Living

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N. 7/8

2016

costa azzurra Nigel coates: il Mio rifugio iN toscaNa arte e architet tura da vivere

Un quadro di Bosch, la casa del Trono di Spade, neo–Versailles w w w.living.CORRiERE.iT

Il 5 luglio con il Corriere della Sera 2€ (Corriere della Sera € 1,50 + Living € 0,50). Non vendibile separatamente – ISSN 2499-4812(OnLine)

L’ultima spiaggia del 900 si inventa il futuro

Messico e Nuvole

Pareti di vetro, arredi su disegno e tanta luce. Nel deserto liberi di oziare


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editoriale

— Francesca �aroni francescataroni.living@rcs.it

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6 se t tembre con il nuovo numero, nel frattempo, continuate a seguirci ogni giorno su living.corriere.it

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A.D. GraphX / Ph. Tommaso Sartori

Atelier Kerakoll Design House_Studio > via Solferino, 16 Milano


sommario

Luglio Agosto 2016 editoriale 15 Contributors 22

2 SULL’ONDA a Casa Di

1 ANTEPRIMA Mostre, anniversari, festival, opening, libri, appuntamenti, moda, oggetti curiosi. Una selezione delle novità dell’estate

nigel coateS Architetto, designer e accademico si divide tra Londra e il podere con vista sulle Crete Senesi. Un laboratorio creativo in progress dove Coates ‘gioca’ con l’arredo Lia Ferrari 50

interiors

tenDenZe

ritmo latino Mobili materici – lacche, intrecci, midollino – si fanno spazio tra intonaci verde salvia, cemento, azulejos, arazzi, tappeti e tessuti dai pattern fantasia, all’insegna di una esuberanza tutta tropicale Alessandra Salaris

Sotto il Sole La cuffia waterproof e la chaise longue effetto 3D in trina metallica, l’ombrellone di rafia e la pochette in midollino. Ecco i must have di stagione Benedetto Marzullo 77

58 monDoVisione Cubo panoramiCo

Second life Lei direttore di museo, lui docente di design in North Carolina: andati in pensione i coniugi Lowrey si trasferiscono nel deserto del Messico, in una architettura ‘trasparente’ di vetro e cemento Michele Falcone

mete intelligenti Quattordici indirizzi in giro per il mondo, nel segno di arte, architettura e design. Dalle scenografie acquatiche di Olafur Eliasson a Versailles al nuovo museo di Vigevano dedicato a Leonardo Elisabetta Colombo 81

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27 Zoom FestiVaL

Al via la 47esima edizione di Les Rencontres d’Arles. La visionaria kermesse dedicata alla fotografia dal 4 luglio al 25 settembre Susanna Legrenzi 37

IN COPERTINA Nel deserto messicano di Los Senderos un’architettura dai volumi puri. Foto Mattehew Williams


soMMario

dEsign projECt

occupazione d’artista Nina Yashar di Nilufar entra in una casa vuota e ci porta i pezzi della sua galleria. In mostra (e in vendita) gli arredi culto dei maestri del 900 e le novità dei talenti italiani di oggi. Accade a Londra: Mayfair Paola Menaldo 88

3 ALBUM

MusEi

Essaouira

La tate raddoppia Il polo londinese amplia lo spazio espositivo con un nuovo edificio che si aggiunge al complesso dell’ex centrale elettrica. Al progetto gli svizzeri Herzog & de Meuron Elisabetta Colombo

La fortezza neL deserto In Marocco, le stelle dell’interior francese Studio KO progettano un’architettura contemporanea realizzata con i muri a secco della tradizione. Dentro, i (pochi) mobili su disegno sono fatti a mano da artigiani locali. Tutto il resto arriva dal souk di Marrakech Ana Cardinale

103 dEsign tour

costa azzurra La Riviera francese riscopre il suo fermento creativo. E accanto alle ville di Eileen Gray e Le Corbusier fioriscono festival, residenze d’artista e ristoranti firmati dai guru dello stile Annalisa Rosso 109

122 ibiza

finca gLocaL Nell’entroterra della Isla Blanca, il nido di una coppia francese dallo spirito libero. «Compriamo ciò che ci piace: tanto vintage e pezzi con una storia», spiegano Roze e Pierre, che la abitano quasi tutto l’anno Luigina Bolis 132

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roquEbrunE-Cap-Martin

L anzarotE

ViLLa Quieta Nel villaggio-rifugio dei maestri modernisti, la residenza d’artista della gallerista Céline Marcato. Che ama il ‘genius loci’, ma vive circondata dal contemporaneo Annalisa Rosso

suLLe orme di manriQue La casa, la fondazione, le architetture e i parchi botanici dell’artista che ha fatto della ‘sua’ isola nelle Canarie un’opera d’arte totale Lia Ferrari

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SOMMARIO

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VETRINA SPECIALE SISTEMI NOT TE

Il contenere è sempre più personalizzato, per un ordine su misura. Le tendenze ce le raccontano il designer belga Vincent Van Duysen e l’ad di Rimadesio, Davide Malberti A cura di Barbara Gerosa e Benedetto Marzullo

Tutte le novità su porte e finestre d’arredo. Scorrevoli, a scomparsa, filo muro, a specchio. L’obiettivo: mimetizzarsi nelle pareti. Con naturalezza A cura di Barbara Gerosa e Benedetto Marzullo

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SUL WEB

CONTENUTI ESCLUSIVI SU

LIVING.CORRIERE.IT

FOCUS SERRAMENTI

DESTINAZIONE COSTA AZZURRA Viaggia insieme a noi nella Riviera francese. Sfoglia la gallery completa con gli indirizzi del momento, e inviaci la foto della ‘tua’ Côte d’Azur su Instagram o via mail. Le immagini più convincenti saranno pubblicate sul magazine e online. Nella sezione CIT Y GUIDE

MIX & MATCH D’AUTORE A LONDRA A Mayfair tutto è in vendita: i pezzi rari di design del 900 e le limited edition che lo arredano. Scopri l’intero progetto di Galleria Nilufar. Nella sezione

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STANZE IN STILE MESSICANO Segui i consigli della stylist Alessandra Salaris, che spiega come decorare ‘tropical’ ispirandosi a Casa Azul, l’abitazione della pittrice messicana Frida Kahlo. Nella sezione VIDEO ACQUISTA L A DIGITAL EDITION

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Contributors

Ti presenti? Sono una giornalista nomade: divido la mia vita tra Parigi e l’Argentina, dove sono nata e trascorro i mesi invernali. Da freelance collaboro per le maggiori riviste d’interni, design e architettura internazionali. Attualmente sto scrivendo un libro di interiors con il fotografo Matthieu Salvaing. Già pubblicato per Taschen il volume Living in Argentina. Ti assomiglia lo spazio dove vivi? Si tratta di un luogo informale: un rifugio degli affetti molto personale, dove convivono mobili d’autore, fotografie, tutto ciò che è espressione della mia creatività più tanti piccoli oggetti che mi sono cari. Mi piace pensare che sia un luogo che suscita emozione e curiosità. Il difetto? Forse è un po’ troppo ordinato. Pareti vuote o piene? Bianche. Mi piace che i quadri siano le finestre, aperte sul panorama di Parigi. L’appartamento è un’architettura degli Anni 40 con grandi vetrate e una vista a 360 gradi. Casa immobile o dinamica? Dinamica. Potrei dire che è in costante evoluzione. Qual è la stanza che preferisci? Il balcone con le mie piante: una grande collezione di cactus che si sono adattati al clima parigino. Qualcosa da modificare? Per ora niente, sono stanca di pensare a cosa dovrei cambiare e a ciò che si dovrebbe fare. Vivo la mia casa con disinvoltura, imperfezioni comprese. C’è una casa dei sogni? Quella che ancora non ho. Che rapporto hai con il design? Lo vivo nel quotidiano ma non mi piace il total look. L’oggetto da cui non ti staccheresti mai. La mia collezione di stoviglie, una raccolta di epoche e stili eterogenei. Adoro apparecchiare la tavola.

— ana Cardinale Giornalista Maggiolo, Argentina 1967

—»servizio a pag. 122

anaCardinaLe.Com

- Matthew Williams

- Jeremy Callaghan

- Mel Yates

FotoGraFo

Giornalista

FotoGraFo

Auckland, 1972 -» servizio a pag. 69

Papua, Nuova Guinea, 1967 -» servizio a pag. 132

Londra, 1961 -» servizio a pag. 88

Vengo dalla Nuova Zelanda: la semplice luce pulita e i paesaggi mozzafiato di questa terra hanno influenzato il mio lavoro. Attualmente vivo con mia moglie e nostra figlia in un loft a Brooklyn, con vista sulla Statua della Libertà. Divido il mio tempo tra il lavoro per le migliori riviste e marchi internazionali, e la cura della mia bimba. L’ultimo progetto è un libro sui giardini USA, in collaborazione con gardenista.com. Sarà pubblicato da Artisan quest’anno.

Nato in Oceania sulle pendici di un vulcano, mi sono trasferito in Australia per studiare teatro e comunicazione. Da attore ho lavorato con Ryan Gosling, rifiutato un ruolo in Mission Impossible e flirtato con Sharon Stone. Poi il vulcano a Papua ha eruttato e i miei documenti di nascita sono andati in fumo. Amministrativamente ero morto. Ne ho approfittato per cambiare vita: oggi abito in Bretagna, a sud del Golfo di Morbihan, con mia moglie e due figli. E mi sono reinventato giornalista.

Ho studiato product design alla Central St. Martins e lì ho scoperto la mia passione per la fotografia. Gli incarichi spaziano dai ritratti dei Vip di Hollywood (Gwyneth Paltrow, Keira Knightley, Kevin Spacey) agli scatti per i magazine di design. Pubblicherò il prossimo ottobre il mio terzo libro con l’interior designer Kelly Hoppen. Sono anche videomaker e viaggio molto per lavoro: Hong Kong, New York, Mumbai, le Maldive. Poi torno a Londra da mia moglie e dai nostri tre figli.

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Milano, Grattacielo Pirelli, ore 17.00

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Mensile distribuito con il

Direttore Responsabile LUcIano Fontana Vicedirettore vicario Barbara Stefanelli Vicedirettori Daniele Manca Venanzio Postiglione Gianpaolo tucci antonio Polito (Roma) LIVInG è pubblicato da RcS MediaGroup S.p.a. Web and Events Coordinator Stefania Penzo Brand Manager Susanna nobili Advertising Manager connie chiaro Digital Advertising Manager andrea Schiavon

Direttore Responsabile francesca taroni

Art Direction Studio Blanco Caporedattori Fabrizio Sarpi Benedetto Marzullo Produzione Capiservizio Mara Bottini Design e Attualità Barbara Gerosa Produzione Redazione Daria Pandolfi Styling e Produzione Luigina Bolis Design e Attualità (collaboratore) Elisabetta Colombo Design e Attualità (collaboratore) Digital Producer Consultant Chiara Rostoni Web Paola Menaldo Michele Falcone (collaboratore) Alessandro Mussolini (collaboratore) Luca Trombetta (collaboratore) Grafici Monica Panitti (caporedattore) Luisa Pizzeghella (caporedattore) Cristiano Di Giovanni Barbara Rigamonti Segreteria di Redazione Sabrina Monzardo Progetto Grafico Studio Blanco Hanno collaborato Lea Anouchinsky, Iwan Baan, Filippo Bamberghi, Beppe Brancato, Jeremy Callaghan, Ana Cardinale, Micol Cerani, Yann Deret, Lia Ferrari, Hugo Glendinning, Marco Guastalla, Tim Gutt, Clementine Keith-Roach, Alessandra Laudati, Gaelle Le Boulicaut, Susanna Legrenzi, Mai-Mascioni associati international, Marloes Mandaat, Photofoyer, Elena Poloni, Martina Repetto, Annalisa Rosso, Luca Rotondo, Alessandra Salaris, Omar Sartor, Alessandra Toninelli, Matthew Williams, Mel Yates Redazione Via Rizzoli 8, 20132 Milano tel. +39/0225843400 redazione.living@rcs.it www.living.corriere.it

International Editions Maria Francesca Sereni mariafrancesca.sereni@rcs.it Content Syndacation press@rcs.it Ufficio Tecnico allen Michi Stampa G. canale&c S.p.a. via Liguria 24, Borgaro torinese (torino) RcS Mediagroup S.p.a. proprietario ed editore Abbonamenti Italia Per informazioni: telefonare allo 0263798520; scrivere a: RcS MediaGroup S.p.a. Servizio abbonamenti, via angelo Rizzoli 8 - 20132 Milano; inviare un fax allo 0225844214; inviare una e-mail a: abbonamenti@rcs.it o consultare il sito www.abbonamenti.it/offertaliving. Il servizio è aperto da lunedì a venerdì con orario continuato dalle 7 alle 18.30. L’abbonamento andrà in corso dal primo numero raggiungibile e può avere inizio in qualsiasi periodo dell’anno. L’acquisto in abbonamento è previsto solo per l’Italia. Il cambio d’indirizzo è gratuito, informi almeno 30 giorni prima precisando cognome, nome, indirizzo completo. Abbonamenti estero/Worldwide subscribers Sass srl, via Portuense 1555 00148 Ponte Galeria (RM) Italia; tel. +39/0665000808 fax +39/0665000367 subscriptions@sassmags.com www.sassmags.com Living “ISSn 2283-3500” (USPS nUMBER PEnDInG) is published 10 issues per year for Euro 120,00 by RcS Mediagroup S.p.a., Via Rizzoli 8 20132 Milano, Italia and distributed in the USa by Speedimpex USa, Inc. 30-10 Review ave - Long Island city, nY 11101. Periodicals postage paid at Long Island city, nY. PoStMaStER: send address changes to: Living c/o Speedimpex USa, Inc. 3010 Review ave, Long Island city, nY 11101 Estratti Per ogni articolo è possibile richiedere la stampa di un quantitativo minimo di 500 estratti a: tel. 0225843574 e-mail: redazione.living@rcs.it Arretrati Richiedeteli al vostro edicolante oppure a corena S.r.l e-mail info@servizi360.it, fax 02 – 91089309 – iban It 45 a 03069 33521

600100330455. Il costo è pari al doppio del prezzo di copertina. Qualora invece venga richiesta una rivista con un allegato (cD, DVD, un libro, un gadget), il costo sarà pari al prezzo di copertina maggiorato di 2 euro per costi di spedizione. L’importo deve essere inviato anticipatamente, tramite bollettino di c/c postale n. 36248201. La disponibilità delle copie arretrate è limitata, salvo esaurimento scorte, agli ultimi 12 mesi. Distribuzione per l’Italia e per l’estero M-dis Distribuzione Media S.p.a. via cazzaniga, 19 - 20132 Milano tel. +39/0225821 fax +39/0225825302 e-mail: info-service@m-dis.it Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento Postale - D.l. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, Dcb Milano. “Filiale di Milano” Registrazione al tribunale di Milano n° 299 del 30 settembre 2013. La riproduzione intera o parziale di testi o fotografie è vietata: diritti riservati in tutto il mondo. I prodotti segnalati su Living sono una libera scelta redazionale. I testi e le fotografie inviati alla redazione non vengono restituiti anche se non pubblicati. L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione, scrivendo a: RcS Mediagroup S.p.a. servizio abbonamenti casella postale 88, 20064 Gorgonzola (Mi). Le informazioni custodite nell’archivio elettronico di RcS MediaGroup S.p.a. verranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati vantaggiose proposte commerciali (D.Lgs. n. 196/2003 tutela dei dati personali). Concessionaria esclusiva per la pubblicità RcS MediaGroup S.p.a. Dir. advertising & communication Solutions Sede Legale via angelo Rizzoli, 8 – 20132 Milano - rcs.communication.solutions@rcs.it www.rcscommunicationsolutions.it Vendite Estero 02.2584 6354/6951 Lombardia 20132 Milano, via Rizzoli 8 tel. 022584.6543 Fax 022588.6543 22100 como, Via Recchi 2 tel. 0312287911 – Fax 031262272 Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria 10129 torino, corso Galileo Ferraris, 124 tel. 011502116 - Fax 011503609 Veneto, Trentino, Friuli 35131 Padova, Piazza Salvemini, 12 tel. 0496996311 – Fax 0497811380 37122 Verona, Via della Valverde, 45 tel. 0458011449 – Fax 0458010375 31100 treviso, Via G. D’annunzio, 19 – Scala a tel. 0422580627 – Fax 0422580543 Emilia Romagna 40128 Bologna, Via campagnoli, 11 tel. 0514201711 Fax 0516333320 Toscana, Umbria 50123 Firenze, Viale a. Gramsci, 42 - tel 055552341 - Fax 05555234234 Marche, Abruzzo, Molise 61032 Fano, corso Matteotti, 113 tel. 0721808843–0721806558 – Fax 0721827442 Lazio, Sardegna 00142 Roma, Via Valentino Mazzola, 66/d – tel. 0668828692–0668828662 Fax 0668828668 Campania, Sicilia, Calabria 80133 napoli, Vico II San nicola alla Dogana 9 tel. 39 0814977761 – Fax 0814977785 Puglia, Basilicata 70122 Bari, Via Pasquale Villari 50, tel. 0805760111 – Fax 0805760126 Federazione Italiana Editori Giornali Unione Stampa Periodica Italiana


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affiTTasi casa impossibile In mezzo al nulla, a strapiombo sul mare o immersa nella campagna di Noto, come La Melagrana, opera della siciliana Maria Giuseppina Grasso Cannizzo. Il sito tedesco urlaubsarchitektur.de propone case ‘impossibili’ in affitto selezionando solo progetti d’autore. Dalla Villa Els Comellars di Maiorca firmata da John Pawson e Claudio Silvestrin (nella foto) alle residenze private realizzate da Peter Zumthor e Piet Hein Eek. A oggi solo in Italia si contano 75 proprietà da scegliere per passare insolite vacanze archi-chic. Ci sono l’appartamento esclusivo nel borgo delle Marche, la dimora storica in Friuli-Venezia Giulia e un mega loft di design nel centro di Milano. Si trova nel quadrilatero della moda, a due passi dall’attico da 21 milioni appena acquistato da Mark Zuckerberg. C’è chi può. url aubsarchitektur.de

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ph. Riccardo Bianchi deltongo.com

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antePriMa

indirizzi

ma che bel castello libri

giungla di cartone la svedese Fideli sundqvist è un’artista della carta. la sua ultima fatica è Paper Garden, un volume edito da natur & Kultur con tutte le dritte per realizzare a cartoncino foglie di acero, ginkgo biloba, trifoglio ma anche cactus, rose, peonie e papaveri. chiare e intuitive le indicazioni per il découpage: non sarà un problema se i testi sono in svedese. sul sito trovate tutte le altre creazioni.

