L'Astro Del Mattino
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04:05
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1. |
Samsara
04:36
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Dimmi chi sei? ti sento nel buio!
Una voce, forse la tua
Perché vedo una luce in mezzo a questo nero?
Perché stai per esistere nuovamente, come hai sempre fatto, come sempre farai
Come posso fermare tutto questo?
La Fine non esiste, c'è solo il Karma, l'universo non esiste c'è solo il Saṃsāra
Ferma questo dolore ora!
L'unico modo per non sentire dolore è non desiderare che il dolore cessi
annulla te stesso, smetti di desiderare, perditi e unisciti al tutto
L'unica scelta dunque è che non ho scelta? diventare tutto, diventando niente... E allora sia il dolore!
sia un'altra vita! Sia un altro racconto! Purché sia io a scriverlo
Non vuoi dunque I'Illuminazione!?
NO! Voglio essere ciò che sono, il tutto non mi interessa, sia mia la narrazione!
Non cerco perfezione! Voglio solo superare me stesso, coi miei limiti ed imperfezioni!
Allora sei perduto!
No! Sarò il narratore!
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2. |
L'Astro Del Mattino
04:05
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Brilla l'aurora esplosioni di luce
Censurando il buio e la sua quiete
Stato di stasi soffuso e plurale
Con tutte le stelle che posso ammirare
Fioca è la luna, un occhio leggero
Invidia la stella che brucia più forte
Ad est il tiranno deflagra orizzonti
Estingue quel buio che illumina tutti
Luce che bruci più forte nel nero
Il sole ed il giorno, il tuo inferno più scuro
Quel sole demiurgo creatore imperfetto
Getta nel vuoto il suo oppositore
Generatrice di dubbi
Brilla tra mille luci
Venere come nuovo sole
Insieme a milioni di altri
L'ombra si contraddice
Nell'ombra nasce l'ignoto
La luce nasconde le stelle
Impone il celeste potere
Ma il portatore di luce
Vi impresse contro il volere
Ma nell'ultimo squarcio di notte
l'ultima stella che brilla...
E' quella l'Oppositore!
Ad ogni alba tu risorgerai!
Ad ogni alba tu ti opporrai!
Contro ogni dogma tu ti schiererai!
La notte perpetua tu ci porterai!
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3. |
In Principio Era Tiāmat
02:41
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Tu e il serpente nel principio di ogni cosa
acque dolci e salate si mischiano nel cielo
l'inizio, il principio
Tu esisti da sempre, il drago, il caos, la madre
l'oceano in te e tu nell'oceano due correnti opposte
nel marasma abissale....la forma più pura
il tuo ordine è contro natura!
Tiāmat! Madre! creò senza un perché
l'alto a voi, gli abissi per me
la tua progenie si è presto corrotta
Apsu tradito e ucciso dai figli
le acque più dolci riposano in basso
il sopra ed il sotto così separati
si accresce il divario tra Tiāmat e il resto
quel caos che rendeva tutti più uguali
piano si annulla e ora siamo divisi
ma il drago dal basso grida di dolore!
Ea e il figlio Marduk rinnegarono l'origine
su una menzogna costruirono il potere
li caos è nemico lo schema è il modello
ciò che era buio oggi risplenderà
il potere non basta alla nuova progenie
ciò che era prima deve essere estinto
Marduk si arma di rete e di frecce Tiāmat la madre oggi morirà
Tiāmat! Madre! Uccisa senza pietà
la sua vendetta: tutto al caos tornerà
la madre colpita dalla freccia che diede origine al tutto
sia la testa di Tiāmat il cielo sia il suo corpo il fondale marino
gli occhi piansero i fiumi dentro i quali si trova la terra la terra degli uomini
sarà anche morto il drago ma l'entropia resta il suo retaggio
Tiāmat! Madre! sei qui con noi
La tua legge: Fai ciò che vuoi!
