di 20-30 minuti. La causa avviata da due ex dipendenti Apple Store risale al 2013 e nel 2015 è diventata una class action.

In precedenza la contestazione è stata respinta perché il giudice si era pronunciato a favore dell’argomentazione della multinazionale di Cupertino, secondo la quale i dipendenti erano liberi di non portare una borsa a lavoro, evitando così il processo di controllo e perquisizione.

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Ma gli ex dipendenti Apple non si sono arresi, presentando appello presso la corte suprema della California. La nuova sentenza ribalta la decisione precedente, interpretando la legge a favore della protezione del salario dei dipendenti, stabilendo che il personale rimane sotto il controllo di Apple anche mentre attende in fila per sottoporsi a controlli e perquisizioni quotidiani. Il tribunale inoltre boccia la tesi accolta in precedenza sulla libera scelta di portare o meno una borsa a lavoro.

«Nelle circostanze di questo caso e nelle realtà della vita ordinaria del 21° secolo, troviamo l’affermazione inverosimile e insostenibile di Apple secondo cui la sua politica di ricerca di borse può essere giustificata come un vantaggio per i suoi dipendenti» come rileva il giudice della Corte Suprema della California, riportata da Bloomberg.

Apple Aventura, inaugurato a Miami lo Store con un anfiteatro unicoViene anche contestata la tesi secondo cui i dipendenti non avevano bisogno di portare borse e zaini a lavoro, una restrizione definita «draconiana». «Dato che Apple richiede ai propri dipendenti di indossare abbigliamento con il marchio Apple durante il lavoro, ma li induce a rimuovere o coprire tale abbigliamento mentre si trovano all’esterno del negozio Apple, è ragionevole supporre che alcuni dipendenti porteranno la loro uniforme da lavoro o un cambio di vestiti in una borsa per conformarsi alla politica obbligatoria del codice di abbigliamento di Apple».

«Apple può adattare la sua politica di ricerca bagaglio nel modo più stretto o ampio che desidera e può ridurre al minimo il tempo necessario per le ricerche di uscita» si legge nella sentenza «Ma deve compensare quei dipendenti a cui si applica la politica per il tempo trascorso in attesa e sottoposti a queste ricerche». Apple non ha rilasciato commenti al riguardo: la sentenza è retroattiva anche se nel momento in cui scriviamo non risulta chiaro quanto la multinazionale di Cupertino debba pagare.

Tutti gli articoli di macitynet che parlano di Apple Store sono disponibili da questa pagina, invece per gli articoli che parlano di Apple si parte da qui.

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