A tre chilometri dal mare, nella riserva naturale di San Bartolo in provincia di Pesaro, c’è una Long Stay House molto speciale. Si trova all’interno del duecentesco Castello di Granarola, da cui prende il nome. Grazie a un restauro conservativo voluto da Marco Morosini, patron del marchio fashion Brandina, l’antica roccaforte di avvistamento ospita nove residenze di diverse metrature perfette per chi ama la quiete della campagna (con la possibilità di arrivare al mare in pochi minuti). Tanti i servizi offerti: oltre alla piscina, un orto in comune per cimentarsi con la natura, baby sitter e chef a domicilio su richiesta. Nella foto, la residenza Magiche Bottiglie. Castello di Granarola, via Castello 1, Granarola, Gradara (PU), tel. 0541969970 castellodigranarol a.it

Fidelisundqvist.com

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brandinatheoriginal.it


anteprima

store

rosa india

Se è vero che il colore è fondamentale nel lavoro di India Mahdavi, questa volta la designer francese fa un collegamento inaspettato, associando il rosa al marchio REDValentino. Il nuovo flagship store di via del Babuino a Roma è un salotto cipria, con qualche tocco di ocra e bianco, arrotondato nelle forme, felice negli abbinamenti: ottoni, ceramiche smaltate, velluti, display a forma di cubo di Rubik. 180 metri quadrati di romanticismo progettati con la collaborazione di Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, i due direttori creativi del brand. REDValentino, via del Babuino 61, Roma, tel. 0636001906 redvalentino.com

mostre

arte botanica

pets

A Siena arriva la mostra Francesco Clemente Fiori d’inverno a New York, omaggio alla città toscana dell’artista italiano della transavanguardia. Esposte nelle sale di Santa Maria della Scala dieci opere di grande formato, suddivise in due cicli distinti. Nella prima serie, inedita, Clemente rielabora alcuni fiori presenti nella Grande Mela nei mesi invernali con l’utilizzo di pigmenti di origine vegetale. Più iconografica la serie L’Albero della vita, che raccoglie cinque lavori dedicati a temi cari all’artista: dalla mitologia classica al buddhismo. A cura di Max Seidel con la collaborazione di Carlotta Castellani, fino al 2 ottobre. Santa Maria della Scala, piazza Duomo 2, Siena, tel. 0577534571

sani e salvi i collari a led realizzati dall’azienda californiana Paw Prime rendono i nostri cani visibili e al sicuro: waterproof, con batteria ricaricabile da 150 ore, permettono di controllare gli amici a quattro zampe a una distanza di 300 metri. disponibili in diversi colori e modelli, si comprano online, prezzi a partire da 14 dollari. Perfetti per una passeggiata la sera tardi, ma anche per chi va in campeggio. PawPrime.com

santamariadell ascal a.com

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limited editioN

dai cento volti

Un libro interamente realizzato a mano e in tiratura limitata: Tema e Variazioni. The first series 1-100 contiene le prime cento illustrazioni dalla celebre serie realizzate da Piero Fornasetti. Una vera e propria opera d’arte artigianale, corredata dai testi di Barnaba Fornasetti, Gio Ponti, Alberto Manguel e Glenn O’Brien. Protagonista dei disegni è il volto senza tempo di Lina Cavalieri, cantante lirica vissuta a cavallo tra 800 e 900 e conosciuta all’epoca come ‘la donna più bella del mondo’. Una musa dalla bellezza classica che Fornasetti ridisegnò molte volte in vesti sempre diverse. Il volume è stampato al torchio su carta cotone e rilegato artigianalmente, con matrici in ottone incise ad acquaforte. Per collezionisti.

moda

africa remix Superga si rifà il look: merito dell’acclamato principe delle stampe Chu Suwannapha, trend influencer con base a Cape Town. Dalla collaborazione con il designer sudafricano è nata Superga x Chulaap, una capsule in cui pattern geometrici e colorati danno alle classiche Superga 2750, alle platform 2790 e alle slip-on 2311 (nella foto) un twist afro-pop. In vendita in alcuni store monomarca e online.

fornase t ti.com

superga.com

deSiGN

happy hour Il suo punto di riferimento? La magnificenza dell’antica Roma. L’architetto Achille Salvagni, classe 1970 e natali capitolini, parte da lontano per disegnare i suoi arredi bespoke, apprezzati in tutto il mondo. Nell’atelier di Mayfair a Londra, va in scena Cocktail Hour, la collezione estiva che strizza l’occhio all’Art Déco e ai fasti Anni 30. Dalle poltrone in morbido velluto ai coffee table in Calacatta e bronzo, fino al cocktail cabinet Nerone, in marmo nero black Sahara. Materiali preziosi e una palette cromatica – che va dal giallo intenso al rosa polvere, al blu Capri – di grande ispirazione. Fino al 27 agosto. Achille Salvagni Atelier, 12 Grafton St, Londra, tel. +44/2074090026 achillesalvagni.com

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aNteprima

hÔtellerie

dammuSo a ciNQue Stelle Giulia Pazienza Gelmetti, titolare delle Tenute Coste Ghirlanda, ha passato gli ultimi dieci anni a lavorare sul progetto Sikelia: un boutique hotel a Pantelleria che rispecchia la bellezza selvaggia dell’isola. Adesso è realtà: venti stanze dentro un dammuso, una diversa dall’altra. Nell’architettura quasi monastica della casa, l’architetto Gabriella Giuntoli ha inserito elementi di metallo, cemento e vetro, mentre l’artista Gennaro Avallone ha disegnato mobili e oggetti dal sapore antico. L’effetto è di morbida eleganza. Le prenotazioni sono aperte. Anche per Themà, il ristorante afro-mediterraneo. Sikelia, via Monastero, Pantelleria, tel. 0636006551 sikeliapantelleria.com

coll aborazioNi

magic miKa

Il tour europeo di Mika profuma di technicolor. Merito delle scenografie surreali di Studio Job. I designer olandesi, già coinvolti nel tour 2015, replicano quest’anno con un set a base di oggetti giganti, scene fantastiche e monumenti storici di Parigi, il tutto vivacizzato da giochi di luci e ombre. «Questo progetto è iniziato attorno al tavolo della mia cucina, qualche mese fa», commenta la pop star. «La nostra idea era quella di costruire uno show che potesse crescere ed evolversi nel tempo. Come gli elementi del circo di Alexander Calder, ogni pezzo è iconico e ironico». Prima data disponibile, il 6 luglio all’Arena del Mare di Genova. mik asounds.com

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studiojob.be


AnteprimA

chArit y

si può dAre di più

AwArd

A mente liberA open design italia è una vetrina per il design autoprodotto e di piccola serie e un importante incubatore di talenti. Tra i designer scoperti grazie a odi ci sono il duo cTRlZaK, ora in catalogo da Seletti, e Federica bubani protagonista nel 2012 con le nordic lamp in ceramica, oggi prodotte da Fabbian. 57 i designer partecipanti di cui 10 premiati nell’edizione 2016, andata in scena sotto la volta della basilica Palladiana di Vicenza il giugno scorso. nella foto, Sostanza di Sotterranea officina Sperimentale, un portamine di legno con anellino in metallo prezioso. Una nota di poesia nel binomio forma-funzione che gli è valso il premio Living. oPendeSigniTalia.ne T

indirizzi

friends

Appena inaugurato a Madrid e già molto apprezzato, Bocadillo de Jamón y Champán offre un connubio insolito e fresco: panini con il migliore prosciutto serrano e raffinate bollicine. Al timone ci sono Enrique, Telmo, Chema e Antoñito, quattro giovani amici uniti dalla passione per il cibo. Anche gli interni meritano una sosta: un mix eclettico di colori e materiali che spaziano dall’oro alla ceramica, a firma del duo spagnolo Lucas y Hernández-Gil. Bocadillo de Jamón y Champán, calle Fernando VI 21, Madrid bocadillodejamon.com

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Una casa virtuale da visitare con un sistema di navigazione 3D, progettata dai big di architettura e design. Il layout è di Alessandro Mendini e le 12 stanze sono opera di altrettante grandi firme, da Claudio Silvestrin a Renzo Piano. È il nuovo progetto Do ut do 2016, iniziativa benefica per raccogliere fondi a favore della Fondazione Hospice Seràgnoli. L’esperienza si potrà fare in alcuni musei italiani a cominciare dal Madre di Napoli e dalla Reggia di Caserta (fino al 15 luglio). Chi fa una donazione può aggiudicarsi una delle opere d’arte o di design (vere) che arredano gli interni virtuali. La casa è visitabile anche sul web. doU Tdo.iT

HoSPiceSeRagnoli.oRg




antepriMa La Cappella della Carità, una delle tante location in cui si svolge il festival, qui in uno scatto di Anne Fourès (accanto). Un ritratto di Sam Stourdzé, curatore di Les Rencontres d’Arles, foto di Lutz Vu (sotto)

ZooM festival

cartoline da arles Ogni estate il gotha della fotografia internazionale si dà appuntamento qui, fino al 25 settembre. Tra chiese sconsacrate e rovine romane, per fare il punto sui nuovi modi di guardare il mondo TesTo — susanna Legrenzi

C’è chi la ama per via del Mistral che regala (sempre) un refolo d’aria fresca. Chi per le strade di pietre e i palazzi bianchi, le chiese e i chiostri dagli intonaci délabré. Luoghi con una storia da raccontare come l’Hôtel Nord-Pinus, dove Helmut Newton ha ritratto una meravigliosa Charlotte Rampling. E poi, c’è anche la Camargue con i suoi cieli lunghi e i suoi specchi d’acqua, dove tutto sembra il contrario di tutto. Perché è Francia ma c’è (anche) la corrida. Chi è passato almeno una volta da Arles, spesso ci ritorna. E lo fa, soprattutto, d’estate quando la piccola città della Provenza ospita, da 47 anni, il festival di fotografia più amato al mondo: Les Rencontres d’Arles, una sbornia di immagini raccolte in 47 mostre, al pubblico dal 4 luglio al 25 settembre. La parte del leone spetta al Prix Découverte, dedicato ai talenti del futuro: cinque curatori, dieci giovani promesse come Sarah Waiswa che ci conduce con grazia nell’Africa subsahariana, documentando il difficile mondo degli albini. Come sempre anche la storia ha la sua parte: tra le mostre da non perdere il dialogo tra due titani della Street Photography americana, i pionieri

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anteprima

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1. Antoine Tempé, Blow Up, Dakar, 2013, progetto re-Mixing Hollywood. Courtesy dell’artista 2. Un allestimento nella Chiesa dei Frati Predicatori, foto di Anne Fourès 3. Nemesis, Stranger in Familiar Land series, Kibera, 2016. Courtesy dell’artista 4. Untitled, concept e immagini di Toiletpaper magazine di Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari. 5. Una proiezione serale nell’anfiteatro di Arles

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Garry Winogrand e Ethan Levitas. Guidati per il secondo anno da Sam Stourdzé, direttore dal 2010 del Musée de l’Élysée di Losanna, Les Rencontres promettono ancora una volta di portarci in viaggio nel mondo, dal Giappone a Nollywood, l’industria cinematografica nigeriana. Per chi ha voglia di muoversi, l’agenda 2016 riserva una sorpresa: sotto il titolo Grand Arles Express quest’anno rientrano nel circuito del festival anche il Carré d’Art di Nîmes con un omaggio a Dominique Lambert, la Villa Méditerranée di Marseille con le vestigia romane di Alfred Seiland e la Collection Lambert di Avignon che ospiterà una mostra dedicata a Andres Serrano. Per gli amanti dei libri fotografici, segnaliamo la vetrina di Cosmos-Arles Books nell’antico collegio Mistral, dove sfogliare le ultime novità internazionali. Per tutti, infine, un fuori porta: l’Abbaye de Montmajour, tra boschi di cicale, un luogo dell’anima fondato nel 948 dai Benedettini, dove la fotografia diventa un dettaglio. L RENCONTRES-ARLES.COM

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antePriMa

indirizzi

milano chili peppers

Nachos, tacos, fajitas e tequila bum bum. Sembra di essere a Città del Messico ma siamo a Milano nel nuovo ristorante Canteen, Mexican Kitchen & Tequila Bar. Pavimenti in legno decorati a mano, lampadari di vetro e tavoli in pietra lavica. C’è anche una cantina con mattoni a vista. I colori sono quelli della tradizione messicana, i piatti pure. Si cena dalle 19 a mezzanotte ma è aperto anche per una pausa pranzo hot, niente malizia, solo tanto tanto peperoncino piccante. Per gli amanti della noche c’è un tequila bar con oltre 100 etichette. Da bere – responsabilmente – fino alle 3 del mattino con sale e limone. Canteen, Mexican Kitchen & Tequila Bar, via Archimede 10, Milano, tel. 025463732 canteenmil ano.com

design

talenti alla riscossa Dal 2009, il Roche Bobois Design Award fa da trampolino di lancio per giovani creativi di tutto il mondo. La prima edizione, in Cina, ha registrato più di 1.200 partecipanti e il prodotto vincitore, la sedia Ava, batté i record di vendita. I premiati dell’edizione 2015 hanno debuttato lo scorso maggio a Parigi in occasione dei Designer Days. Sono Meike Harde, a sinistra il suo cabinet in metallo Hybrid, Florian Gross, con la lampada Kobe, e Vera Kerzel, autrice della poltrona Formentera. I loro pezzi sono il fiore all’occhiello della nuova collezione Roche Bobois autunno/inverno 2016 roche-bobois.com

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ANTePRimA

musei

buon compleanno

Il 25 aprile 1886 veniva ufficialmente inaugurato a Milano, in via Principe Umberto – oggi via Turati – il Palazzo della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, con progetto dell’architetto Luca Beltrami (nell’immagine d’archivio, sotto). Lo storico Palazzo ne ha viste tante: nel 1943 venne gravemente danneggiato dai bombardamenti e nel 1950 la ricostruzione fu affidata ai fratelli Pier Giacomo e Achille Castiglioni e a Luigi Fratino, che la ultimarono nel 1953. Un calendario di appuntamenti celebra le 130 candeline: a partire dalla partecipazione a 21st Century. Design After Design, la grande esposizione internazionale realizzata in occasione della XXI Triennale. Fino al 12 settembre, cinque importanti mostre raccontano i progetti di Bosnia ed Erzegovina, Repubblica Islamica dell’Iran, Messico, Polonia e della Cooperativa Ceramica d’Imola. Mentre il 21 luglio inaugurerà La Permanente. Una storia milanese a cura di Rosella Ghezzi e Chiara Vanzetto: cento opere tra dipinti, sculture e installazioni per ripercorrere la vita dell’istituzione: dalle tendenze figurative fino alle sperimentazioni più recenti. Nella foto in alto, Due donne, Felice Casorati, 1944. La Permanente, via Filippo Turati 34, Milano, tel. 026551445 l apermanente.it

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anTePrima

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il lume della cucina

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futuro rétro

Appassionati segnate in agenda: dal 9 all’11 settembre torna il Future Vintage Festival di Padova, kermesse che indaga le contaminazioni del vintage nei diversi settori di comunicazione, moda, design e lifestyle. Una tre giorni ambientata nel Centro Culturale Altinate San Gaetano, all’interno di un palazzo del XVI secolo nel cuore della città. Workshop, esposizioni artistiche, expo mercato con i migliori ricercatori e appuntamenti con artigiani e imprenditori. Da non perdere Chic Nic, l’aperitivo ai Giardini dell’Arena, ai piedi di Giotto e Mantegna. Gran Galà d’apertura l’8 settembre, nel piazzale dello storico Caffè Pedrocchi. Foto Alessandra Toninello. Centro Culturale Altinate San Gaetano, via Altinate 71, Padova FUTUREviNTAGE.iT

Per il nuovo ristorante, lo stellato Luigi Taglienti ha scelto l’ex fabbrica Richard Ginori in zona Naviglio Grande, a Milano. Un sito di archeologia industriale dove la luce è protagonista. Non a caso il locale si chiama Lume e il bianco è il suo colore. Focus del progetto, studiato dall’architetto Monica Melotti di MB America, la cucina-cubo in vetro ricamato, una sintesi di pensiero creativo e tecnica culinaria. E se i menu sono tre, l’attenzione al servizio è altissima, tanto che c’è un concierge a disposizione dei clienti.

Lume, via Giacomo Watt 37, Milano, tel. 0280888624 LUMEMiL ANo.coM

design

sedia al Tubo Il mito è tornato: la Tube Chair di Joe Colombo è di nuovo in produzione. Disegnata nel 1969 e parte della collezione permanente del MoMA di New York, questa seduta destrutturata è ora in catalogo con le caratteristiche del progetto originario. L’ha deciso Giulio Cappellini, mecenate del talento di ieri e di oggi e protagonista del volume Metodo Cappellini. Il sogno declinato. Edito di recente da Electa e curato da Francesca Serrazanetti, racconta la vita dell’infaticabile architetto, sempre alla ricerca di nuovi orizzonti creativi. cAPPELLiNi.iT

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French connection Non poteva scegliere momento migliore Daniel Rose, chef statunitense di stanza a Parigi fino a qualche mese fa, per aprire il suo ristorante Le Coucou a Manhattan. Secondo il New York Times, infatti, la gastronomia francese sta vivendo un momento d’oro in città. In un ambiente sofisticato, dominato dalla strepitosa cucina a vista – tra divani di velluto, muri di mattoni e grandi chandelier – Daniel propone piatti di nouvelle cuisine rivisitati. Da non perdere, le ostriche tiepide servite con burro alle alghe o le capesante con bottarga e lime. Le Coucou, 138 Lafayette Street (Howard Street), New York, tel. +1/2122714252 lecoucou.com

moda

sguardo mediterraneo

Cento esemplari numerati, in legno di noce canaletto con miniature in rilievo dipinte a mano. Gli occhiali da sole in edizione limitata della collezione Sicilian Carretto di Dolce & Gabbana sono piccoli capolavori artigianali. L’ispirazione è la tanto amata Sicilia con i suoi motivi simbolo: dal teatro dei Pupi e delle marionette fino alla ruota. Le lenti grigio fumo contrastano con i colori accesi applicati strato per strato, proprio come avveniva con i carretti. Dedicata a chi ama i pezzi forti. Nella foto un momento del making of. In vendita nelle boutique Dolce & Gabbana. dolcegabbana.com

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SULL’ONDA Design, suggerimenti d’arredo, stili di vita, nuovi indirizzi

Il rosa alla sua massima saturazione: quando Odile Decq ha ripensato la storica Maison Bernard firmata nel 1971 da Antti Lovag non si è data limiti: sinuose e tentacolari le forme, eccessivi i colori (1). Nina Yashar, ovvero Nilufar. Con i pezzi della sua galleria arreda una casa londinese in vendita per sedurre gli acquirenti. L’occasione è Squat, progetto real estate di occupazione artistica (2). L’artista Tobias Rehberger allestisce un percorso a tappe tra il Vitra Campus di Weil am Rhein e la Fondazione Beyeler a Riehen. Eccone una: il trespolo da tramonto (3)

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a casa di La campagna che circonda il podere nelle Crete Senesi (sotto). Nigel Coates, a destra, gioca a scacchi con il compagno, il regista inglese John Maybury, nel giardino della tenuta di Pergomeno (nella pagina accanto)

Nigel Coates un dandy in campagna architet to, designer e accademico, ha studio a londra ma passa metà del suo tempo in toscana. il suo rifugio nel verde non lo annoia mai. perché continua a cambiare, come un paesaggio di — alessandra laudati testo — lia ferrari foto — filippo bamberghi

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A CASA DI Nel portico, poltroncina da esterni Plasma di Nigel Coates, Poltronova (a sinistra). In soggiorno, divano e poltrone Tongue di Nigel Coates, SCP. Tavolino e sedia della serie Feral Furniture di Nigel Coates Editions (nella pagina accanto, in alto). Divani Rollover di Nigel Coates, Varaschin e poltrona Joe, di De Pas D’Urbino Lomazzi, 1970, Poltronova (nella pagina accanto, in basso)

«L A CASA NON SARÀ MAI FINITA. HO SEMPRE VOGLIA DI SPERIMENTARE. RICONFIGURARE UNA STANZ A, INGRANDIRE UNA FINESTRA, MODIFICARE UNA VISTA»

Gli amici avevano tentato di scoraggiarlo, dicendogli che la casa era un relitto. Disabitata da vent’anni, assediata da una vegetazione selvaggia, ridotta praticamente a un mucchietto di pietre, frequentata da una colonia di gatti. E lontana da tutto. Da Firenze ma anche da Siena. Nigel Coates non si è lasciato condizionare e il tempo gli ha dato ragione: sono ormai trent’anni che trascorre felicemente circa la metà del suo tempo a Pergomeno, il suo podere con vista sulle Crete Senesi. Si divide tra qui e Londra, dove ha uno studio di architettura e design e un’altrettanto solida posizione accademica: dopo aver

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insegnato per anni al Royal College of Art, infatti, è salito in cattedra alla London School of Architecture, un nuovo istituto indipendente fondato dall’executive editor della rivista Architectural Review. L’Italia, per Coates, non è solo meta di vacanze: da anni il designer ha rapporti di lavoro con aziende come L’Abbate, Slamp o il Castello di Potentino, e presta il suo tratto e il suo senso della provocazione ad arredi che mettono insieme storia e Zeitgeist, classicità e asciutto sense of humour. Lo stesso spirito si ritrova nella sua casa in Toscana. Si presume fosse parte di un sistema di strutture difensive della valle, come il Castello che sedeva sulla collina opposta, bombardato nel 1527. La ristrutturazione ha richiesto un intervento strutturale consistente. E anche se è durata anni, Coates vede ancora la sua proprietà come un work in progress, un laboratorio dove mettere continuamente alla prova il suo approccio al progetto. «La casa non sarà mai finita», dice, «ho sempre voglia di sperimentare con questo o con quello, di riconfigurare una stanza, ingrandire una finestra o modificare una vista. È stata un’evoluzione, non il radere al suolo e ricostruire che praticano molti dei nuovi arrivati in Toscana. Ho voluto



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a casa di

«MoLTI ArrEDI SoNo DISEGNATI DA ME. A VoLTE GLI oGGE T TI MANCANTI PrENDoNo ForMA NELL A MIA TESTA E LI DEVo rEALIz z ArE»

procedere per piccoli passi, compatibili con il mio budget in ogni momento. Un approccio che coincide con il modo in cui la casa si è sviluppata. Non è stato difficile capire, per esempio, che l’archetipo della corte è stato un felice incidente, nato in risposta a bisogni primari. Ancora adesso guardo le mura e cerco di immaginarmi il film in time-lapse della casa nel corso dei millenni». Il lento processo di aggiustamento e riaggiustamento riguarda anche gli arredi. Coates spiega che si diverte a cambiarli continuamente di posto, come se gli interni fossero un teatrino giocattolo. Sedie, lampade e sculture diventano così, a turno alterno, il punto focale di una stanza. È un ruolo che spetta in particolare ai pezzi più imponenti, come la testa del David di Michelangelo o la poltrona Joe (come Joe DiMaggio), a forma di guantone da baseball. «L’insieme è un puzzle in continua evoluzione», ribadisce il padrone di casa, «a volte gli oggetti mancanti prendono forma nella mia testa e li devo realizzare. In casa ci sono numerosi elementi d’arredo disegnati da me e molti di questi sono stati concepiti nello spirito di questo posto, come la collezione Feral Furniture o il Wings Table (un tavolino ‘alato’)».