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4. |
Divorati Dal Tempo
02:12
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l’abbraccio tra cielo e terra
generò lo scorrere dei momenti
generò mostri orrendi
che il tempo dischiuse dal grembo
dello sperma privasti tuo padre
la corona e il potere del cielo
il dominio del tempo si espanse
avvolgendo tutta la terra
Rea come sposa e sorella
nuove vite dalla stirpe di Crono
tempo crudele con sé stesso
anche il fuoco più grande si spegne
nulla arde in eterno ed il tempo
è un concetto che conosce bene
ma io voglio regnare per sempre
ed inghiottirò la mia progenie
il tempo ha sconfitto se stesso
però un figlio è sopravvissuto
un erede sradicato
dal grembo materno
immolato sull’altare
per volere di suo padre
l’inganno di un tempo
che non può mutare
l’abitudine e la stasi
senza nulla di diverso
fu così che il tempo
ingannò se stesso
credendo di spezzare
questa ciclicità
senza il cambiamento
anche il tempo è irrilevante
per noi che siamo vivi
è la sola verità
il tempo subirà la sorte
che prima fu di suo padre
gli olimpi segnarono il tempo
vomitati i figli inghiottiti
l’erede armato del tuono
ha spezzato le vostre catene
ma instaurando il nuovo potere
così il tempo ripete se stesso
muta – cambia – e torna
sempre uguale
tempo – lascia – morte
è il suo variare
non si – ferma -scorre
senza finire
tutto – ciò che - cambia
resterà immutato
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5. |
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la fine infondo è un lusso per chi può morire
come se il dolore potesse non avere mai fine
per quella scintilla che ci ha insegnato a gioire
il fuoco del ricordo che spinge ogni nostro agire
potere e forza piegarono la testa - al titano
che la luce non sia di conforto - allo schiavo
è impossibile spegnere un fuoco - che è divampato
la differenza tra noi e loro - hai cancellato
nessuna pietà
per chi ha donato
all'uomo che era schiavo
la sua dignità
il fuoco e la memoria
capire e ricordare
simile agli dei
l'uomo renderà
il potere dell'olimpo
che giunge dall'alto
come quel rapace
che ti divorerà
spargerà il tuo sangue
divora le interiora
ogni giorno la tua pena
ricomincerà
condannato a un ciclo di dolore
infinito per chi vive in eterno
ogni vita in te si ripete
perchè rivivi ogni giorno l'inferno
il tuo fuoco ancora ci illumina
nonostante un ricordo amaro
e se ripensiamo a Prometeo
mai un dio fu tanto umano
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6. |
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Generato da scorie di male
Izanagi dell’ombra si liberò
Vento e tempesta tu porti per noi
Spirito ribelle nessuno può domarti
Vegli sul mare
Fedele a te stesso
Lottare e vagare
I tuoi soli scopi
Sfidasti il sole
Amaterasu raccolse
Vincente e ingannato
Da chi ti era sorella
Anche il sole trema
Portasti la notte
Fuggi sole vigliacco
Abbandona tutta la terra
Susanoo bandito dai Kami
Per aver chiesto giustizia
Luce vanesia ed ingiusta
Luce solo al tuo volere
Il buio ci rende fratelli
Che uragano e tempesta
Siano la forza con cui ti combattiamo
Scendesti in terra
Durante il tuo esilio
Trovasti asilo
Vicino agli uomini
I Kami tuoi pari
Ti gettarono al suolo
Senza riscatto
Senza una colpa
Trovasti riparo tra l’uomo
Uccidendo il drago Orochi
Sfidando ancora i Kami
Le otto teste hai decapitato
Come il vento che soffia contrario
Tu hai scelto la tua natura
Non importa come ti generasti
Importa solo la scelta che prendi
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7. |
Il Quinto Sole
02:50
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Quattro mondi e quattro soli, ciò che fu prima di noi
quattro dei dominatori, nel cielo eterno fino a noi
dopo la fine fu il principio, il quinto sole nascerà
Ciclo infinito di morte e creazione
l'annientamento pone l'inizio della vita
scorda la luce degli astri nel vuoto
sacrificheremo uno di noi e poi tutto da capo
Lo specchio di fumo che porta il sapere
insieme alla serpe ed il soffio vitale
si perpetua la causa sterile creazione
un gioco perverso tra divinità
il sole splenderà in alto
se un dio brucerà tra le fiamme
infettati dal suo sacrificio
auspichiamo la quiete del buio
Questa è la storia che narrano all'uomo
ed il sacrificio si ripeterà
ieri un dio oggi chi è solo carne
o in ciclo del sole non riprenderà
Il nucleo pulsante nel fuoco
e il potere sarà mantenuto
il terrore sarà arma immortale
per esigere ogni tributo
Muore il ricordo divora ciò che so
per una menzogna mi sacrificherò
muore il sapere di fronte agli dei
per compiacerli il mio cuore offrirei
Dopo la fine fu il principio
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8. |
L'Ariete E L'Argilla
02:19
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Nessuno vide con i suoi occhi
l'inizio indistinto, quei giorni, il principio
Nessuno sentì sulla sua pelle
le nude mani plasmar la materia
Nessuno domanda il vero motivo
di questa condanna che noi non capiamo
L'uomo inadatto creatura incompleta
ignora il motivo della sua esistenza
Senza uno scopo non puoi respirare!
