RRD: intervista al fondatore e proprietario Roberto Ricci

Come può ripartire il menswear dopo un anno come il 2020? Su L'Uomo di gennaio abbiamo intervistato le figure chiave di molte eccellenze del made in Italy, chiedendo loro di analizzare il passato, immaginare il futuro, raccontare progetti e aspettative. Il risultato è un caleidoscopio di iniziative, sperimentazioni, idee e, tutto sommato, un diffuso ottimismo per un rinascimento della moda

Roberto Ricci, come può ripartire il menswear dopo un anno come il 2020?
Tutto il business ha imparato qualcosa dal 2020. Il menswear troverà un suo modo di essere reinterpretato dalle aziende e, a caduta, dai consumatori. Andrà in direzione dell’innovazione, però portata sempre avanti in maniera corretta. Ripartire significherà proporre novità che siano, dal punto di vista della qualità, effettivamente apprezzabili. Nella qualità il menswear saprà esprimersi in maniera migliore. Il Covid ci ha insegnato che correre troppo porta verso il baratro, serviranno invece tempi normali per percorrere una strada sostenibile che conduca nel futuro.

Com’è cambiato il vostro modo di lavorare e progettare? Ci sono nuovi strumenti che non pensavate di utilizzare e ora invece sono parte del vostro quotidiano?
Non si è stravolto granché. Da tempo usiamo strumenti digitali per vedere le preview dei capi o esaminare le finiture particolari di un tessuto. È mutato forse il modo di comunicare, come tutti ci giostriamo tra incontri su Meet, Skype, WhatsApp. Ci troviamo tra di noi in maniera più semplice. E pure la presentazione delle collezioni in maniera virtuale aiuta, si ottiene comunque un ottimo risultato. Chiaro che non tutto può essere rimpiazzato, penso però che l’utilizzo di certi strumenti non si perderà.

Cosa pensate tornerà come prima nel vostro business e cosa invece non sarà mai più lo stesso?
I prodotti belli continueranno a vendersi meglio di quelli brutti. La qualità viene e verrà sempre apprezzata, il settore sa riconoscerla. Questo è un mondo in cui non si può improvvisare.

Cosa salverebbe di questi 12 mesi?
La necessità di affrontare il periodo di crisi mette a dura prova i rapporti. Consolida quelli importanti, li cementa, in parallelo disgrega i legami che non funzionano. È un modo per fare chiarezza. La routine finisce per suggerire di lasciar correre, il cambiamento diventa un momento di analisi, di bilanci, di svolte.