Come in molte case di campagna, anche questa d’estate amplia il suo perimetro aprendosi al paesaggio. La collina punteggiata da lavanda e cipressi diventa così un soggiorno a cielo aperto dove fare la siesta o una partita a scacchi. È l’alternarsi delle stagioni a rendere questo posto irrinunciabile per Coates: «La casa si trasforma con il paesaggio. Cambia di ora in ora, di giorno in giorno. Se sono stato via un mese la ritrovo esattamente come l’avevo lasciata, ma la luce è cambiata, sono cambiati i prati. Quindi è tutto diverso, ed è per questo che non mi annoio mai». L NIGELCoATES.CoM

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Nello studio, arredi disegnati da Nigel Coates. Sono la poltroncina Lehnstuhl di Gebrüder Thonet Vienna, le lampade Fiorella di Slamp e la poltrona G-love chair di Contempo (sopra). Il soggiorno al piano terra è ricavato nella vecchia stalla. Divano Plump di F.lli Boffi, puf Pebble di Hitch Mylius, lampada a sospensione Carry Artid di Nigel Coates Editions e lampada da terra Chapeau di Slamp, tutto design Nigel Coates (nella pagina accanto)


a casa di nigel Coates con una sedia della collezione Feral Furniture

domenica del mese), piazza San Francesco 7, Arezzo, tel. 0575.403313 risToranTeLeChiavidoro.iT

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Ottima carne Chianina alla macelleria ricci, via Traversa

dei Monti 4, Trequanda (SI), tel. 0577.662252 maCeLLeriariCCi.iT

Tesori etruschi nel museo archeologico nazionale,

via Porsenna 93, Chiusi (SI), tel. 0578.20177

La mia Toscana, dalla Chianina ai festival estivi

Nel cuore della piccola città ideale, con una vista meravigliosa, La Terrazza del Chiostro, corso Rossellino 26,

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Cibo toscano raffinato a La Locanda del Castello,

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Le Chiavi d’oro è perfetto per il pranzo se si visita il Mercato dell’Antiquariato (prima

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arCheoTosCana. BeniCuLTuraLi.iT

Nello spirito del Palio di Siena, l’annuale Giostra di simone che si tiene il 7 agosto a Montisi (SI) GiosTradisimone.iT

Foto-reportage dal mondo a Cortona on the move, dal 14 luglio al 2 ottobre a Cortona (AR) CorTonaonThemove.Com

Una settimana di concerti classici. È il festival incontri in Terra di siena, dal 29 luglio al 5 agosto Terresiena.iT


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charlotte lancelot per gandia Blasco, da designrepublic.com, e cuscino riviera in lana neozelandese, design gabrielle soyer per lindell&co. Lampada a sospensione modello 2026 con struttura in alluminio verniciato e diffusore in metacrilato, design gino sarfatti, riedizione di Astep. Tavolino Mini clay in poliuretano rigido laccato giallo, design Marc Krusin per desalto. Vaso Khloris in ceramica di clauda Frignani, da nB Milano. Specchio Joseph’s Mirror in metallo finitura nero opaco, design Fabio Meliota per daa italia. Poltrona outdoor Ahnda con struttura in alluminio e fibra intrecciata dedon, design stephen Burks per dedon. Tenda in tessuto papagayo in lino stampato, pierre Frey. Al centro, tessuto misto lino e cotone con macro pattern color miele, lohko di scion


interiors

Viaggio ai

troPici Pareti di cemento e intonaci salvia incorniciano arredi sof t, sedute intrecciate e l acche Pastello. un omaggio al colore e alle fantasie delle case messicane. e al Posto del taPPeto, un Patchwork di azulejos styling — AlessAndrA sAlAris Foto — Beppe BrAncAto

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interiors Sul tavolino Riad con struttura in alluminio e piano esagonale in cemento, design Alvaro Catalán de Ocón e Francesco Faccin, da Rossana Orlandi, pianta grassa in vaso di Maryflor. In basso, piccolo contenitore, parte del set da scrivania Still Alive di Antonio Aricò per Seletti, da La Rinascente. Seduta cilindrica Quid in gesso con effetto marmorizzato di Sara Ricciardi per Bianco Bianchi. Tenda in lino rosso Pompei della collezione Le Lin di Dominique Kieffer. Vasca Cuna in Solid Surface con struttura a vista in tubolare d’acciaio inox, design Patricia Urquiola, e rubinetto Fez in ottone verniciato bianco, design Benedini Associati, tutto di Agape. Tessuto Irving in lino e juta a disegni geometrici di Larsen,

da Silva Tessuti. Tappeto Giudecca in lana e seta, design Zanellato-Bortotto Studio per cc-tapis. Lampada a sospensione Louie in poliammide sinterizzato, design David Nosanchuk per .exnovo. Tavolino Coffee Table Sat in marmo policromo con piano in vetro, Pietro Russo Design Studio. Poltrona da esterni Cala in alluminio e corda, Doshi Levien per Kettal. Cuscino Vincent in lana neozelandese, design Gabrielle Soyer Lindell&Co. A parete, piatto Ovale Papillon Bleu di Astier de Villatte & John Derian, da Raw Brera. In primo piano, lampada da tavolo Ottone Secondo in marmo di Carrara e rame di Zp Studio, da Colè Gallery. Tenda in tessuto Maya in lino e lana di Pierre Frey

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Tavolo Plinto con struttura in ottone bronzato, base e piano laccati color terracotta, design Andrea Parisio per Meridiani. Brocca con manico in ceramica smaltata di Studio Salaris, bottiglia in vetro da collezione privata, ananas Jar Pineapple Gold in porcellana oro di Studio PP, da Nella Longari Home. Vassoio oblungo Plat Pastèque, design John Derian per Astier

de Villatte. Puf da esterni Baobab rivestito da fili di polietilene colorato, design Marc Thorpe per Moroso. Lampada a sospensione Farfalle formata da riquadri sfaccettati in alluminio, design Atelier OĂŻ per Artemide. Lampada da terra Siam con struttura in ottone verniciato, paralume in velluto e fodera plissettata, design Servomuto per Airnova Home

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interiors Madia Reverse in olmo laccato ocra, disegnata da Studio Gherardi per Novamobili. Specchio Eze in faggio con dettagli in ottone, design Lorenza Bozzoli per ColĂŠ Italia. Contenitore in porcellana bianca di Studio PP, da Nella Longari Home. Lampada da tavolo Cono con base in pietra serena e paralume in metallo, Edizioni Design. A parete, disegno di Viva Harp, da Raw Brera. Arazzo in velluto Mokai ispirato alle maschere della Nuova Guinea, design Hanna Ernsting&Sarah BĂśttger per

Nodus. Lampade da terra Brillo F1 e Brillo F3 con struttura in metallo verniciato nero e diffusore in vetro opalino, design Alessio Bassan per Capo d’Opera. Poltrona D.153.1 con struttura in ottone satinato e rivestimento in velluto, disegnata nel 1953 da Gio Ponti e rieditata da Molteni&C. Cuscino rivestito con il tessuto Pachuca in lino e angora di Pierre Frey, da Silva Tessuti. Sgabello Piping in legno grezzo, design Piet Hein Eek, da Rossana Orlandi

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interiors Sgabello Mingx con struttura in tubo e lamiera d’acciaio verniciati e seduta in cuoietto, design Konstantin Grcic per Driade. Specchio Rigo, argentato e anticato, design Francesca Brinatti per Labanto, da Colè Gallery. Lampada a sospensione Brillo C3 in metallo verniciato nero opaco con diffusori in vetro, design Alessio Bassan per Capo d’Opera. Poltrona relax Leather Lounge Chair LL04 con struttura in acciaio inox rivestita in cuoio naturale, design Maarten

Van Severen, De Padova. Cuscino Salim in lana neozelandese, design Gabrielle Soyer per Lindell&Co. Tavolino Satin Table in ferro rivestito da fogli di ottone lavorati a mano, design Chiara Andreatti per Mingardo. Vaso da collezione privata. Tessuto Bananas in cotone stampato a maxi foglie di Pierre Frey. Lampada da tavolo Sombrero con base in pietra e paralume orientabile, Edizioni Design. Tappeto Net in lana neozelandese di Ilaria Innocenti per Karpeta

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interiors Lampada scultura Sat Tavolo con base in marmo e braccio orientabile in ottone, Pietro Russo Design Studio. Vaso da collezione privata. A parete, piccolo vassoio decorato, design John Derian, da Raw Brera. Libreria Seventies in lamiera di ferro tagliata al laser di Antes Design, da Colè Gallery. Fruttiera Paesaggio a Gas in metallo traforato, design Sara Ricciardi per La Lattoneria. Scrittoio Secretello con ribaltina in rovere e vetro

extrachiaro, design Michele De Lucchi per Unifor. Sgabello Piping in legno grezzo, design Piet Hein Eek, da Rossana Orlandi. Tessuto Ambria con piume stilizzate stampate su viscosa e poliestere, Manuel Canovas. In tutte le pagine: piante in vaso fornite dallo studio di progettazione e landscaping Frassinagodiciotto. Piastrelle di ceramica vietrese Macramè di Giovanni De Maio Hanno collaborato Micol Cerani e Elena Poloni

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Nel deserto del Messico Pensionati in mezzo al null a Pareti di vetro, Pochi arredi su disegno e tanta luce. i coniugi lowrey liberi di oziare tra Pietre e cactus sot to il sole di san miguel de allende TesTo — Michele Falcone FoTo — MaTThew williaMs

La residenza costruita dai coniugi Lowrey nel deserto messicano di Los Senderos, nei pressi di San Miguel de Allende. Austin e Lida lavoravano in North Carolina; professore di design lui, direttore di un museo d’arte lei

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cubo panoramico Grandi vetrate, parquet e pochi arredi su disegno. La struttura è stata progettata e realizzata in collaborazione con l’architetto Luis Sánchez Renero e un team di artigiani locali (a sinistra). Il professor Austin con sua moglie Lida (sotto)

«È Come eSSeRe SempRe ALL’ApeRto. CompLICI Le GRAndI ve tRAte Che dISSoLvono I ConfInI tRA InteRno ed eSteRno» 71


Cubo panoramiCo

«Sono un sognatore, potrei stare ore a osservare le nuvole». Cappello di paglia in testa e sguardo fisso sul Mac. Austin è solito scrivere e meditare a bordo piscina, con i piedi in acqua, nel bel mezzo del deserto di Los Senderos, appena fuori dalla città di San Miguel de Allende. Vive in Messico con sua moglie Lida, una signora sorridente, mattiniera e appassionata di pittura. Lavoravano entrambi in North Carolina, lui professore di design alla NC State University e lei direttore del Museum of Art; adesso insieme si godono la meritata pensione. «Eravamo in vacanza con le nostre figlie Elizabeth e Sheridan. È stato amore a prima vista», così i Lowrey hanno acquistato un terreno in zona e costruito, con la collaborazione dell’architetto Luis Sánchez Renero, una casa ‘trasparente’ – tra pietre e cactus – e due studi adiacenti «per i nostri stili di vita da sempre indipendenti e creativi». Da un lato quello di Austin pieno di libri e stilografiche; dall’altro il laboratorio di Lida,

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Il rifugio trasparente tra cactus e pietre dei coniugi Lowrey. L’architettura in vetro, cemento e acciaio verniciato rispetta la natura e si integra perfettamente nel paesaggio. Dentro e fuori le sedie Tripolina sono un invito al relax (a sinistra)


una sorta di bottega con tavolozze, pennelli e secchi di vernice colorata. Al centro si trova la zona giorno con cucina e living, raggiungibile attraverso un corridoio ‘di luce’. La casa è un rifugio di vetro, acciaio e cemento dove ognuno ha il proprio spazio, «volevamo un luogo per trascorrere le nostre giornate tra scrittura e pittura; ma che diventasse allo stesso tempo un’oasi di relax per non fare nulla». Un luogo lontano dalla musica dei mariachi, isolato da quel mondo che i Lowrey hanno girato in lungo e in largo, «vivendo sempre in case e in città diverse». Ma da qui le strade lastricate di San Miguel de Allende sembrano distanti un miglio, è così forte il legame con la natura «che ci sentiamo come fossimo sempre fuori. Tra terra e cielo». È il sole a scandire il tempo, e non potrebbe essere altrimenti, «la luce non è mai statica, c’è sempre una sorta di movimento». Un gioco di ombre continuo, ora dopo ora. Complici le grandi vetrate che

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In tutta la casa è il sole a scandire il tempo. Non ci sono tende, se non nelle due camere da letto (sopra). Nel blocco centrale si trova la zona giorno con cucina e living, collegata allo studio di Austin e a quello di Lida da un corridoio ‘di luce’ (al centro)


cubo panoramico

«VoleVamo un luogo Per trascorrere le nostre giornate tra scrit tura e Pit tura. ma anche Per non Far null a»

dissolvono i confini tra interno ed esterno e si alternano a pareti bianche e muri di cemento lasciati grezzi. Pochi arredi: un paio di tavoli, qualche sedia e un divano. Le lampade mai accese. Tutto o quasi realizzato ad hoc da artigiani locali e scovato ai mercados de pulgas, «insieme con Elizabeth, architetto di interni, e Sheridan, artista, anche lei con un background di architettura. Ci hanno aiutato molto con il design, scegliendo i pezzi stanza per stanza, e hanno contribuito alla progettazione dello spazio». Pensato senza tende, se non nelle due camere da letto circondate da piante e fiori. Un candido sipario che si apre al mattino e si chiude all’ultimo barlume. Quando i coniugi Lowrey sono soliti proiettare un film all’aperto, sul muro liscio e intonacato. Stufi di guardare il cielo. L sanchez arquitectos.com

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muri in cemento grezzo si alternano a vetrate e a porte in acciaio verniciato. Due le camere da letto, una in ogni studio. all’esterno ci sono anche una piccola piscina e un muro candido, liscio e intonacato, per la proiezione di video e film. Foto agenzia Photofoyer


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01 FROU FROU Sywawa Dal brand belga specializzato in ombrelloni, un omaggio al parasole di rafia. Design Davy Grosemans SYMOPARASOLS. COM

02 MINAUDIÈRE PICNIC Hermès Sembra una borsa per la gita fuoriporta ma sta nel palmo di una mano, la pochette in midollino e pelle Barénia HERMES.COM

03 ROCKING CHAIR Muller Van Severen Relax minimal. Chaise longue in acciaio inossidabile verniciato a polvere. In e outdoor. Design Muller Van Severen MULLER VANSEVEN.BE

04 GAL A XY S7 EDGE Samsung Smartphone top di gamma, waterproof, in due nuove colorazioni: Silver Titanium e Pink Gold (nella foto). Fino a 200 GB la memoria SAMSUNG.IT

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05 SHADES OF ROSE Swatch Cassa in plastica, cinturino in silicone, movimento al quarzo, impermeabile: il classico modello si tinge di un raffinato rosa pallido SWATCH.COM

06 FEELING POT Serax Contenitori di cemento decorato. Qui nelle versioni purple/rose e red/rose. Tre i formati: 11, 13 e 15 cm di lato SERAX.COM


TENDENZE

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SE IL TAVOLINO SFOGGIA GLI SMALTI DELLE MAIOLICHE, L A SEDU TA MULTITASKING È A TINTE FORTI. E L A CHAISE LONGUE GUARDA AGLI ANNI 60

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07 COCCI Paola Lenti Serie di coffee table con piano in piastrelle di maiolica. La base è in acciaio inox acidato. In diverse misure, qui 90x90 cm. Design Marella Ferrera PAOL ALENTI.IT

08 LOCUS SOLUS Exteta Collezione di arredi outdoor in tubolare metallico. Pensati da Gae Aulenti nel 1964 per il film La piscina tornano in produzione in veste ultra-pop LOCUS-SOLUS.IT

09 ROLLING Metalarte Lampada portatile in pietra ricomposta che ammicca al calcestruzzo. È alta 48 cm. Design Ramón Úbeda e Otto Canalda ME TAL ARTE.COM

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10 WALKMAN WS413 Sony Lettore all-in-one, senza cavi, resistente all’acqua salata. Per ascoltare la musica (anche) nuotando. 8 GB la memoria interna SONY.NE T

11 GRAVIT Y POD Danese Seduta multifunzione in-outdoor con piano d’appoggio. Per leggere, chattare, lavorare. In lamiera piegata verniciata. Design Arik Levy DANESEMIL ANO.COM




MONDOVISIONE

Pronti si parte Quattordici proposte e una domanda: tu che cosa preferisci? L’opera di Leonardo a due passi da casa o il miraggio di Arcosanti, città utopica oltreoceano? Come orizzonte il mondo intero, come prospettiva la libertà: di ‘sperimentare’ i quadri immaginifici di Jheronimus Bosch, o il buio e il silenzio più totali delle Caverne du Pont d’Arc, non quelle vere ma la copia 1:1 identica all’originale. A volte basta il disegno di una vigna firmato dal paesaggista Fernando Caruncho, a volte serve salire più su: certo, il macro trespolo svizzero rende il tramonto più spettacolare. Tutto nuovo, o comunque da riscoprire.