Senza uno scopo non puoi respirare!
Sei argilla plasmata lo devi accettare!
Khnum il vasaio le corna d'ariete
creò lo schiavo
Con l'acqua, l'argilla, il sangue ed il fiato
inscrisse il suo fato
I figli di Ra non faticano più
l'essere d'argilla offrirà il suo sudore
L'uomo fatica stremato e poi muore
potranno dominare sopra il nostro dolore
L'essenza di un dio in un corpo imperfetto
senza il sapere
Un corpo fragile e una mente ristretta
deve solo eseguire
Sangue, terra, fiato
Tre semplici elementi che raccolgono quello che siamo
Quello che siamo
Servire i creatori è il destino umano
Sangue, terra, fiato
Il mio presente che teme il passato
Ci raccontano da sempre
con i miti e le leggende
che l'uomo nasce schiavo
un colpevole, un debitore
non ha coscienza è solo argilla
fatica e dolore sono il suo destino
Finti creatori e antichi vasai
sono colore che rinnegherai
Sarò anche argilla ma posso pensare
a ciò che è stabilito non mi posso piegare
chi controlla il racconto ha controllo su tutto
il destino lo scelgo non mi piegherai!
Il destino lo scelgo non mi piegherai!
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9. |
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La tua volontà
spazzata via dalla pioggia
La tua libertà
non ti è mai appartenuta
La tua umanità
è un destino da servo
e ora... Affoga!
L'abisso li creò dal fango
terra e sangue li componeva
servi del cielo per loro natura
funzionali e deformi, imperfezione!
Creature spaesate ed incomplete
gridano al cielo il loro dolore
Enlil rispose dall'alto suo trono
"L'acqua di vita darà l'estinzione!"
Cadi pioggia (Cadi)
come noi (Cadiamo noi)
Non c'è scelta (Nati)
per servire
Fragile creatura svolto il tuo scopo a cosa servi?
Debole creatura gettata nell'abisso a cui appartieni
Fragile creatura svolto il tuo scopo a cosa servi?
Debole creatura gettata nell'abisso a cui appartieni
Cade dall'alto il volere di altri
come quell'acqua che bagna la pelle
Sogni e desideri restano infranti
tristi e distanti come le stelle
Senza più vita solo dei corpi
per natura destinati a morte
maledicendo i creatori orbi
Servire e morire: questa è la sorte
Vaga l'Arca (Vive)
ed il saggio (Chi è saggio vivrà)
per soffrire (Vive)
per servire
Fragile creatura svolto il tuo scopo a cosa servi?
Debole creatura gettata nell'abisso a cui appartieni
Un'altra tortura, respirare non è abbastanza?
Continua ad annegare, puoi scordarti la speranza!
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10. |
La Torre Di Nimrod
03:14
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Dopo la pioggia rimasero in pochi
Ricostruiamo questo mondo da soli
Le pietre, il fango e le nostre mani
Costruiamo da capo, costruiamo il domani
Il figlio del Saggio oggi grida vendetta
“Erigiamo una torre! Costruiamola in fretta!”
Il falso creatore non potrà fermare
La mente di Nimrod e ciò che può inventare
Non può chi ci ha fatto annegare
Tornare di nuovo a regnare
Con me chi è sopravvissuto
Splenda e torni al suo posto di fianco agli dei!
Non temi, signore dei molti
Perché il tuo trono è lontano
Guarda la grandezza di Adamo
Che con la sola volontà dal fango giunge a te!
Figli! Costruiamo la torre
Fissate negli occhi il tiranno
Avanti! Riprendiamoci il cielo
Al riparo dalle acque al posto che ci spetta!
