al confine fra Namibia e Sudafrica. Il regista segue le battute di caccia e registra voci e riflessioni dei suoi protagonisti: sul senso dell’attività venatoria, sul rapporto con l’Africa, sull’economia, la vita e la morte. Lo stile diretto e preciso tipico di Seidl non risparmia allo spettatore i particolari del mondo che documenta, evidenziandone impietosamente le venature grottesche, in un racconto che diventa lucido e tragico. Safari è una narrazione senza censure della realtà. Ulrich Seidl è uno dei più importanti registi e documentaristi nel panorama cinematografico attuale: attivo dal 1980, ha girato poco più di venti film (ricordiamo il magnifico Canicola, unico distribuito in Italia) con uno stile rigorosissimo, riconoscibile e mai ripetitivo. Seidl agisce sulla realtà spiazzando chi cerca di definire il suo cinema: documentario e fiction si mescolano senza soluzione di continuità. Il distacco con cui vengono filmati i protagonisti – evidentemente ignari di risultare sullo schermo figure grottesche e bizzarre – va ben oltre un’intenzione puramente derisoria ed evidenzia invece il totale scollamento di senso che esiste fra l’aberrante attività che svolgono e la totale mancanza di capacità logico-analitiche per comprenderne l’irragionevolezza.” (Luigi Locatelli, novocinemalocatelli.com)
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