Basilea Berlino Borca di Cadore Corsier-sur-Vevey Crispiano Den Bosch Los Angeles Marsiglia New Canaan Oxfordshire Phoenix Vallon-Pont-d’Arc Versailles Vigevano

TesTo — eLIsABeTTA CoLoMBo

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Veauthier meyer architects

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monDoVisione 02

01 - 24 Stops Vicino a Basilea, sempre aperto

Ammirare il tramonto da un maxi trespolo. Succede sul confine svizzero tedesco, dove l’artista Tobias Rehberger allestisce un percorso in 24 tappe che collega il Campus Vitra di Weil am Rhein con la Fondazione Beyeler a Riehen, ideatori e partner del progetto. Cinque chilometri di percorso tra gabbie volanti e orologi a cucù. 24StopS.info

02 - Grace farms Dean Kaufman

New Canaan, chiuso lunedì

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Nello scenario bucolico del Connecticut (USA), un nastro argentato scivola dalle colline. È Grace Farms, centro di fede e d’arte della Grace Community Church. L’edificio del futuro prossimo è un ‘regalo’ dei giapponesi SANAA: leggero, trasparente, appoggiato su colonne d’acciaio che sembrano stuzzicadenti. GracefarmS.orG

03 - Leonardiana

migliore+serVetto architects

Vigevano, chiuso lunedì

Tutta l’opera di Leonardo da Vinci sotto un unico tetto. Disegni, taccuini, codici e 25 dipinti in forma di facsimili: il nuovo museo vinciano raccoglie l’antologia del genio rinascimentale e la racconta con un allestimento high-tech, a cura di Migliore+Servetto Architects, che gioca con luci, grafica e multimedialità nel quattrocentesco Castello di Vigevano. Leonardiana.it

04 - olafur eliasson Versailles, fino al 30 ottobre 2016

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Il capo giardiniere del Re Sole voleva costruire un’enorme cascata a Versailles. Proprio a lui rende omaggio l’artista danese Olafur Eliasson, che per l’estate 2016 installa un gigante liquido alto 40 metri proprio nel cuore della Reggia. Non solo, spruzza nebbia nel Bosquet de l’Étoile, ghiaccia l’acqua delle fontane e nei saloni barocchi crea giochi di luce e specchi. oL afureLiaSSon.ne t/ verSaiLLeS

05 - finckensteinallee

anDers sune berg

Berlino, sempre aperto

Al momento della sua inaugurazione, nel 1938, è stata una delle piscine più moderne d’Europa. Usata per il training delle SS, requisita dalle truppe americane, infine chiusa per evidenti difetti strutturali. L’operazione di maquillage di Veauthier Meyer Architects è totale. E se lo stile resta austero, i marmi tornano a brillare. berLinerbaeder.de


06 - Chaplin’s World Corsier-sur-Vevey, sempre aperto

Inaugura in Svizzera il primo museo di Charlot. Un lavoro a quattro mani dell’architetto Philippe Meylan e del museografo Yves Durand che racconta l’uomo e l’attore inglese, proprio là dove visse gli ultimi anni della sua vita con la moglie e gli 11 figli. Oltre alla casa restaurata, c’è uno studio hollywoodiano che fa assaporare la magia del cinema muto. ChaplinsWorld.Com

07 - arcosanti Vicino a Phoenix, sempre aperto

Negli Anni 70 l’italiano Paolo Soleri sceglie il deserto dell’Arizona per edificare il suo prototipo di città utopica, dove le auto sono bandite e le distanze si misurano in minuti di cammino. È rimasto un sogno, completato solo per il 3%, eppure il più importante esperimento urbano dei nostri tempi attira migliaia di appassionati, alla ricerca di una visione ottimista sul domani. arCosanti.org

08 - Ennis house Los Angeles, su appuntamento

savEWright.org

09 - Capability Brown Festival Inghilterra, tutto l’anno

Se esistono i giardini all’inglese il merito è di Lancelot Capability Brown, master gardener di Giorgio III che nel 700 scopre la bellezza del verde naturale. L’Inghilterra festeggia 300 anni dalla nascita con eventi e tour organizzati nei suoi paesaggi idilliaci. Tra i più famosi, il parco di Blenheim Palace, dove è nato Winston Churchill, e di Highclere Castle, già mitizzato da Downton Abbey. CapaBilit yBroWn.org

10 - villaggio Eni Borca di Cadore, giovedì dalle 15.00

Dopo avere ospitato folle di ragazzini, la colonia del Villaggio ENI – voluto da Enrico Mattei e costruito nel 1962 da Edoardo Gellner – punta sugli adulti. A luglio e agosto, per circa un’ora, è possibile visitare gli edifici delle ‘piccole vacanze’, oltre a curiosare tra le opere realizzate dagli artisti in residence. Sullo sfondo ci sono le Dolomiti venete. progE t toBorCa.nE t

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Filmata in Blade Runner, Mulholland Drive e nella serie Game of Thrones, Ennis House piace al cinema americano per il suo look un po’ futurista, un po’ mitologico. Il progetto di Frank Lloyd Wright del resto è un superbo esempio del movimento Mayan Revival che negli Anni 20 e 30 prese a prestito i decori degli antichi templi Maya.

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omar sartor

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BuBBles Incorporated

mondoVIsIone

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MOnDOviSiOne 11 - Jheronimus Bosch 500 Den Bosch, fino all’11 dicembre 2016

Per celebrare i 500 anni della morte di Jheronimus Bosch i Paesi Bassi hanno fatto le cose in grande, compilando un anno di appuntamenti sulle tracce del pittore olandese. Pezzo forte la Bosch Experience: itinerari coreografici che raccontano – dal vivo – i suoi quadri immaginifici. Bosch500.nl

12 - corbu, 8 colors Marsiglia, dal 15 luglio al 15 agosto 2016

Situato nella Cité Radieuse, l’appartamento n. 50 è il primo esperimento di ‘casa popolare moderna’ di Le Corbusier. Poco apprezzato prima, poi ristrutturato, ora ospita allestimenti che mettono a confronto l’architettura storica, il design contemporaneo e gli arredi di Charlotte Perriand. Quest’anno Alessandro Mendini dialoga con il calore e i colori del luogo. 11

app t50lc.org

13 - caverne du pont d’arc Vallon-Pont-d’Arc, sempre aperto

La grotta vera di 36mila anni fa, mai aperta al pubblico per non danneggiarla, si trova a pochi chilometri di distanza. Caverne du Pont d’Arc è la sua replica in scala 1:1 firmata dagli architetti Xavier Fabre/Vincent Speller. Pitture, incisioni rupestri, elementi geologici, perfino l’oscurità, l’odore e l’umidità sono una copia del sito originale per accompagnare i visitatori nella Francia del Paleolitico. en.cavernedupontdarc.fr

14 - amastuola Crispiano (TA), su appuntamento

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Il vigneto è un mare verde. Invece di piantare le viti nelle griglie tradizionali, il paesaggista madrileno Fernando Caruncho le trasforma in onde ipnotiche, che si aprono e si chiudono. Di proprietà della famiglia Montanaro, inserito in un complesso con fattoria e cantina, è un esempio di ‘vigna in agro’: un paesaggio agricolo disegnato. E come il vino, migliora negli anni. amastuol a.it

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Patrick aventurier

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ad Designwork photography Contratticompany

— Harmony and creativity for the perfect living experience. — New York Suite, sofa, design Sergio Bicego — Leyva, table, design Giuseppe Vigan˜. www.sabaitalia.it


Lampadario in ottone e vetro di Gio Ponti per Arredoluce, primi Anni 60. Tavolini in bronzo di Osanna Visconti di Modrone. Divano e poltrone di Federico Munari, Anni 50. Tappeto di Ego Vicente. Lampada da terra di Hans Agne Jakobsson, Anni 60. Tende Dedar. Nella zona pranzo,

tavolo West Lake di Massimiliano Locatelli in bronzo. Tappeto Petra di Hechizoo disegnato da Jorge Lizarazo. Lampade a soffitto Uplight di Paavo Tynell, Anni 50. Sedie Superleggera di Gio Ponti, Cassina, 1961. Le opere d’arte sono delle gallerie Giò Marconi e Robilant+Voena

Nilufar squat d’autore a Londra nina yashar ‘occupa’ un appartamento di mayfair con i pezzi migLiori deLL a sua gaLLeria miL anese. un dispL ay d’eccezione per incantare appassionati e acquirenti di tut to iL mondo, in mostra fino a ot tobre TesTo — Paola Menaldo FoTo — Mel YaTes

Manca solo il libro sul comodino, qualche rivista in salotto. Se non fosse per l’ordine impeccabile, si farebbe fatica a pensare che questo appartamento a Londra non sia abitato. Troppo perfetto per essere vero, a partire dalla concentrazione di arredi firmati. Alzi lo sguardo e c’è un lampadario monumentale di Gio Ponti, entri in camera e come testata del letto trovi un paravento di Martino Gamper, mentre in bagno brilla una caleidoscopica abat-jour di Gabriella Crespi. Opere dei grandi maestri ed edizioni limitate firmate da designer contemporanei: Michael Anastassiades, Maarten De Ceulaer, Patricia Urquiola, Massimiliano

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design project

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Locatelli, Osanna Visconti di Modrone. Tutto provenienti dalla galleria Nilufar. La proprietaria Nina Yashar, origine iraniana e accento spiccatamente milanese, ha selezionato i suoi pezzi migliori e li ha portati al primo piano di una palazzina vittoriana in South Audley Street. Una sorta di blitz. L’occasione è la quinta edizione di Squat, progetto di occupazione artistica che dopo Parigi, Beirut e Milano, sbarca quest’anno nel quartiere londinese di Mayfair. La casa, 230 metri quadrati ristrutturati dallo studio Shalini Misra tra marmi e superfici dorate, sarà aperta al pubblico fino a ottobre (da martedì a sabato, dalle 11.00

alle 19.00, domenica su appuntamento). Scopo del progetto: vendere. Gli arredi, ma soprattutto l’appartamento. «Questi interventi», spiega Yashar, «sono sempre realizzati con aziende di real estate, il mio contributo serve a rendere la proprietà più interessante e fruibile. Per Nilufar è una grande strategia di comunicazione. L’idea di entrare in una casa privata è molto efficace. La riservatezza, il mistero funzionano bene, ed è una tendenza espositiva molto forte». Il fatto di essere a Londra è significativo. «È sempre stata una meta ambita, c’è un mercato internazionale di grande passaggio». Per questo, più che altrove, il progetto Squat qui

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Nella camera da letto, lampadario Catch di Lindsey Adelman in ottone e vetro soffiato. Coppia di poltroncine di Viggo Boesen per Hos Wulff, in legno e montone, 1930. Tavolino di Gio Ponti, Anni 50. Tappeto Chromosome-P di Caturegli Formica


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Lampadario in ottone N° 2022°/10 di Gino Sarfatti per Arteluce, 1940. Poltrone di Folke Jansson per S.M. Wiencrantz, Anni 50. Scrivania e sedia di Bertha Schaefer per Singer and Sons, Anni 60. Lampade da tavolo di Marcel Breuer, 1962. Il tappeto Expected to be or happen at a time still to come di Martino Gamper è un pezzo unico di Nilufar. Lampade da terra in ottone di Hans Agne Jakobsson per Markaryd, Anni 60

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la gallerista nina Yashar ritratta da marco guastalla. la composizione di tavolini e sedute negli spazi di nilufar depot in viale lancetti a milano è firmata da martino gamper (in questa pagina). la camera padronale con il paravento off-cut di gamper in formica specchiata e dorata, usato come testata del letto. coppia di lampade a soffitto di stilnovo, anni 60. comodino in bronzo della collezione tracce di osanna visconti di modrone. Panca dualita di david/nicolas per nilufar (nella pagina accanto)

«i Proge t ti contemPoranei convivono accanto ai Pez zi storici. gio Ponti, michael anastassiades, ma arten de ceul aer. come È Possibile che stiano così bene insieme? ha sorPreso anche me»

l’intero progetto cercando miX&match d’autore a londra nella sezione case di living.corriere.it

è interessante. «Può capitare che qualcuno dica ‘mi piace, la prendo e voglio entrare in una settimana’». Magari acquistando il pacchetto completo... «In teoria sì, anche se è difficile», risponde consapevole del valore degli oggetti. Ma se c’è un posto dove questo può succedere oggi è Londra. Chi ci abiterà, è difficile dirlo. Dev’essere strano arrivare in una casa vuota e arredarla per qualcuno che ancora non c’è. «Questo è il bello», dice ridendo. «Ho potuto fare quello che volevo». Come se dovesse viverci lei? «Per me stessa sinceramente avrei fatto qualcosa di diverso. L’ho arredata avendo in mente un certo tipo di clientela. Arabi,

indiani facoltosi. Chi compra qui spesso sta acquistando una seconda casa, o una terza». Per farlo ha collaborato con Shalini Misra e Mehves Ariburnu dello studio che ha curato i lavori. «Ho condiviso con loro le mie scelte. La selezione l’ho fatta io, anche perché ho un inventario di più di 4.000 pezzi e gli altri fanno un po’ fatica a orientarsi, io ci sono abituata». Tavoli, tavolini, cabinet, poltrone, sedie, lampade e soprattutto tappeti, la sua passione. Difficile farli stare tutti in via della Spiga, per questo di recente ha aperto Nilufar Depot, magazzino delle meraviglie in viale Lancetti. E poi c’è Squat, che permette di vedere i pezzi nella loro destinazione

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finale. Dovesse sceglierne uno tra quelli del progetto londinese? «Il lampadario di Gio Ponti è sicuramente tra i più importanti. E trovo interessanti alcuni abbinamenti. In generale, quello che ha sorpreso anche me stessa è l’aver mescolato in spazi così piccoli molti progetti contemporanei e qualche pezzo storico. È incredibile che stiano così bene insieme. È la dimostrazione di quanto sia importante la sinergia, l’abbinamento tra le cose». Questione di stile, insomma. Se poi i pezzi sono di questo calibro, è un gioco da ragazzi. L nilufarsquat.com


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Ciak, si gira. viaggio cinematografico nel capoluogo siciliano all’insegna del gioco e dell’ironia. Nel tableau vivant davanti a Bagheria come tra i vicoli assolati, moda e design danno vita a inediti cortocircuiti di stile. Dove lo sportswear dialoga con i colori di Mondrian e i tessuti metallizzati fanno da contraltare all’artigianato contemporaneo Foto Tim Gutt | Art e Fashion Direction Clementine Keith-Roach


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1 Casseruola Terra.Cotto in ghisa smaltata, design Stefania Vasques per Sambonet (€ 105) 2 Tuta uomo in nylon, Le Coq Sportif (€ 159) 3 Puf Circus con rivestimento in cotone, design Simon Legald per Normann Copenhagen (€ 460) 4 Tuta donna in cotone elasticizzato con stampa jungle di Michael Michael Kors (€ 91). Ballerine in pelle con punta nera di Vic (€ 100) 5 Vasi Hicks in zinco laccato in quattro colori primari e in due misure, Darkroom (€ 96 e € 62 l’uno) 6 Canotta in cotone di Moschino Underwear (€ 20). Pantaloni in cotone elasticizzato di Gucci (€ 239). Mocassini in pelle di vitello di Marni (€ 263) 7 Abito plissé in viscosa stampata, Céline (€ 676). Sandali in tessuto rosso, MM6 by Maison Margiela (€ 141) 8 Pentola White Pot in acciaio, design Rodolfo Dordoni per Knindustrie (€ 135) 9 Portavasi Plant Stand in ferro tinto nero, Ferm Living (€ 36)


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1 Borsa in paglia, Valentino (€ 432) 2 Foulard in seta con stampa animalier, Valentino (€ 118) 3 Sandali in pelle laminata bronzo di Givenchy (€ 500) 4 Lampada a sospensione Egg of Columbus in carta pressata, Seletti (€ 29) 5 Casseruola Terra.Cotto in ghisa smaltata, design Stefania Vasques per Sambonet (€ 105) 6 Sedia Lizz Mat in tecnopolimero termoplastico, design Piero Lissoni per Kartell (€ 374) 7 Top in cotone color salmone di 3.1 Phillip Lim (€ 122). Gonna longuette in poliestere, Background (€ 60). Sandali in pelle con tacco alto, Viktor & Rolf (€ 281)


1 Orologio da polso in acciaio con cinturino in pelle di Vivienne Westwood (€ 285) 2 Pendenti in metallo di Eddie Borgo (€ 141) 3 Orecchini circolari in metallo di Maria Francesca Pepe (€ 77) 4 Bracciale in ottone con decorazioni in resina e viscosa rossa, Dolce&Gabbana (€ 336) 5 Anello in argento con applicazioni in zircone, design Misis per First People First (€ 220) 6 Orecchini in fibre tessili e nappa con applicazioni di cristalli Swarovski e perle, Dori Csengeri (€ 150) 7 Braccialetto in ottone con inserti di perline, Givenchy (€ 419) 8 Collana in bronzo con inserti in pietra verde di Emilio Pucci (€ 295) 9 Pantaloni in misto cotone di Marni (€ 83). Canotta in cotone di Moschino Underwear (€ 20)

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1 Candelabro Fuji in ceramica e vetro, design Elena Salmistraro, exclusive style per yoox.com (€ 60) 2 Bicchiere Bora in vetro di Murano di Carlo Moretti (€ 108) 3 Vaso Angolo in plexiglas, design Valentina Cameranesi, exclusive style per yoox. com (€150) 4 Specchio Memorabilia Gold con cornice in porcellana dorata di Seletti (€ 130) 5 Vaso Cordonetto in porcellana di Missoni Home by Richard Ginori 1735 (€ 202) 6 Pantaloni in seta lamé, Brunello Cucinelli (€ 334). Blazer monobottone in misto seta di Gucci (€ 584). Ballerine in pelle con punta beige di Anna Baiguera (€ 68)


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1 Top bianco in tessuto tecnico di Simone Rocha (€ 398) 2 Tappeto Another Rug in lana e cotone, design All the Way to Paris per &Tradition (€ 319) 3 Trench rosa in poliammide, Simone Rocha (€ 274)

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1 Tavolino Stay Table in acciaio laccato, design Jonas Wagell per Normann Copenhagen (€ 189) 2 Piatti in vetro bicolor, design Massimiliano Locatelli per Untitled Homeware (6 pezzi € 474) 3 Abito in seta e viscosa con tasche laterali di Céline (€ 941). Sandali in tessuto con zeppa di Tommy Hilfiger (€ 68) 4 Giacca in cotone e poliestere con cintura nera di Maison Margiela 1 (€ 261). Top bianco in misto seta di Elisabetta Franchi (€ 152). Pantaloni in tessuto tecnico con bande laterali rosse di Céline (€ 470). Mocassini in pelle bianca di Gucci (€ 175) 5 Abito uomo in seta con stampa floreale di Valentino (€ 817). Sandali in vacchetta color testa di moro, Luca di Napoli (€ 59)

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Styling – Marloes Mandaat. Art dept assistance – Martina Repetto. Produzione – MAI, Mascioni Associati International

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Musei

Tate Modern art changes we change l’istituzione londinese raddoPPia e aggiunge un nuoVo ediFicio all’eX centrale elet trica. caMBia tut to, il raPPorto con le oPere e il Modo di esPorle: l a collezione diVenta liVe e Punta sul MoViMento TesTo — elisabeTTa colombo

La Tate Modern di Londra, a sud del Tamigi. La stecca con il camino è il primo corpo del museo inaugurato nel 2000, ora diviso in Boiler House e Turbine Hall. L’estensione, sulla destra, si chiama Switch House. Foto di Iwan Baan

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gli interni in cemento della nuova switch house progettata dagli architetti svizzeri herzog & de meuron. foto di iwan baan (sopra). una performance dell’inaugurazione dello scorso giugno, curata da andrea

lissoni e catherine Wood: ‘primitive’ dell’artista thailandese apichatpong Weerasethakul, 2009 (nella foto). andrea lissoni è senior curator dell’international art, sezione film. foto di hugo glendinning (nella pagina accanto)


musei

«abbiamo un’ambizione: vogliamo dimostrare che l a performance può accadere ovunque» Andrea Lissoni

I dipendenti della Tate Modern di Londra corrono nei corridoi. Vietato arrivare in ritardo alle riunioni, anche solo di cinque minuti, soprattutto ora che è stata inaugurata la Switch House, l’estensione: se da un lato permette al museo di arte moderna di riorganizzare la collezione, dall’altro aumenta del 60% le potenzialità espositive. «Londra si muove velocemente, lo vedi già dalla strada, e la marcia in più della Tate è quella di saper osare», spiega Andrea Lissoni, senior curator dell’International Art, sezione Film. Quando è arrivato, nel 2014, l’edificio ‘nuovo’ era un cantiere e i suoi ritmi ancora lontano dagli standard britannici. «Ho impiegato quasi due anni per riorganizzare il mio metodo di lavoro e adattarmi al cambio di mentalità», spiega. Tanto ha fatto che potrebbe essere lui uno degli assi nella manica dell’era museale 2.0. Sua la curatela, in collaborazione con la collega Catherine Wood, dell’inedito programma di live art che dal 17 giugno sta spopolando negli spazi della Tate, in particolare nei