JAHWE’
Rinnego il tuo nome, mi voglio salvare
JAHWE’
Tu falso signore e tiranno amorale
JAHWE’
Con questa mia torre ti posso guardare
JAHWE’
Nimrod il ribelle ti vuole sfidare
Colui che sta più in alto teme chi sta in basso
Con tutte le sue forze la sua ascesa fermerà
La forza della mente si esprime nel fonema
E proprio nella voce il dio del cielo colpirà
La sola volontà senza comunicazione
Dispersi in mezzo al fango senza scopo lascerà
La stirpe dell’uomo, i figli di Nimrod
Dispersi e solitari, persi per l’eternità
Bālal
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11. |
Tages
04:13
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Figlio della grande madre
Fratello di suolo dei viventi
Canta, o aedo dell’ade
L’Acheronte ci inghiotte ma tu ascendi
Dal campo di Tarchun levasti te stesso
Nato dalla terra come un seme
Neonato anziano la tua parola istruisce i sapienti
Come la falena un solo giorno respiri
Per poi tornare a Tinia nell’Eliso
Come la saggezza vivi un giorno solo
Come la sapienza vivi un giorno solo
Come la falena vivi un giorno solo
Come la speranza vivi un giorno solo
Neonato anziano la tua parola istruisce i mortali
L’Acheronte è la meta, siamo solo ombra
Viviamo un giorno solo
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12. |
Il Traghettatore
03:02
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"Guai a voi, anime prave!
Non isperate mai veder lo cielo:
i' vengo per menarvi a l'altra riva
ne le tenebre eterne, in caldo e 'n gelo”
varcata è la soglia tra l’essere e il nulla
porta con te quanto hai accumulato
paga quell’uomo che si erge davanti
paga la fine con le tue tre monete
da vivo o da morto che cos’è cambiato?
A che serve ad un morto tutto il suo oro?
La mente è già schiava delle convenzioni
La sua vita misera plasma l’aldilà
Morte materiale fine dell’esistente
Destino che accomuna, nostra fragilità
Pensiero dell’uomo non domina la morte
L’immaginazione ne traccerà una via
Una storia familiare e rassicurante
L’inferno della vita non si fermerà
Paga la mano fredda
Del traghettatore
In vita come in morte
Paga quella mano
Che ti donerà l’inferno
Paga la stessa mano che ti condurrà nel nulla!
Caronte lo Stige ci fai attraversare
Perché la pena non può terminare
Non rinnego la vita, un vanto ogni vizio
Quell’oro già in vita fu il mio supplizio
Conducimi all’Ade in ogni suo posto
Ma non vedrei niente che già non conosco
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13. |
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Inverni si susseguono in continuità
Skǫll e Hati spensero gli astri
sole e luna tra le loro fauci
sismi e venti scuotono le radici
del cosmo, come un albero morente
le potenze si schierano e scontrano
in un annientamento reciproco
ultimo atto restante... le fiamme
dunque è finita così?
gli dei son caduti e l'uomo è ancora servo
Adamo è servo di chi?
degli altri suoi simili e dei suoi valori
non ha importanza perché
infondo il racconto è sempre lo stesso
ed ora arrivati fin qui
posso rivelarvi che era solo una storia
crolla questo mondo
con le sue convenzioni
dal suo ventre stuprato
rinascerà di nuovo
ma sarà sempre uguale
e senza alcun sollievo
il futuro resta tenebra
così come il passato
la scelta spezza il ciclo
ma l'uomo ne è incapace
schiavo di se stesso
schiavo di nessuno
annega in un presente
che ritorna eternamente
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14. |
Limbo
01:58
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Dove sei?
Sento solo la mia voce, forse come prima!
Cosa succede alla fine del racconto?
Cosa rimane per me? Vedo ancora buio intorno!
mi sembra di poter toccare il nero
divorato dal niente circostante
Dimmi come chiami tutto questo?
Karma, Destino, Fede, Dannazione, Redenzione
Illuminazione.... a cosa serve?
La mia esistenza si consuma e si ripete
condannato a ripetere tutto ancora
a vivere vite tutte uguali
la mia pena non ha catene, solo solitudine
E guardo ancora dalla finestra
è come la città di notte, i suoi lampioni gialli
esistenze si mischiano in mezzo a una strada spenta
cosa resta nella mente? Come abbiamo immaginato l'inferno?
La stasi! l'oscurità che non si muove!
Sapere di non avanzare mai di un passo
Rivivere ogni giorno, sempre uguale, all'infinito
è qui che la morte diventa una speranza
quando speri nella fine di un dolore che non può finire
concepire significa soffrire
invoco la fine
è forse la fine?
non ho mai sperato così tanto
forse sarò libero, libero di spegnermi
libero di perdermi
libero dal limbo, libero da tutto questo
Oppure scriverò un'altra storia...
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