Tanks, le ex cisterne dell’olio sotto la Switch House diventate il fulcro di un nuovo approccio culturale (e curatoriale). Un luogo unico nel suo genere, dedicato alle performance. Se è vero che la Tate cambia perché l’arte cambia (‘art changes we change’ è lo slogan appeso sui muri di Londra) è altrettanto chiaro che il futuro sono i moving works: film, immagini, danze, suoni, happening, installazioni che vengono performate. E gli artisti in scena sono Apichatpong Weerasethakul, Trisha Donnelly, Marvin Gaye Chetwynd, Charlotte Posenenske… «Abbiamo un’ambizione», continua Lissoni. «Come è stato fatto per il progetto If Tate Modern was Musée de la Danse del 2015, vogliamo dimostrare che la performance può accadere ovunque. Può entrare nelle gallerie, tra le collezioni permanenti, prendere forma a fianco dei quadri e delle sculture». Inizia un nuovo corso espositivo, l’arte lascia le vetrine e toglie le barriere, è viva più che mai. «La grande sfida è come esporre questi lavori per noi

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musei

TaTe modern in numeri

4.712.581 visitatori nel 2015, quasi due volte gli ingressi del MoMA di New York – 35 anni l’età media del pubblico – 17 giugno la data di inaugurazione della nuova ala della Tate Modern – 260 milioni di sterline il costo dell’estensione – 60% l’ampliamento espositivo dopo l’apertura della Switch House equivalente a 22.500 metri quadrati – 336.000 mattoni per il rivestimento del nuovo edificio – 10 piani nuovi di sale e gallerie – 1 terrazza panoramica a 360° – 2 ponti collegano la Switch House e la Boiler House attraverso la Turbine Hall – 30 metri di diametro per ciascuna delle tre cisterne, The Tanks, gli unici spazi museali al mondo dedicati a performance, film, installazioni, live art – 70.000 opere gestite dalla Tate – 300 artisti internazionali coinvolti per la nuova apertura

«L A RAGIone d’eSSeRe deLL A SwITcH HouSe È dI oSSeRvARe L’ARTe dAGLI AnnI 60 In PoI, quAndo Le oPeRe dIvenTAno AT TIve e GLI ARTISTI cHIedono dI PIù AL LoRo PuBBLIco» Frances Morris

fondamentali. Prendiamo per esempio l’americana Joan Jonas, con lei abbiamo fatto un esperimento radicale. Il suo video Song Delay è presentato in una stanza non oscurata. Per tanti anni è passato sui monitor, per la prima volta lo mostriamo con la potenza di un’opera, sulla parete, per raccontare un’altra possibilità del minimalismo». Aiuta al riguardo il layout degli architetti Herzog & de Meuron, che dà la possibilità di uscire dall’esperienza statica del museo tradizionale per immergersi in spazi fluidi e flessibili. Nella nuova Tate si alternano gallerie grandi e piccole, forme non convenzionali, improvvisi tagli orizzontali e veli traforati che di giorno gettano ombre negli ambienti in cemento e di notte luce sul Tamigi. Eppure esternamente la tradizione è intatta. Vista dal Millennium Bridge, l’estensione forma un corpo unico con il primo volume dell’ex centrale elettrica: stesso colore, stesso tessuto di mattoni che gli architetti oppongono all’avanzata

del vetro e del metallo in città. «La Switch House è una ‘casa di collegamento’: unisce il Nord e il Sud di Londra, narra storie e controstorie, completa la Boiler House, la struttura originaria. Già nel 2000, quando Herzog & de Meuron hanno ristrutturato il sito, c’era l’idea di creare un solo polo urbanistico e museale. La cosa sorprendente era quel balcone che attraversava la Turbine Hall e sbatteva contro un muro. Sedici anni fa, loro sapevano che quella parete sarebbe stata abbattuta e che il balcone sarebbe diventato un ponte. Una visione che guardava molto avanti». Un pensiero che per i londinesi «è diventato uno dei palazzi più spettacolari degli ultimi vent’anni», commenta l’Evening Standard. Per gli architetti la Switch House è ‘la tenda’. «Il soprannome», conclude Lissoni, «calza bene con l’obiettivo della Tate di ospitare artisti, confronti e idee che si muovono, interagiscono, si accampano…». L TATe.oRG.uk

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La struttura a forma di ‘tenda’ della nuova Switch House. Foto di Iwan Baan (a fianco). Alcune opere di Mark Rothko, parte della collezione permanente del museo (sotto). Frances Morris è il nuovo direttore della Tate Modern: prima donna britannica a ricoprire questo ruolo. Foto di Hugo Glendinning. Firmato da Peter Saville il nuovo logo del museo (nella pagina accanto, da sinistra)


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Costa Azzurra l a factory sol are che si trat ti di arte o design, l a ricerca di nuovi linguaggi è continua. Quanto al paesaggio, da mentone a tolone l a bellezza dell a riviera resta intat ta. anzi, cresce TesTo — annalisa rosso FoTo — Filippo bamberghi per living

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Design Tour

01 Villa e-1027 di eileen Gray a roquebrune-cap-Martin. Foto B. touillon (sopra, a sinistra). Maison Bernard di Antti Lovag a théoule-surMer. Foto Yves Gellie (sopra, a destra). L’anfiteatro di Jean cocteau al centre Méditerranéen d’etudes Françaises di cap d’Ail, cmef-monaco.fr (nella pagina accanto)

residenze storiche Il passato è più vivo che mai. Lo testimoniano le dimore del secolo scorso, una delle eredità più affascinanti della Costa Azzurra, tutte alle prese con progetti dinamici e di grande interesse. L’esempio più eclatante è forse quello del Centre Méditerranéen d’Études Françaises di Cap d’Ail, scuola internazionale di lingua francese creata nel 1952 che attualmente riceve circa 4mila studenti di scuole medie e superiori all’anno, provenienti da tutto il mondo, per soggiorni individuali o di gruppo. L’anfiteatro realizzato da Cocteau, in seguito all’incontro con il fondatore Jean Moreau, è il cuore pulsante di questo spazio dalla vocazione formativa, non accessibile al grande pubblico e protetto con passione da speculazioni di massa. Altro tipo di vitalità è quella di Maison Bernard, la Bubble House realizzata negli Anni 70 dall’architetto ungherese

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Antti Lovag a Théoule-sur-Mer. Nel 2016 Odile Decq ha portato a termine un progetto di rinnovamento durato cinque anni e ora l’incredibile casa è aperta ai visitatori e ospita un programma annuale di residenze d’artista. La Villa Arson di Nizza, realizzata dall’architetto Michel Marot, allievo di Walter Gropius, è uno splendido esempio di stile Modernista e Neo Brutalista. Registrata insieme al giardino come Patrimonio Nazionale del XX secolo e Monumento Storico, è sede dell’École Nationale Supérieure d’Arts de Nice e del Centre National d’Art Contemporain. Persino la Villa E-1027 di Eileen Gray, parte del Cap Moderne di Roquebrune-Cap-Martin insieme a Le Cabanon e Les Unités de Camping di Le Corbusier, sta attraversando una nuova primavera in seguito a diverse fasi di restauro e a un inedito programma di esposizioni e incontri.



02 Il ristorante Elsa dell’hotel Monte-Carlo Beach. Tutto il complesso porta la firma di India Mahdavi (sopra). Hi Beach, il lido di Matali Crasset a Nizza, arredi outdoor Luxembourg, Fermob (nella pagina accanto, in alto). Il ristorante A’Trego di Philippe Starck nel porto di Cap d’Ail (nella pagina accanto, in basso)

FASHIoN gourMET Il senso del bello in Costa Azzurra sembra innato. La preservazione del paesaggio, la cura per la vegetazione sono – quasi dappertutto – costanti. Un semplice cabanon con arredi di legno e tela vicino al mare, come tanti se ne trovano da queste parti, restituisce il genius loci più autentico. Con lo stesso spirito, alla ricerca di una semplicità décontracté, rilassata, ma senza rinunciare all’eccellenza in fatto di cibo, vino e stile, stanno aprendo una serie di nuovi locali e altri si stanno rinnovando completamente. Fanno riferimento a designer francesi, emergenti o consolidati, dimostrando una coerenza e una consapevolezza che fanno riflettere. È il caso del Monte-Carlo Beach, vera istituzione monegasca fin dagli Anni 30. Nella piscina dell’hotel hanno imparato a nuotare i figli della Principessa Grace, e

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Elsa Maxwell era di casa. Oggi le 40 stanze, la spiaggia e i ristoranti sono stati completamente rinnovati da India Mahdavi, con un sapiente gioco di colori e arredi disegnati appositamente. Citazioni di un passato senza nostalgia. Poco lontano, nel porto di Cap d’Ail, Philippe Starck ha firmato il Restaurant A’Trego, un grande ‘cabanon pieds dans l’eau’ dalle tonalità chiare e morbide per l’outdoor, e con toni più eccentrici all’interno. Sbagliato pensare che i prezzi siano sempre inaccessibili: locali come questo offrono menu di grande raffinatezza, con materie prime e vini locali, anche in formule assolutamente abbordabili. A Nizza, è stata la volta di Matali Crasset. Il concept del suo Hi Hotel è stato replicato nell’Hi Beach lungo la Promenade des Anglais. Un gioco di colori cha va in crescendo:


Design Tour

dal blu delle sdraio sotto gli ombrelloni bianchi, vicino all’acqua, si attraversano piccole capanne in legno e si arriva alla zona ristorante, coloratissima. Insieme a una lounge dedicata agli appuntamenti serali, è sul food che il nuovo proprietario intende puntare l’attenzione. Mentre una menzione speciale la merita Hyères. La storia di questa città sembra essere intrecciata a doppio filo con quella del Festival della Villa Noailles. E certo questo è vero per quanto riguarda l’hotel Le Provençal, giunto alla terza generazione di gestori. Oltre alle stanze, in parte già rinnovate dai designer che hanno partecipato alle Design Parade degli ultimi anni, ci sono tre ristoranti, alcune residenze nel parco di due ettari e una piscina immersa nella quiete, nascosta tra il mare e la vegetazione mediterranea.

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L’opera di Louise Bourgeois Crouching Spider e l’art centre disegnato da tadao ando. Siamo nella tenuta vinicola château La coste: uno dei parchi d’arte e architettura più interessanti al mondo


Design Tour arte e architettura La scena artistica della Côte d’Azur è tornata negli ultimi anni ad avere una voce importante e indipendente, nel nome della produzione contemporanea. Merito anche del Nouveau Musée National de Monaco, con doppia sede nelle storiche Villa Paloma e Villa Sauber a Monte Carlo. Sotto la guida illuminata della direttrice Marie-Claude Beaud, si sono susseguite dall’apertura nel 2010 personali di artisti del calibro di Thomas Demand, Gilbert & George, Thomas Schütte, Fausto Melotti. Nell’estate 2016 sono visitabili la mostra Villa Marlene di Francesco Vezzoli (gioco di proiezioni e omaggio alla Dietrich, che in queste zone era di casa), e la retrospettiva di Duane Hanson. L’aria che si respira è cosmopolita. Non a caso l’italiano Cristiano Raimondi, responsabile dello sviluppo del museo e dei progetti internazionali, è parte del board curatoriale della sezione Back to the Future per la prossima edizione della fiera Artissima, a Torino. Mentre, a pochi passi da Villa Sauber, la 11 Columbia invita ogni due mesi una galleria o un ente da

diverse città del mondo per presentare un progetto espositivo ad hoc. L’architettura sembra non essere da meno. Sono recentissimi i progetti dello Yacht Club di Monaco di Norman Foster e l’Allianz Riviera Stadium di Wilmotte, a Nizza. Città che a breve vivrà lo sviluppo di un nuovo piano urbanistico, con il particolare dei tram disegnati da Ora-ïto per votazione dei cittadini. Ne abbiamo parlato con l’architetto Rudy Ricciotti, che ha firmato uno dei primi progetti più innovativi in zona (il Museo Jean Cocteau di Mentone, aperto al pubblico nel 2011), e che sta lavorando a una multisala cinematografica a Cannes. Ci mette in guardia: «Non c’è ancora stato un vero cambiamento, ma c’è la coscienza di fare meglio. Qui più che altrove ha senso l’obbligo di realizzare un’architettura di qualità». E se si tratta di suggerire un posto da visitare, non ha dubbi: «Cassis è il luogo più bello secondo me, con le sue calanques. Ma tutto il litorale è eccezionale. Il vero privilegio è di essere al mare. Che importa dove?».

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Vanessa Knaebel, direttrice della galleria 11 columbia (sopra). il Museo Jean cocteau di rudy ricciotti (sotto). cristiano raimondi del Nouveau Musée National de Monaco, di fronte all’installazione di Jean-Pascal Flavien (sotto, a sinistra)


Design Tour

04 L’architettura Anni 20 della Villa Noailles, a Hyères (in alto). Max Frommeld e Arno Mathies: premio speciale 2016 della giuria della Design Parade 10 (sopra). Jean-Pierre Blanc, fondatore e direttore della Villa Noailles (a destra)

FestiVAL iN ViLLA A Hyères si respira un’atmosfera speciale, quasi elettrica. Dall’1 al 3 luglio inaugura l’undicesima edizione della Design Parade (che rimarrà visitabile fino al 25 settembre), con una serie di esposizioni e incontri d’eccezione. Basti citare la personale di Max Lamb, presidente della giuria dell’ambito concorso di Villa Noailles di cui fanno parte anche Deyan Sudjic, Oscar Díaz, Faye Toogood. Il focus, come sempre, è sui designer emergenti: dieci in competizione oltre a Max Frommeld e Arno Mathies, Samy Rio (Grand Prix Design Parade 10), e tanti altri ancora. Si percepisce una dimensione di intenso scambio, di condivisione. «L’ho imparato attorno alla tavola della mia famiglia d’origine», ci racconta Jean-Pierre Blanc, direttore della Villa Noailles. «Questo spirito comunitario arriva da lì». Trent’anni fa, come progetto

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di tesi, aveva immaginato un festival che permettesse ai giovani creativi di moda di farsi conoscere e incontrare i brand, al di fuori dei circuiti canonici. L’idea si è dimostrata – a dir poco – vincente. Il Festival International de Mode et de Photographie in primavera e la Design Parade in estate sono tra gli eventi di settore più attesi e innovativi. Ma non è finita. Dal 30 giugno al 2 luglio nella vicina Tolone ha esordito la prima edizione dell’International Festival of Interior Design (visibile fino all’11 settembre), sempre organizzato dalla Villa Noailles. Tra le esposizioni in programma, India Mahdavi al Museo d’Arte e uno speciale progetto fotografico dedicato alla città commissionato a Olivier Amsellem. Oltre a un concorso, sulla falsa riga di quello tradizionale della Design Parade, che mette in scena dieci giovani progettisti di interni premiati da una giuria prestigiosa.


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La piscina con acqua di mare dell’hotel Le Provençal e il nuovo ristorante con bar e spiaggia Le Marais, a Hyères. L’architettura di Tadao Ando nel

parco d’arte Château La Coste, a Le PuySainte-Réparade. Il Mobile di Calder all’hotel La Colombe d’Or, a Saint-Paul-deVence (da sinistra)

In piscina con Calder. E poi al ristorante firmato Philippe Starck

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ALBeRgHI Dal 1920 a oggi tutti sono passati dal mitico La Colombe d’Or: Picasso e Belmondo, Jean Nouvel e Olivier Zahm. In piscina un grande Mobile di Calder è al posto del trampolino. Saint-Paul-

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Un mix di tradizione e innovazione, segnato da un profondo legame con i festival di Villa Noailles. Al Provençal, la piscina a sfioro affacciata sul mare ai piedi della pineta è mozzafiato. Da non perdere le serate jazz. 113 place Saint-

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Design Tour

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FeSTIVAL La Design Parade di Villa noailles all’11esima edizione continua a sorprendere. Ospite dell’anno Max Lamb, in giuria, tra gli altri, Deyan Sudjic, Oscar Diaz, Faye Toogood. Opening dall’1 al 3 luglio, esposizioni fino al 25 settembre. Parc Saint Bernard,

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A Tolone la prima edizione del Festival Internazionale d’Architettura d’Interni, realizzato dall’associazione Villa Noailles. Tra gli eventi, India Mahdavi al Museo d’Arte di Tolone. Visibili fino all’11 settembre.

Nuova gestione per Hi Beach, la spiaggia firmata da Matali Crasset. Invariata l’atmosfera piacevole e décontracté, si aggiunge nuova attenzione per il ristorante, fiore all’occhiello del lungomare nizzardo.

Il Musée jean Cocteau collection Séverin Wunderman - presenta una serie di esposizioni temporanee, oltre al percorso permanente dedicato al grande artista e poeta francese, nella suggestiva cornice dell’architettura di Rudy Ricciotti, Grand Prix National d’Architecture.

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I Bouroullec e gli Eames sulla spiaggia? Si può fare. Lo stile del ristorante e bar Le Marais si allunga dal lido al mare, e ne fa uno dei posti più ricercati.

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ALBUM

Muri a secco e volumi squadrati, in Marocco la fortezza di Studio KO — A Ibiza, una finca selvatica che non vuole rinnovarsi — Villa Quieta e la sua vita accanto a Le Corbusier: in Costa Azzurra il design è colto — Lanzarote è un’opera d’arte, César Manrique l’ha incorniciata

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CUORE

Una finestra lunga sette metri affaccia sul terrazzo. Sorregge il muro a secco un’architrave di cemento. A terra pietra Benslimane, tipica del Marocco


AlbUM

Volumi dalla forma primitiva, passaggi sospesi, materie antiche. Studio KO progetta la casa per le vacanze di una famiglia parigina a sud di Essaouira, Marocco. Una sorta di fortezza di raffinata semplicitĂ che intreccia artigianato e design

Testo Ana Cardinale | Foto Yann Deret

DI PIETRA 123


NEi Nostri progEt ti l a matEria è sEmprE moNocolorE: utilizziamo duE o trE tiNtE al massimo pEr garaNtirE uNità Studio KO

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In soggiorno, il soffitto a volta di cemento dialoga con i muri di pietra. La panca in muratura, rivestita con tessuti tradizionali marocchini, corre lungo tutta la finestra. Vintage le due poltrone, su misura il tavolino realizzato da artigiani del posto, a terra stuoia intrecciata (in questa pagina). Il patio separa le due camere da letto, nel mezzo il tavolo dove si incontrano gli amici. Nell’apertura a tutta altezza della facciata una miscela di rami di acacia secchi scherma dal sole e impedisce il passaggio di animali (nella pagina accanto)



La piscina è in cemento lisciato; a terra pietra locale Benslimane. Nella facciata si distingue il dettaglio architettonico dell’architrave (accanto). Tronchi di alloro e di tuya: il soffitto della sala da pranzo è tradizionale. Marocchine anche le sospensioni vegetali e i tappeti berberi realizzati con tessuti di scarto e lana, appesi come arazzi. Il piano del tavolo è una vecchia porta, le sedie provengono da un rigattiere di Marrakech (nella pagina accanto)

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La cucina è di Arrex, piano di lavoro in cemento, elettrodomestici Ilve e sospensioni con bulbi a vista Zangra. La porta conduce all’area di servizio (sopra). Un dettaglio dei passaggi che danno accesso alla terrazza, il punto più alto della casa da cui si può vedere in lontananza il mare (sotto). La camera da letto principale con un folto tappeto berbero a terra, una sedia di paglia tradizionale e tendaggi di lino molto spessi. Oltre la vetrata di tre metri per tre, un piccolo giardino dove il proprietario ha piantato un albero di ulivo e piante grasse (nella pagina accanto)

Con i suoi volumi squadrati, i tetti piatti e le feritoie in facciata, lame di luce che si aprono nei muri di pietra, la casa sembra una fortezza. Una rocca che protegge dal vento dell’oceano, dalla sabbia del deserto e dagli sguardi indiscreti. Per quanto i francesi Karl Fournier e Olivier Marty, fondatori di Studio KO e guru dell’interior design internazionale, ci abbiano abituato a creazioni incredibili, non si può che restare a bocca aperta davanti a questo progetto. Siamo nel villaggio marocchino di Ghazoua, a sud di Essaouira, la città berbera affacciata sul mare talmente antica che la sua medina è iscritta nella lista dei patrimoni mondiali dell’umanità dell’Unesco. Qui il mare lo si vede in lontananza, mentre attorno al bastione contemporaneo domina una distesa di spettacolari alberi di Argan, che nella cultura locale sono considerati simboli della vita. «Per noi è diventato un luogo vitale, indispensabile per rilassarci. Qui si capisce che non occorre granché per essere felici», spiegano i proprietari, una coppia parigina con un bambino piccolo. Pittrice lei, stilista per un noto marchio di abbigliamento sportivo lui, sognavano un rifugio lontano da tutto, in cui trascorrere le vacanze e i weekend lunghi: «È la nostra via di fuga», dicono. «Richiede qualche ora di viaggio ma, una volta arrivati, tutto è assolutamente perfetto». Il passaggio da un ambiente all’altro è fluido: i vari volumi dalla forma primitiva, perfettamente integrati nell’ambiente, si innestano l’uno nell’altro grazie a passaggi sospesi: lo spazio è organizzato in modo da offrire sapienti ‘pause’ tra un panorama mozzafiato e l’altro, mentre dai cortili

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Le pareti dei bagni sono di cemento e di calce, rubinetti Cristina rubinetterie (a sinistra). i muri a secco integrano il volume nel paesaggio grazie al loro sapore tradizionale (sotto). La piscina che costeggia la villa è un bacino in muratura (nella pagina accanto)

Guarda altre foto cercando Cuore di pietra nella sezione Case di living.corriere.it

TAPPETI BERBERI E MOBILI ACQUISTATI NEI SOUK DI ESSAOUIRA. MA ANChE ARREDI SU DISEGNO fAT TI DA ARTIGIANI LOCALI

interni si possono gustare l’estetica della casa e il magnifico paesaggio. Un equilibrio visivo che torna negli interni, quieto riparo dal forte clima africano. Basico l’arredamento, tutto giocato su toni neutri e mobili artigianali, comprati nei souk di Essaouira e Marrakech. Il resto è disegnato su misura dal duo di creativi e realizzato su disegno da artigiani del posto. L’insieme dosa tradizione e design, con un’alchimia tipica dei lavori firmati dagli archidivi. Fournier e Marty si sono adoperati per garantire la totale indipendenza dei diversi blocchi che compongono la residenza, dalle aree private a quelle comuni. Ciascuno spazio è autonomo, dotato di vita propria ma comunque legato al resto da un ‘innesto’ architettonico, in modo da creare un insieme armonioso. Materia nobile di per sé, la pietra viene esaltata dall’accostamento con materiali sobri e leggeri, che producono interessanti giochi cromatici dall’effetto rilassante. La palette che caratterizza l’esterno viene riproposta anche nelle stanze: tra muri in calce, pavimenti in Breccia Moresca, il marmo tipico della zona e l’alternanza di soffitti vegetali e in cemento. «Nelle nostre costruzioni, la materia è sempre monocolore: utilizziamo due o tre tinte al massimo per garantire unità», spiegano i KO. Forme e soluzioni contemporanee, unite a materie antiche e lavorazioni tradizionali, danno vita a un universo di raffinata semplicità che lascia ampio spazio al comfort e intreccia l’artigianato e il design. studioko.fr

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ALBUM

Di Jeremy Callaghan | Testo Luigina Bolis | Foto Gaelle Le Boulicaut

Lontana dalla movida della Isla Blanca, Can Pep Juano è un’antica finca nascosta nella vegetazione. I proprietari Roze e Pierre ne hanno esaltato l’anima selvatica con kilim, tessuti thailandesi e piccole incursioni di pop design. Spazi vissuti in libertà, dalla cucina sotto il patio alla doccia sull’albero

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Roze de Witte e Pierre Traversier sulla veranda di Can Pep Juano, la loro casa a Ibiza. Tra gli arredi di legno realizzati in Messico e le stoffe thailandesi dai pattern coloratissimi spunta anche il design: una Panton chair, Vitra, customizzata oro



Il bagno degli ospiti è outdoor, una piattaforma sopra un albero. Grezzi i materiali: cemento a terra, boiserie di bambÚ, fibra naturale del Marocco per le tende (sopra). Uno scorcio della piscina, immersa nella vegetazione selvaggia del giardino, vero orgoglio dei padroni di casa (sopra a destra). Una nicchia rilassante ricavata

in un angolo del patio: sedie vintage in metallo e fibra di vetro degli Anni 70 (a destra). Pierre Traversier, ex giocatore di basket professionista, si rilassa su un’amaca in cotone di Maraùon, azienda di Amsterdam specializzata. Tappeto realizzato a mano in Mauritania e tavolino acquistato al flea market (nella pagina accanto)

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Nel living al piano superiore si può apprezzare la tradizionale struttura della finca: sul soffitto grandi travi di legno di conifera. Appesi, fluttuano vascelli di legno fatti a mano a Majorca. Pochi gli

arredi: due eleganti Peacock chair in midollino; sui coffee table realizzati con fogli d’acciaio da artigiani locali, due vasi creati da Roze, appassionata ceramista. A terra tappeti berberi

All A necessità di rinnovAre AbbiAmo preferito lo chArme originArio dell A cAsA

Casa Can Pep Juano è nascosta nella macchia sulle colline di Ibiza. Capisci di aver lasciato il centro abitato quando sui muri non c’è più il numero civico ma una piccola targa con un nome. Il cuore pulsante della Isla Blanca è lontano, si sente soltanto il canto nitido delle cicale, altro che dj set sulla spiaggia. Uno dei tanti motivi che hanno spinto Roze de Witte e Pierre Traversier a trasferirsi qui per la maggior parte dell’anno. Dopo anni frenetici trascorsi tra Amsterdam e Parigi (lei giornalista, lui giocatore di basket professionista), la finca è sembrata un porto calmo, sicuro. Niente di stiloso, architettonico o all’ultima moda, anzi. «L’organizzazione degli spazi non è né logica, né pratica, ma il risultato delle scelte degli abitanti che si sono avvicendati qui», dice Pierre. Persone che hanno plasmato la finca secondo le proprie necessità, facendone una residenza stratificata e bellissima. Del resto, Roze ha una sua filosofia: «La parola ‘pratico’ non è proprio nel mio dizionario. ‘Bellezza’ invece sì». Così, al bagno si accede attraversando la terrazza. Qualche architetto amico loro ha provato a dispensare consigli: ‘Perché non dividere quella grande stanza, e farne due?’. ‘Che ne dite di un bagno ensuite per ogni stanza?’. Ma loro, niente: «Alla necessità di rinnovare abbiamo preferito lo charme naturale che già esisteva». Pierre ha addirittura costruito una casa di bambù sull’albero in giardino: dentro, c’è la doccia per gli ospiti. In questo modo non ha infranto il



La formula perfetta per notti rilassanti secondo Roze e Pierre: un materasso di qualità , una zanzariera e lenzuola di cotone egiziano di Society Limonta. Tappeti marocchini di Kulchi (sopra). La scala in muratura accoglie gli ospiti all’ingresso. Passatoia berbera acquistata durante un viaggio (sopra a

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sinistra). Dettagli del bagno padronale: specchi in ferro battuto comprati al flea market e restaurati dai padroni di casa. Lampada in fibra naturale di Ana Krasˇ (a sinistra). Tutti gli arredi in legno della stanza da bagno sono stati rimpiazzati da cabinets di cemento ridipinto. Tappeto marocchino (nella pagina accanto)



La veranda è essenziale, quasi primitiva: i coffee table e la panca sono di legno d’ulivo intagliato. Poltrone in rattan second hand e una sospensione di fibra naturale comprata ad Amsterdam. Tappeti intrecciati in

Mauritania (sopra). Vista frontale di Can Pep Juano, tradizionale finca spagnola (sotto). I padroni di casa posano nella cucina outdoor in muratura. Anche qui, come in bagno, tutto è a vista (nella pagina accanto)

piano regolatore, ha regalato privacy ai tanti amici che passano di qui durante l’estate e realizzato un sogno di bambino. In fondo «una casa non dovrebbe prendersi troppo sul serio», dice Roze. Per lei, appassionata ceramista, il meglio nasce dal contrasto tra i semplici mobili di legno vintage, i tessuti etnici e multicolor, e l’effetto ‘ruvido’ di materiali come la calce che riveste i muri lasciandoli al vivo. E poi poltrone in midollino, un camino di ghisa sospeso, unico elemento contemporaneo in cucina, mentre nel living c’è un tradizionale focolare in pietra. Ovunque si trovano dettagli di gusto che raccontano l’indole dei proprietari, si tratti di un antico tappeto berbero o di un cuscino ricamato a mano. Non mancano pezzi sofisticati di artigianato contemporaneo, come le lampade in rafia colorata di Ana Kraš, designer serba con base a New York. Pierre e Roze non ci hanno pensato troppo, alla decorazione di interni di Can Pep Juano: «Compriamo ciò che ci piace istintivamente, tanto vintage e pezzi che hanno una storia. Pensiamo che sia la casa a dirti cosa dovresti fare con lei, non il contrario». La coppia ha da poco realizzato un antico desiderio: è di questa primavera l’apertura del loro micro-hotel a cinque minuti d’auto dalla finca. Nove camere affacciate sul porticciolo di un piccolo villaggio di pescatori e cibo squisito. Il nome? Los Enamorados (losenamoradosibiza.com).

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ALBUM

Ci sono passati Le Corbusier e Serge Gainsbourg. Oggi è di una gallerista giramondo che ospita artisti. Si chiama Villa Quieta, ma non lo è per niente Villa Quieta si affaccia sulla baia di Roquebrune. A meno di un chilometro in linea d’aria si trova il cosiddetto Cap Moderne, che comprende il Cabanon di Le Corbusier e la Villa E-1027 di Eileen Gray

Testo Annalisa Rosso Foto Filippo Bamberghi

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Nel salone di Villa Quieta, divani Sant’Ambrogio di Luigi Caccia Dominioni, Azucena, poltrona Alligator dei fratelli Campana. Il tavolo basso Artefact di Martin Szekely replica la forma di una pietra trovata dal designer in Normandia (sopra). Céline Marcato, fondatrice della galleria di design monegasca Gate 5 gate5gallery.com - è seduta sulla

Rococò Armchair di Fernando e Humberto Campana che firmano anche il Settimio Cabinet prodotto in soli tre esemplari – uno si trova al Musée des Arts Décoratifs di Parigi (sotto). Nel vano scale lampadario di Max Ingrand per FontanaArte del 1960. A parete, serigrafia Il Bagno Turco di Michelangelo Pistoletto, 1971 (nella pagina accanto)

Affacciandosi dalle terrazze di Villa Quieta, una cinquantina d’anni fa, sarebbe stato possibile vedere Le Corbusier mentre nuotava al largo. Il suo Cabanon si trova proprio qui sotto, insieme alla Villa E-1027 di Eileen Gray. In Costa Azzurra, il piccolo villaggio Roquebrune-Cap-Martin ha attratto negli anni innumerevoli personaggi. Compresi i fratelli Wright, i primi a volare con una ‘macchina motorizzata’ nel 1903, che fecero costruire questa abitazione proprio in quel periodo. Oggi chi abita qui è Céline Marcato, gallerista di design che mantiene immutato lo spirito pioniere e un po’ irrequieto del luogo. «Non mi sono mai fermata da nessuna parte», dice. «In vent’anni ho vissuto dappertutto e ho girato il mondo». Eppure, il suo

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Nel salone, tavolo su misura e lampadario Magic Mirror di Johanna Grawunder. Sedie Superleggera di Gio Ponti, Cassina. Piantana Imbuto di Luigi Caccia Dominioni, Azucena.

Tappeto di Tapis Rainbow in seta realizzato a mano. A parete due opere di Enrico Baj e sul tavolo, da sinistra, piccole sculture di Violaine Ulmer e Andrea Branzi




Il designer Sebastian Errazuriz e Céline Marcato intorno al tavolo Tulip di Eero Saarinen, Knoll. Lampada Tizio di Richard Sapper, Artemide. La foto di Mick Jagger è di Bob Gruen (sopra). La gallerista

colleziona mirror ball: «Mi ricordano le notti passate a ballare» (a destra). La terrazza dello studio con arredi da esterno recuperati dalla paesaggista torinese Anna Peyron (nella pagina accanto)

riferimento non sono i celebri aviatori. A pochi passi dall’edificio principale, ci indica il volume rosso della Villa Auziera. «È un tributo a Le Corbusier. Il salone con caminetto che abbiamo installato all’aperto, sul tetto, riprende quello che Le Corbu aveva realizzato per Charles de Beistegui sugli Champs Elysées di Parigi». Qui Céline ospita per un progetto di residenze d’artista alcuni designer con cui collabora. L’ultimo in ordine di tempo è Sebastian Errazuriz che, arrivato da pochi giorni, è già sedotto dal genius loci. Nel giardino, curato dalla paesaggista torinese Anna Peyron, Winston Churchill veniva a dipingere le sue tele di impressionista tardivo. Villa Quieta è frequentata regolarmente da creativi di fama internazionale: i fratelli Campana sono stati

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L’ingresso di Villa Quieta. Il Settimio Cabinet e il Basoli Table sono entrambi di Fernando e Humberto Campana. A terra, lampada Uovo di FontanaArte, progetto del 1972. A parete, opera di Angela Glajcar. Sul

tavolo sculture di Jean-Michel Folon e Lorenzo Perrone (sopra). A pochi passi da Villa Quieta, Villa Auziera è la sede delle residenze per designer organizzate dalla gallerista monegasca Céline Marcato (nella pagina accanto)

qui in diverse occasioni, insieme con Philippe Malouin, Johanna Grawunder. «Lei è un’amica», racconta Céline Marcato. «Di recente l’idea per un pezzo nuovo, una lampada pazzesca, le è venuta in mente proprio mentre eravamo sulla terrazza». La villa stessa è fonte di ispirazione: si alternano pezzi storici del design italiano, da Gio Ponti a Gino Sarfatti, con elementi contemporanei che spaziano da Andrea Branzi a Martin Szekely fino ai Formafantasma. Sono parte integrante del lavoro della padrona di casa, che si occupa sia di vintage sia di moderno. Nel mese di giugno la sua galleria monegasca Gate 5 ha partecipato per la prima volta alla fiera di Design Miami/ Basel. Lo studio di Céline è ricavato nel giardino, in un’ex cappella

privata dalla vista mozzafiato. Il ripristino della dimora principale e della vicina Villa Auziera portano la firma dell’architetto italiano Lorenzo Berni, docente di Restauro Architettonico al Politecnico di Milano e grande appassionato dell’opera del padre del modernismo. Ma c’è di più. «Due volte alla settimana vado a fare jogging fino al cimitero di Roquebrune, e mi piace andare a vedere la tomba di Le Corbusier», scherza – ma non troppo – Céline. Il nume tutelare della residenza sembra evidente. Se non fosse che sulla scalinata d’ingresso, in giardino, sono disegnate delle note musicali. «È la Ballade de Johnny-Jane di Serge Gainsbourg», spiega. «Mia figlia di cinque anni e mezzo si chiama così: Jony Jane. Questa casa è per lei».

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Il salone con camInet to all’aperto sul tet to dI VIll a auzIera è un trIbuto a le corbusIer. rIprende quello realIzzato per charles de beIsteguI a parIgI


ALbuM

L’isola di Manrique Paesaggi lunari, giardini di cactus, sconfinate distese di lava. Se Lanzarote è la più incontaminata delle Canarie, si deve anche a un artista che l’ha molto amata. Abbiamo fatto un pellegrinaggio nei luoghi che raccontano la sua storia. Dalle due case museo al ristorante che sembra un’astronave. Atterrata nel deserto di 2001: Odissea nello spazio

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Foto — Omar Sartor Testo — Lia Ferrari




El Golfo, sulla costa occidentale, è una delle meraviglie naturali di Lanzarote (sopra). La casa di César Manrique, sede della Fondazione intitolata all’artista, è costruita su cinque bolle vulcaniche e riprende l’architettura tradizionale dell’isola (nella pagina accanto). Nel 1998 Manrique traslocò nel più appartato borgo di Haría. Anche la sua seconda casa è diventata un museo (in apertura)

«Penso che questo sia il primo Paese in Europa ad aver bandito i cartelloni pubblicitari. Abbiamo pubblicità sui giornali, alla radio, in televisione, dobbiamo vederla anche quando ci rifugiamo nella natura? È troppo». César Manrique aveva le idee chiare e amava molto Lanzarote, la sua isola. Da innamorato vero, fece di tutto per proteggerla, riuscendo a salvarla non solo dai billboard ma anche dall’edilizia selvaggia. Quando negli anni Settanta si diffusero i primi pacchetti di viaggio-tutto compreso, fece pressione sulle autorità perché investissero nel turismo responsabile. Lottò per preservare il paesaggio e perché non si ripetessero episodi come il Arrecife Gran Hotel, una torre di dodici piani costruita di fronte al mare. Con la sua campagna, fece in modo che le nuove architetture (eccetto le torri campanarie)

non fossero più alte di un albero di palma. Il mondo guardava a lui con attenzione: nel 1978, a Berlino, venne premiato con una sorta di Nobel per l’ecologia. Poi, nel 1985, indignato per la brutta piega che stava prendendo l’urbanistica locale, scrisse il manifesto È il momento di fermarsi. Parla di Lanzarote come di un’utopia divenuta realtà grazie a un regolamento edilizio intelligente e al recupero delle risorse naturali, e torna a sottolineare i pericoli connessi all’avidità dei costruttori senza scrupoli. Se luoghi come il Timanfaya National Park – una distesa di lava e vulcani che ha contribuito a dare a Lanzarote lo status di Riserva della Biosfera Unesco – sono stati preservati è anche merito suo. Pittore, scultore, architetto autodidatta, urbanista e designer del paesaggio, Manrique non si

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Il soggiorno e una delle corti della casa di César Manrique ad Haría (in queste pagine). L’artista visse qui gli ultimi anni della sua vita. La casa è rimasta com’era il giorno della sua scomparsa. Meno conosciuta della Fondazione, è aperta alle visite sette giorni su sette


Una delle sale espositive della Fondazione Manrique, costruita su un’immensa colata lavica al centro dell’isola. La riconversione della casa in museo fu supervisionata da Manrique stesso (sopra). È opera dell’artista anche il Jardin de Cactus, un anfiteatro di pietra che si estende per 5mila metri quadrati e raccoglie una grande varietà di piante autoctone (nella pagina accanto)

limitò a lottare per la tutela della sua terra. Cercò di renderla ancora più bella, trasformandola in un museo a cielo aperto. «Lanzarote è un’opera d’arte», disse una volta, «io l’ho incorniciata e messa in evidenza in modo che tutti potessero ammirarla». Le sculture a vento che ha disseminato sull’isola testimoniano un’insolita capacità di fondere arte e natura. La stessa che si ritrova nel Mirador del Rio, il belvedere che costruì in cima a una scogliera a nord dell’isola recuperando una postazione militare di fine Ottocento e dimostrando ancora una volta grande rispetto per l’ambiente. Quanto alle realizzazioni del Manrique paesaggista, una delle più celebri è il Jardin de Cactus, un anfiteatro ricavato in una vecchia cava da cui si estraevano le ceneri vulcaniche. Si estende per cinque mila metri quadrati,

ospita 1.400 specie di piante grasse ed è ‘sorvegliato’ da un mulino a vento dove una volta si macinava il mais. La Fundación César Manrique, tappa imprescindibile di un pellegrinaggio sulle orme dell’artista, è a poca distanza da qui, a Tahíche. Manrique ci visse a lungo, prima di trasferirsi nel più appartato borgo di HarÍa. L’architettura della Fundación è una formidabile invenzione: appoggiata su un’immensa distesa di lava, trasforma cinque cavità magmatiche in stanze e vi sovrappone una serie di costruzioni bianche ispirate al vernacolo di Lanzarote. Fu lo stesso Manrique a curare la trasformazione della sua casa in Fondazione. Il piano terra è uno spazio espositivo, non solo per le sue opere ma anche per quelle di artisti come Tàpies, Millares o Picasso. Una scala di basalto conduce alla piscina, da cui si ha

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l anzarote è un’opera d’arte. io l’ho incorniciata e messa in evidenza, in modo che tut ti potessero ammirarl a

CÉsar ManriqUe Nasce a Lanzarote nel 1919 da una famiglia della media borghesia. Si iscrive alla facoltà di architettura, ma dopo due anni abbandona per studiare arte a Madrid. Negli anni Sessanta vive a New York e quando ritorna a Lanzarote è ormai un artista affermato. «Sono tornato per trasformare l’isola dove sono nato in uno dei posti più belli del mondo», dirà in un’intervista. La sua terra è la tela dove esprime la sua idea di arte. Nel 1978, grazie alla strenua difesa dei valori ambientali, si aggiudica il Premio Internazionale per l’Ecologia e il Turismo. Manrique muore all’età di 73 anni a causa di un incidente d’auto. La sua storia è raccontata in un film, TARO. L’eco di Manrique.


Una gigantografia di Manrique campeggia nello studio della casa di Haría. L’artista amava dipingere con i colori dell’isola


Progettato da César Manrique anche il ristorante El Diablo, nel Parco Nazionale di Timanfaya dove Stanley Kubrick girò le scene iniziali di 2001: Odissea nello spazio (sopra). L’uscita della Fundación Manrique decorata da un coloratissimo murales (nella pagina accanto)

accesso alle ‘stanze-bolla’. Ognuna ha un carattere ben preciso. La White Room, con un grande divano circolare in pelle a semicerchio, sembra il set di un film di James Bond, mentre la Red Room, con la grande scultura in legno L’uomo e la sua ombra, fa pensare a un locale underground anni Settanta. Molto più tradizionale, e meno conosciuta, l’abitazione ad Haría, dove Manrique trascorse gli ultimi anni della sua vita. Circondata da una foresta di palme, la casa ha i tratti delle dimore tradizionali dell’isola. L’interno è una miniera di oggetti, utensili e piccoli tesori. Tutto è rimasto com’era il giorno della scomparsa di Manrique (morì a 73 anni, in seguito a un incidente d’auto): le scarpe appoggiate a terra, il diario aperto sulla pagina con le ultime note, lo spazzolino da denti in bagno. E il tempo si è

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fermato anche nello studio dove Manrique lavorava alle sue opere, tra tubetti di colore, schizzi, disegni, cavalletti e tele incompiute. Altra tappa del Manrique-tour è Jameos del Agua, un tunnel vulcanico trasformato in centro culturale, con un giardino, un lago sotterraneo, un auditorium, una piscina, un Ristorante con due dance floor e un museo del vulcano. Quest’ultimo sembra tratto da un film di Stanley Kubrick, che nel paesaggio lunare di Lanzarote girò le scene iniziali di 2001: Odissea nello spazio. Il set era il Parco Nazionale di Timanfaya dove sorge un’altra delle opere di Manrique. È il ristorante El Diablo, un’astronave atterrata chissà come sulla sabbia nera. Qui i piatti si cucinano sfruttando il calore geotermico. Più naturale di così... FCMaNriquE.org




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BILANCIO D’ESERCIZIO di RCS MEDIAGROUP S.P.A. al 31.12.2015 In applicazione alla legge del 5 agosto 1981 n.416 e dell’art.1, comma 34, del D.L. 545/96 convertito con legge 23 dicembre 1996 n.650 (Valori in Euro)

PROSPETTO DI CONTO ECONOMICO I

Note Ricavi delle vendite ........................................... 12 Ricavi diffusionali ........................................ 12 - di cui verso parti correlate...................................... 13

II II

Esercizio 2015 616.253.797 285.223.843 247.630.077

Ricavi pubblicitari ....................................... 12

290.724.197

- di cui verso parti correlate...................................... 13

9.871.263

Esercizio 2014 630.720.040 289.769.606 249.492.919

305.522.789

9.533.041

Ricavi editoriali diversi ................................ 12

40.305.757

35.427.645

- di cui verso parti correlate...................................... 13

19.974.757

14.066.997

Variazione delle rimanenze prodotti finiti, semilavorati e prodotti in corso ....................... 14 482.472 483.815 Acquisti e consumi materie prime e servizi ....... 15 ( 435.660.034) ( 445.358.104) Acquisti e consumi materie prime e merci ...... 15 ( 128.926.138) ( 135.693.438) - di cui verso parti correlate...................................... 13

( 47.672.027)

( 46.962.052)

- di cui verso parti correlate...................................... 13 - di cui non ricorrenti ............................................... 26

( 63.321.865) ( 1.477.708)

( 54.529.608) ( 557.403)

Costi per servizi.......................................... 15 ( 264.091.034) ( 261.677.113) Costi per godimento beni di terzi .................. 15 III II

( 42.642.862)

( 47.987.553)

- di cui verso parti correlate...................................... 13

( 697.415)

( 732.791)

- di cui verso parti correlate...................................... 13 - di cui non ricorrenti ............................................... 26

( 3.880.577) ( 10.807.980)

( 4.629.150) 5.097.300

Costi per il personale ..................................... 16 ( 170.419.274) ( 166.346.431) Altri ricavi e proventi operativi ........................ 17

28.989.335

32.114.794

- di cui verso parti correlate...................................... 13 - di cui non ricorrenti ............................................... 26

13.211.720 2.366.000

13.329.249 -

II

Oneri diversi di gestione ................................ 18

IV

Accantonamenti ............................................ 19

( 4.160.111)

( 9.248.577)

- di cui non ricorrenti ............................................... 26

( 546.289)

( 4.358.000)

- di cui verso parti correlate...................................... 13

( 20.959.860)

( 519.425)

Note 20 21 21 21 21

Esercizio 2015 ( 2.898.130) ( 19.313.397) ( 11.567.838) ( 3.518.969)

Esercizio 2014 ( 5.578.876) ( 18.331.277) ( 263.806) ( 13.963.843) ( 16.988.073)

V VI VII VIII IX

Svalutazione crediti ....................................... Ammortamenti attività immateriali.................... Ammortamenti investimenti immobiliari ............ Ammortamenti immobili, impianti e macchinari . Svalutazione immobilizzazioni ........................

X

Risultato operativo Proventi finanziari ......................................... 22

X

(Oneri) finanziari........................................... 22

( 45.808.200)

( 52.714.495)

- di cui verso parti correlate...................................... 13

( 30.014.441)

( 31.742.209)

- di cui non ricorrenti ............................................... 26

XI

- di cui verso parti correlate...................................... 13

Altri proventi ed oneri da attività e passività finanziarie....................................... 23 - di cui verso parti correlate...................................... 13

Risultato ante imposte XII Imposte sul reddito ........................................ 24 Risultato attività destinate a continuare XIII Risultato attività destinate alla dismissione e dismesse ................................... 25 - di cui verso parti correlate...................................... 13

Risultato dell’esercizio

-

( 22.772.009) 3.758.305 2.620.932

76.963.466 76.686.866

12.141.562 8.006.016 20.147.578 ( 69.802.146)

( 71.144.417)

( 3.466.573)

( 32.528.513) 4.105.336 2.944.628

( 24.506.002) ( 22.052.013)

( 105.643.674) 10.777.024 ( 94.866.650) ( 22.703.543)

( 24.770.668)

( 49.654.568)

( 117.570.193)

Esercizio 2015

Esercizio 2014

-

-

1.071.768 (312.569)

(2.940.246) 808.568

5.172.051 (44.482.517)

(403.381) (117.973.574)

( 19.768.175)

( 418.927)

PROSPETTO DI CONTO ECONOMICO COMPLESSIVO importi in euro Note Utile/(perdita) dell’esercizio 39 Altre componenti di conto economico complessivo: - saranno successivamente riclassificate nell’utile (perdita) d’esercizio Utili (perdite) su copertura flussi di cassa................. Riclassificazione a conto economico di utili (perdite) su copertura flussi di cassa .................................... Effetto fiscale su copertura flussi di cassa ................ Utili (perdite) derivanti dalla valutazione a fair value attività finanziarie disponibili per la vendita ............

Esercizio 2015 (49.654.568)

Esercizio 2014 (117.570.193)

( 1.235.185)

( 6.361.732)

7.506.705 ( 1.858.668)

8.757.079 ( 658.720)

-

( 8.330)

importi in euro Note Riclassificazione a conto economico di utili (perdite) derivanti dalla valutazione a fair value delle attività finanziarie disponibili per la vendita ...................... - non saranno successivamente riclassificate nell’utile (perdita) d’esercizio (Perdita)/utile attuariale su piani a benefici definiti ... Effetto fiscale su attuarizz. Piani a benefici definiti.... Totale altre componenti di conto economico complessivo Totale conto economico complessivo

PROSPETTO DELLA SITUAZIONE PATRIMONIALE FINANZIARIA (Valori in Euro)

ATTIVITA’ XIV XVI XV XVII

Immobili, impianti e macchinari ..................... Investimenti immobiliari ................................ Attività immateriali ....................................... Partecipazioni valutate al costo .....................

Note 31-12- 2015 31-12-2014 27 62.552.698 69.201.964 28 2.270.000 3.500.000 29 55.646.594 57.999.479 30 1.132.815.246 1.227.617.169

- di cui verso parti correlate........................................ 13

1.132.815.246

- di cui verso parti correlate........................................ 13

-

XVII Attività finanziarie disponibili per la vendita ... 31 XXVII Attività finanziarie per strumenti derivati ......... 37

4.736.839 -

1.227.617.169

4.265.839 25 25

XVII Crediti finanziari non correnti........................ 32

2.994.822

3.043.607

- di cui verso parti correlate........................................ 13

168.199

168.199

XVII Altre attività non correnti............................... XVII Attività per imposte anticipate ....................... Totale attività non correnti ............................... XVIII Rimanenze .................................................. XIX Crediti commerciali ......................................

33 24 34 35

- di cui verso parti correlate........................................ 13

13.241.556 66.072.097 1.340.329.852 13.456.553 198.536.451 38.378.267

52.574.143

XXI

Crediti diversi e altre attività correnti .............. 36

XXI

Attività per imposte correnti .......................... 24

10.100.832

9.191.341

- di cui verso parti correlate........................................ 13

1.871.631

2.103.258

- di cui verso parti correlate........................................ 13

XXVII Crediti finanziari correnti .............................. 37 - di cui verso parti correlate........................................ 13

XXVII Disponibilità liquide e mezzi equivalenti ......... 37 Totale attività correnti...................................... XXV Attività non correnti destinate alla dismissione . 39 - di cui verso parti correlate........................................ 13

TOTALE ATTIVITA’ ............................................

33.611.925

15.776.407 69.202.927 1.450.607.417 12.684.498 230.462.955

240.332

35.313.621 262.656

51.909.556

47.866.551

51.909.392

47.866.551

2.261.933 309.877.250 127.500.000 127.500.000

1.777.707.102

709.229 336.228.195 36.850.000 37.550.000

1.823.685.612

Le Note richiamate negli schemi di bilancio costituiscono parte integrante del bilancio depositato presso il Registro delle Imprese di Milano e reso pubblico ai sensi di legge. Il bilancio è stato redatto secondo i principi contabili internazionali.

PASSIVITÀ E PATRIMONIO NETTO XXVI XXVI XXVI XXVI XXVI

Capitale sociale .......................................... Riserve ....................................................... Azioni proprie ............................................. Utili (perdite) portati a nuovo......................... Utile (perdita) dell’esercizio........................... Totale patrimonio netto ................................... XXVII Debiti finanziari non correnti .........................

Note 31-12- 2015 31-12-2014 39 475.134.602 475.134.602 39 123.302.027 118.646.973 39 ( 27.150.528) ( 27.150.528) 39 ( 161.092.273) ( 43.703.707) 39 ( 49.654.568) ( 117.570.193) 360.539.260 405.357.147 37 7.072.387 380.830.604

- di cui verso parti correlate........................................ 13

-

XXVII Passività finanziarie per strumenti derivati ....... 37

11.010.534

- di cui verso parti correlate........................................ 13

10.020.509

XXII XXIII XXIV XXI

Benefici relativi al personale ......................... Fondi per rischi e oneri................................. Passività per imposte differite ........................ Debiti diversi e altre passività non correnti ......

40 41 24 42

- di cui verso parti correlate........................................ 13

Totale passività non correnti ............................ XXVII Debiti verso banche ..................................... 37 - di cui verso parti correlate........................................ 13

33.596.400 11.598.150 747.186 4.473.975 1.602.361

68.498.632 38.313.750 17.871.625

160.928.202

16.563.132 15.073.840

41.925.575 16.798.586 913.382 2.191.695 1.953.696

459.222.974 36.798.754 13.165.843

XXVII Debiti finanziari correnti ............................... 37

997.828.724

585.230.045

- di cui verso parti correlate........................................ 13

761.057.461

547.198.126

XXI

Passività per imposte correnti ........................ 24

XX

Debiti commerciali ....................................... 43

183.948.911

207.448.397

- di cui verso parti correlate........................................ 13

31.227.369

36.283.283

- di cui verso parti correlate........................................ 13

8.536.276 8.490.200

XXIII Quote a breve term.fondi rischi e oneri .......... 41 XXI Debiti diversi e altre passività correnti ............ 44

25.207.295 79.092.128

- di cui verso parti correlate........................................ 13

10.443.842

Totale passività correnti................................... XXV Passività associate ad attività destinate alla dismissione ........................................ 45 - di cui verso parti correlate........................................ 13

TOTALE PASSIVITÀ E PATRIMONIO NETTO........

1.332.927.084

6.451.090 6.405.014

42.497.805 80.679.400 4.283.312

959.105.491

15.742.126 15.742.126

1.777.707.102

– -

1.823.685.612

PROSPETTO DI DETTAGLIO DELLE VOCI DEL BILANCIO DI ESERCIZIO AL 31.12.2015 Da pubblicare ai sensi dell’art. 1, comma 33, del decreto-legge 23 ottobre 1996 n°545 convertito con legge 23 dicembre 1996 n°650 (Valori in Euro) RICAVI DELLE VENDITE: 01 Vendita di copie ...................................................... 02 Pubblicità.................................................................. 03 Diretta ............................................................ 04 Tramite concessionaria ................................ 05 Ricavi da editoria on line .......................................

273.751.897 242.606.093 239.228.962 3.377.131 70.116.673

06 07 08 09 10

Abbonamenti................................................. Pubblicità ....................................................... Ricavi da vendita di informazioni ......................... Ricavi da altra attività editoriale ........................... Totale voci 01+02+05+08+09 ...............................

11.471.945 58.644.728 3.315.656 26.463.478 616.253.797


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179


RCS MEDIAGROUP S.P.A - CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ 2015 Elenco delle testate servite in esclusiva (In applicazione alla legge del 5 agosto 1981 n. 416 e dell’art.1, comma 34, del D.L. 545/96 convertito con Legge 23 dicembre 1996 n. 650) Sette Sette Green Vivimilano Corriere della Sera Corriere Economia Corriere Motori La lettura

La Gazzetta dello Sport Sport Week Amica Amica Speciale Bellezza Mon Amour Io Donna-Il femminile del Corriere della Sera

IO DONNA WEDDING BOOK IO DONNA FASHION BOOK Oggi Dove Style Magazine Corriere del Mezzogiorno/ Campania

Corriere del Mezzogiorno/ Puglia Economia e Management (Rizzoli Libri S.p.A.) Corriere del Veneto Corriere di Bologna Corriere Fiorentino

CORRIERE.IT GAZZETTA.IT VIVIMILANO.IT CORRIERE DEL MEZZOGIORNO.IT Corriere Bologna.it Corriere Veneto.it Corriere Fiorentino.it

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BILANCIO CONSOLIDATO DELLA RCS MEDIAGROUP S.p.A. AL 31 DICEMBRE 2015 Da pubblicare ai sensi dell’articolo 1, comma 33, del D.L. 23 ottobre 1996 n° 545, convertito con legge 23 dicembre 1996 n° 650

STATO PATRIMONIALE CONSOLIDATO (in milioni di Euro)

ATTIVITÀ

Note XVII Immobili, impianti e macchinari .................... 31 XVIII Investimenti Immobiliari................................ 32 XVI Attività immateriali ...................................... 33 XIX Partecipazioni in società collegate e joint venture 34 XIX Attività finanziarie disponibili per la vendita... 35 XXXI Attività finanziarie per strumenti derivati ........ 36 XIX Crediti finanziari non correnti ....................... 37 - di cui verso parti correlate...................................... 16

XIX Altre attività non correnti .............................. XXV Attività per imposte anticipate .................... Totale attività non correnti ............................ XX Rimanenze ................................................. XXI Crediti commerciali .....................................

38 26

31 dicembre 2015 102,4 21,5 416,0 51,0 5,2 4,8 0,2

31 dicembre 2014(^) 118,7 24,9 508,8 48,5 4,6 5,6 0,2

39 40

14,8 129,3 745,0 21,4 282,0

19,3 147,8 878,2 78,8 392,6

- di cui verso parti correlate...................................... 16

27,5

40,0

XXIII Crediti diversi e altre attività correnti ............. 41

42,8

99,1

- di cui verso parti correlate......................................... 16

0,1

0,1

XXIII Attività per imposte correnti.......................... 26 XXXI Attività finanziarie per strumenti derivati ........ 36 XXXIII Crediti finanziari correnti .......................... 42 - di cui verso parti correlate...................................... 16

XXXIII Disponibilità liquide e mezzi equivalenti ........ 42 - di cui verso parti correlate...................................... 16

9,5 3,6

-

9,8

2,0

8,7 11,8

10,2

13,7

1,1

Totale attività correnti XXVII Attività non correnti destinate alla dismissione 27

369,1 253,7

604,7 36,9

- di cui verso parti correlate...................................... 16

6,9

-

1.367,8

1.519,8

TOTALE ATTIVITA’

31 dicembre Note 2015 Capitale sociale.......................................... 43 475,1 Altri strum.finanz.rappres.patrimonio ............. Azioni proprie ............................................ 45 (27,1) Riserve ...................................................... 44/47/48 (15,9) Utili (perdite) portati a nuovo ........................ (156,4) Utile (perdita) dell’esercizio .......................... (175,7) Totale patrimonio netto di gruppo 100,0 Patrimonio netto di terzi ............................... 5,2 Totale 105,2 Debiti e passività non correnti finanziarie ..... 42 15,6

PASSIVITÀ E PATRIMONIO NETTO XXVIII XXVIII XXVIII XXVIII XXVIII XXVIII XXVIII XXIX

- di cui verso parti correlate...................................... 16

-

XXIX Passività finanziarie per strumenti derivati ...... 36

11,0

- di cui verso parti correlate...................................... 16

10,0

XXVI XXIV XXV XXIII

Benefici relativi al personale......................... Fondi per rischi e oneri ................................ Passività per imposte differite ....................... Altre passività non correnti ........................... Totale Passività non correnti XXIX Debiti verso banche .................................... XXX

51 52 26 53 42

- di cui verso parti correlate...................................... 16

40,1 17,2 57,9 3,6 145,4 38,4

19,3

31 dicembre 2014(^) 475,1 (27,1) (23,2) (45,6) (110,8) 268,4 4,6 273,0 393,8 161,9

16,5

15,1

53,7 28,5 75,6 3,3 571,4 38,9

14,4

Debiti finanziari correnti ............................ 42

479,3

58,8

- di cui verso parti correlate...................................... 16

190,0

14,4

XXX Passività finanziarie per strumenti derivati ...... 36 XXIII Passività per imposte correnti ....................... 26 XXII Debiti commerciali ...................................... 54 - di cui verso parti correlate...................................... 16

XXIV Quote a breve term.fondi rischi e oneri ......... 52 XXIII Debiti diversi e altre passività correnti ........... 55 - di cui verso parti correlate...................................... 16

0,5 284,2

37,7

40,5 131,6

3,1

1,1 395,2

28,6

55,2 126,2

-

Totale passività correnti XXVII Passività associate ad attività destinate alla dismissione ........................................ 27

974,5

675,4

142,7

-

- di cui verso parti correlate...................................... 16

1,3

-

1.367,8

1.519,8

TOTALE PASSIVITÀ E PATRIMONIO NETTO

CONTO ECONOMICO CONSOLIDATO (in milioni di Euro)

I II II II III II II

Note Ricavi delle vendite ........................................ 15 - di cui verso parti correlate...................................... 16

Progressivo al 31 dicembre 2015 2014(^) 1.032,2 1.065,1 261,1

-

262,2

Incremento immobilizzazioni per lavori interni .. Variazione delle rimanenze prodotti finiti, semilavorati e prodotti in corso ....................... 39 Consumi materie prime e servizi ..................... 17

-

0,5 ( 677,5)

0,5 ( 712,4)

- di cui verso parti correlate...................................... 16 - di cui non ricorrenti ............................................... 30

( 81,3) ( 9,1)

( 83,6) ( 8,2)

Costi per il personale ..................................... 18

( 318,3)

( 303,4)

- di cui verso parti correlate...................................... 16 - di cui non ricorrenti ....................................... 30

( 5,4) ( 37,6)

( 17,6) ( 18,5)

- di cui verso parti correlate...................................... 16 - di cui non ricorrenti ............................................... 30

1,7 2,4

1,4 -

Altri ricavi e proventi operativi ........................ 19

27,0

25,5

Oneri diversi di gestione ................................ 20

( 30,2)

( 25,7)

- di cui non ricorrenti ............................................... 30 - di cui verso parti correlate...................................... 16

( 0,8) ( 0,1)

( 0,2)

IV

Accantonamenti ............................................ 52

( 15,7)

V

Svalutazione crediti commerciali diversi ........... 21

- di cui non ricorrenti ............................................... 30

( 11,0)

( 4,1)

( 8,4)

- di cui non ricorrenti ............................................... 30

-

( 0,1)

22 23 23 23 23

2,5 ( 39,4) ( 19,2) ( 0,7) ( 64,1)

( 0,6) ( 36,7) ( 21,2) ( 1,0) ( 20,9)

VI

Quote proventi (oneri) da valutazione partecipazioni con il metodo del patrimonio netto .. VII Ammortamenti attività immateriali.................... VIII Ammortamenti immobili, impianti e macchinari . IX Ammortamenti investimenti immobiliari ............ X Svalutazione immobilizzazioni ........................

- di cui non ricorrenti ............................................... 30

Risultato operativo .........................................

( 2,9)

( 107,0)

( 12,7)

( 6,0)

Progressivo al 31 dicembre 2015 2014(^) 2,2 2,3

XI

Note Proventi finanziari ......................................... 24

XI

Oneri finanziari ............................................ 24

( 37,1)

( 43,0)

- di cui verso parti correlate...................................... 16

( 17,3)

( 18,4)

( 1,4) ( 143,3) 7,9 ( 135,4)

( 2,4) ( 95,0) 5,5 ( 89,5) 27

XII

- di cui verso parti correlate...................................... 16

Altri proventi ed oneri da attività e passività finanziarie .................................... 25 Risultato ante imposte .................................... XIII Imposte sul reddito ........................................ 26 Risultato attivita destinate a continuare ............. XIV Risultato attività destinate alla dismissione e dismesse ( 38,8) ( 20,9) - di cui verso parti correlate...................................... 16

Utile / (perdita) dell’esercizio ......................... Attribuibile a : ............................................... XV Utile/(perdita) attribuibile ai terzi .................... 28 Utile/(perdita) attribuibile ai soci della Capogruppo ( 175,7) ........................................... ( 110,8) Utile / (perdita) dell’esercizio ......................... Risultato delle attività destinate a continuare per azione base in euro .............. 29 Risultato delle attività destinate a continuare per azione diluito in euro............. 29 Risultato delle attività destinate a dismissione e dismesse per azione base in euro 29 Risultato delle attività destinate a dismissione e dismesse per azione diluito in euro 29

0,2

6,6

0,3

1,2

( 174,2)

( 110,4)

1,5

0,4

( 174,2)

( 110,4)

( 0,26)

( 0,19)

( 0,26)

( 0,19)

( 0,08)

( 0,04)

( 0,08)

( 0,04)

( 3,5)

( 51,9)

(^) Al 31 dicembre 2015 sono stati classificati nel Risultato delle attività destinate alla dismissione e dismesse i costi e i ricavi afferenti le attività dell’area Libri per le quali è stato sottoscritto in data 4 ottobre 2015 un contratto di cessione il cui perfezionamento è soggetto all’approvazione delle competenti autorità regolatorie: eventuali provvedimenti di autorizzazione condizionata non pregiudicheranno il completamento dell’operazione e non comporteranno modifiche delle condizioni economiche pattuite per RCS MediaGroup S.p.A.. Al 31 dicembre 2014 il Risultato delle attività destinate alla dismissione e dismesse è stato ritrattato per tener conto del risultato dell’area Libri, nonché dei risultati delle partecipate IGP Decaux e Gruppo Finelco, classificate a partire da fine esercizio 2014 tra le Attività destinate alla dimissione e dismesse e cedute rispettivamente in data 30 giugno 2015 e 15 settembre 2015. Inoltre i proventi netti da partecipazioni valutate con il metodo del patrimonio netto, a partire dalla presente Relazione Finanziaria al 31 dicembre 2015, sono stati classificati in una linea di bilancio ante EBITDA ed in coerenza sono stati riclassificati nel periodo 2014 posto a confronto. Tale classificazione è stata giudicata più aderente alla sostanza dei fatti in quanto a seguito della cessione, liquidazione o totale svalutazione di partecipazioni valutate a patrimonio netto, aventi natura no core, nella voce sono rimasti quei proventi ed oneri di partecipazioni le cui attività sono strettamente funzionali alle attività del Gruppo -Le note richiamate negli schemi di bilancio costituiscono parte integrante del bilancio depositato presso il Registro delle Imprese di Milano e reso pubblico ai sensi di legge. -Il bilancio consolidato è stato redatto secondo i principi contabili internazionali.


focus / serramenti

internorm Modello HF410 con superficie in rovere vintage all’interno e legno rivestito di alluminio all’esterno. Lo spessore dei profili è ridotto, grazie alla tecnologia I-tec Core inteRnoRm.com

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sistemiRasoPaRe te.it

maison Vervloet Bubbles, design India Mahdavi. Combinazioni geometriche per la maniglia scultorea in ottone VeRVloe t.com

Rimadesio Sail, design Giuseppe Bavuso. Scorrevoli in vetro con traversi in alluminio rivestito noce. Il binario esclusivo funziona perfettamente anche in caso di pannelli extralarge Rimadesio.it

181


1

Il guardaroba è un elemento architettonico classico. Nei miei progetti lo utilizzo molto: anche nel caso sia integrato in modo discreto offre comunque all’ambiente un suo carattere. Non credo che il modo di vivere sia influenzato più di tanto dalle tendenze. Per questa ragione progetto arredi e complementi in una prospettiva architettonica. Li penso integrati nello spazio piuttosto che come elementi a se stanti.

2

Sentirsi protetti è qualcosa di molto importante. Il luogo dove abitiamo – e soprattutto la camera da letto – è uno spazio che deve farci sentire al sicuro, rilassati. C’è una relazione quasi sensuale tra le persone, lo spazio e i materiali stessi: colori naturali e superfici materiche trasmettono emozioni. Per questo sposo un ‘minimalismo sensuale’ che concorre all’effetto cocooning. Un aspetto questo che ricorre nel mio modo di progettare.

3

Nella collezione Gliss Master di Molteni&C l’unione delle superfici tattili come l’ecopelle, degli accessori interni estraibili, e dei meccanismi di fissaggio nascosti ha creato una combinazione unica che abbina il meglio del progresso tecnologico e della manifattura artigiana. L’anta Gliss Master Plaster si caratterizza per la superficie a effetto intonaco e il profilo in peltro: un sistema allo stesso tempo razionale-industriale e artigianale.

4

L’armadio ha per definizione un design lineare. Ma ci sono diversi modi per impreziosirlo. Qualche esempio? Suggerisco il mimetismo: contenitori che si integrino completamente nelle pareti circostanti, creando un unicum tra muro e armadio. Oppure, al contrario, un’anta totalmente rivestita in EcoSkin con telaio in alluminio che disegni dei pattern geometrici. Senza aggiungere elementi decorativi, è sempre la finitura a caratterizzare l’ambiente.

testi — benedetto maRzullo foto — luca Rotondo PeR living

Il minimalismo sensuale delle micro-architetture vincent van Duysen ornamento è delitto. l’architetto fiammingo – direttore creativo di molteni&c – esalta texture e tattilità dei materiali per impreziosire l’armadio vincent vanduysen.com

182

molteni.it


vetrina / l’opinione

1

La cabina armadio in Italia comincia a prendere piede nei primi Anni 90. In quel periodo si diffondono i loft e in contemporanea un rinnovato atteggiamento delle persone nei confronti del guardaroba. Aumenta il desiderio di apparire e di piacersi. E lo spazio dedicato agli abiti e alla cura del look diventa protagonista. In seguito a questa evoluzione, abbiamo presentato le pareti mobili e la prima cabina nel 1992.

2

Il contenitore nasconde le cose; la cabina armadio le espone. E, in questo secondo caso, niente è meglio di finiture pregiate come la pelle, il cuoio o i legni esotici. L’attenzione nei confronti degli accessori moda – penso alle borse e alle scarpe, ma anche alle collezioni di orologi e così via – ci porta a impreziosire lo spazio deputato al contenere con una serie di scomparti e ripiani dedicati alle passioni personali.

3

Con l’architetto Giuseppe Bavuso, la seconda generazione dell’azienda ha affrontato il prodotto a partire dall’aspetto tecnico e dall’accoppiata di base alluminio e vetro. Non esiste il concetto di standard. Da Abacus a Zenit, tutte le collezioni Rimadesio sono pensate per essere versatili: un progetto personalizzabile ad hoc. Anche nel tempo. Al variare delle esigenze, si può intervenire su accessori, dotazioni e misure.

4

Dalle borse agli orologi, oltre il guardaroba DaviDe Malberti

Il suggerimento è quello di ritagliarsi uno spazio personale. Magari ricavandolo, se non in camera, al termine del corridoio. Con le porte scorrevoli – vere pareti mobili – e con gli accessori interni modulari è possibile attrezzare una grande cabina armadio ma anche un piccolo volume che si trasforma in un pratico locale personalizzato. Un luogo dove tenere in ordine e in bella mostra le nostre collezioni. Oltre al guardaroba, naturalmente.

Per l’amministratore delegato di Rimadesio la cabina armadio racchiude il mondo delle proprie passioni, su misura foto — luca Rotondo PeR living

rimadesio.it

183


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english designer Nigel Coats and the film-maker John maybury are taking a break in their rural house in tuscany

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Nigel Coates aN eNglishmaN’s maNor The architect, designer and academic works in London but finds inspiration in his Tuscan country house. He’s never bored in his retreat amidst the rolling hills, a natural stage with ever-changing scenery Nigel Coates’ friends warned him against buying the Tuscan house, saying it was a dilapidated hovel. Abandoned twenty years earlier, the property was overgrown

and unkempt. A feral cat colony was squatting there. Not much more remained than a pile of stones. That is, a pile of stones in the middle of nowhere. Far from Florence and also Siena. Yet the renowned architect and designer could’ve cared less what his friends thought, and time has proved that his instincts were right on. For 30 years, Coates has happily spent at least half the year at Pergomeno, his estate with a view of the Crete Senesi, a hilly region famous for its grey soil that creates a lunar-like landscape. He divides his time between Tuscany and London, where he has an architecture and design studio and teaches. For years, he taught at the Royal College of Art before becoming a professor at the London School of Architecture, a new, independent school founded by the executive editor of The Architectural Review magazine. For Coates, Italy is not just a lovely holiday destination. The designer has worked for years with companies such as L’Abbate, Slamp and the Castello di Ponentino, creating furnishings with his characteristic, provocative style that combines the past and present, classicalism and that oh-so-English dry sense of humour. This spirit is alive and kicking in his


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MexiCo PenSionerS in THe Middle of noWHere Glass walls, few custom-made furnishings, lots of light. Mr. And Mrs. Lowrey are taking it easy, surrounded by rocks and cacti, in sun-drenched San Miguel de Allende «I’m a dreamer. I could spend hours just watching the clouds». With a straw hat perched on his head and his eyes glued to his Mac, Austin is in his usual habitat, writing and meditating by the pool. His feet dangle in the water, surrounded by the Los Senderos desert, just outside the city of San Miguel de Allende. He lives in Mexico with his wife Lida, a cheerful, early-rising woman with short white hair. They both used to work in North Carolina, where he was a professor of design at NC State University and she was the director of the Museum of Art. Today they’re enjoying their well-earned pensions together. «We were on holiday with our daughters Elizabeth and Sheridan. It was love at first sight». Soon after, the Lowreys bought a plot of land and enlisted architect Luis Sánchez Renero to build them a ‘transparent’ house nestled among rocks and cactuses, plus two adjacent studios «for our lifestyles, which have always been independent and creative». On one end there’s Austin’s office, full of books and pens; on the other, Lida’s laboratory, a sort of workshop with palettes, brushes, and buckets of colourful paint. In the middle is the common area with a kitchen and living room, connected by what can only be described as a “light corridor”. The house is a refuge made of glass, steel and cement, where everyone has his or her own space. «We wanted a place to spend our days writing and painting; but also a place which would become an oasis to relax in and do nothing». A place distant from mariachi music and isolated from the world which the Lowreys have travelled far and wide, «from one place to another, always living in different houses and cities». But here the cobblestone streets of San Miguel de Allende seem miles away, given the strong connection to nature «which we feel intensely, as if we were always outdoors, between the land and sky». It’s the sun that marks time, and it couldn’t be otherwise. «The light is never still, there’s always some sort of movement», a continuous interplay of light and shadow, hour after hour. The large glass windows become accomplices in the game, dissolving the boundaries between

in the middle of the Mexican desert, professor austin and his wife live in a glass house

interior and exterior as they alternate with white walls and still-raw surfaces. Furnishings are sparse: a couple of tables, a few chairs, and a sofa. There are lamps, but they’re never on. Everything, or almost everything, was made ad hoc by local craftsmen and ferreted out at mercados de pulgas, flea markets, «with Elizabeth, an interior architect, and Sheridan, and artist, who also has a background in architecture. They helped us a lot with the design, choosing the pieces room by room, and they helped plan the space». A space intentionally without blinds, except in two bedrooms surrounded by plants and flowers. A white curtain opens in the morning and closes with the last theatrical ray of light, when Mr and Mrs Lowrey often project a film out in the open against the smooth plastered wall. When they’ve grown tired of watching the sky.

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Tuscan residence. The home was most likely part of the defensive structure for the valley, just as the castle perched on the opposite hillside, which was attacked in 1527. The renovation required extensive structural work. And despite the years of renovation work, Coates still considers this property a work in progress, a workshop for testing and tweaking. «The house will never be finished», he said. «I always want to experiment with this or that, rearrange a room, enlarge a window or alter a view. It’s evolved. I didn’t raze it to the ground and then rebuild as many people do who buy homes in Tuscany. I wanted to take it slowly, in light of my budget at the moment. This is the same manner in which the home was originally built. For example, it’s not difficult to imagine that the archetype of the courtyard was a happy accident that simply came about in response to a need. Even now I look at the walls and try to imagine a time-lapse film of the house over the course of the millennia». The furnishings also undergo frequent adjustments. Coates said that he enjoys continually rearranging the furniture, as if the interior was a toy theatre. Chairs, lamps and sculptures are moved around, alternating as the room’s focal point. The starring role is usually given to the most dramatic pieces, such as the head of Michelangelo’s David or the Joe chair, which is named for the baseball player Joe DiMaggio and shaped like a giant mitt. «It’s a puzzle in which the pieces are constantly changing», emphasized the king of this castle. «I often envision the missing pieces and then I have to create them. The house contains a large number of furnishings that I designed. And many of these elements were dreamed up right here, thanks to the creative atmosphere. The ‘Feral Furniture’ collection, for example, and the ‘Wings Table’». As with many country homes, Pergomeno’s living spaces expand during the summer into the surrounding greenery. The hill dotted with lavender and cypress trees becomes an open-air living room where you can catch a nap or play chess. The changing seasons truly endear this place to Coates. «The house transforms itself along with the surrounding land. From day to day, hour to hour. If I’m away for a month, I will find the house exactly as I left it except the light has changed, the fields are different. Which means it’s completely different. That’s why I never tire of this home».

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nilufar SQuaT TinG in ST Yle Milan gallery owner Nina Yashar has ‘occupied’ a London apartment with the best pieces from her collection. A real-life showroom to seduce design enthusiasts and potential buyers from around the world All that’s missing is a book on the bedside table, some magazines in the living room. If it wasn’t for the impeccable order, you’d be hard-pressed to realise that no one lives in this London flat. It’s too perfect to be true, starting with the concentration of designer furniture. Look up and you’ll see a monumental chandelier by Gio Ponti; go into a bedroom and there’s a Martino Gamper screen used as a headboard; in a bathroom you’ll find a kaleidoscopic lampshade by Gabriella Crespi. Works by the masters and limited editions by contemporary


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This londoner apartment, furnished by nilufar gallery, is on sale

had a bit more difficulty in getting oriented, while I’m used to it». Tables, coffee tables, cabinets, armchairs, chairs, lamps, and especially carpets, her passion. It was hard to fit them all into her space in Via della Spiga, which is why she recently opened Depot, a warehouse of wonders in Viale Lancetti. And then there’s SQUAT, which displays the pieces in their final destination. If she had to choose one of the works brought to London? «The chandelier by Gio Ponti is without a doubt one of the most important. And there are a few combinations I find interesting. In general, what surprised even me was the mixture of numerous contemporary designs with a few historical pieces in such small spaces. It’s incredible that they fit so well together. It shows how important synergy is; how important the combination of different things is». It’s a matter of style, essentially. And then, if the pieces are of this calibre, it’s practically child’s play.

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designers including Michael Anastassiades, Maarten De Ceulaer, Patricia Urquiola, Massimiliano Locatelli, and Osanna Visconti di Modrone: they’re all from the Nilufar gallery. The gallerist, Nina Yashar - Iranian-born but with a distinctly Milanese accent - has chosen the best pieces and brought them to the first floor of a Victorian building in South Audley Street. Though it may seem like a blitz, the occasion is actually the fifth edition of SQUAT, the gallery’s interdisciplinary art and design project which landed this year in London’s Mayfair neighbourhood after successful stints in Paris, Beirut, and Milan. The house, 230 square metres covered in marble and golden surfaces after a makeover by interior designer Shalini Misra, will be open to the public until October (from Tuesday to Saturday, 11 am to 7 pm, Sunday by appointment). The project is meant to sell: the furnishings but especially the apartment. «These interventions - explained Yashar - are always held in partnership with real estate agencies, and my contribution is to make the property more interesting and enjoyable. For Nilufar, it’s part of a larger communication strategy. The idea of coming into a private house is very effective. The privacy and the mystery function very well, and it makes for a quite impactful display trend too». The event being held in London is also meaningful. «It’s always been a hub I’ve been drawn to. There’s a quite interesting international market with a lot of people passing through». For this reason, the SQUAT project is more interesting here than anywhere else. «It may be that someone says ‘I like this, I’ll take it and I want to move in after a week’». Even buying the complete package? «In theory yes, even if it’s not entirely likely», she responded, well aware of the value of the objects. But if there’s a place where this could happen, it’s London, though it’s hard to say who would live here. It must feel strange to come to an empty house and decorate it for someone who isn’t even there yet. «That’s the fun part», she said, laughing. «I got to do what I wanted». As if she was the one living there? «For myself, honestly, I would have done something different. I decorated it while thinking of a certain type of clientele. Well-to-do Arabs or Indians. The people who buy here are often purchasing a second or even a third house». She collaborated with Shalini Misra and Mehves Ariburnu, both from Shalini Misra Ltd, the studio which curated the project. «I shared my choices with them; I made the selection, in part because I have an inventory of over 4,000 pieces and they would have

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TaTe Modern arT CHanGeS, We CHanGe The London modern art gallery has doubled in size, adding a wing to the original power station building. A new energy pulsates. Exhibits and performances are alive, moving, sans barriers. A collection that never gathers dust The employees of London’s Tate Modern run down the corridors. Arriving late to meetings is forbidden, even just by five minutes, especially now that the Switch House expansion is open. While on one hand the new space allows the modern art museum to reorganise its collection, on the other it increases exhibition potential by 60%. «London moves quickly, you see it already from on


the street, and the Tate has an extra gear, that of daring to be bold», said Andrea Lissoni, Senior Curator, International Art (Film). When he got here in 2014, the ‘new’ building was just a construction site and his rhythms were far from the British standard. «I laboured for nearly two years to reorganise my way of working and adapt to the change in mentality that entailed», he explained. By now, he’s done so much that he could very well be one of the trump cards of the museum 2.0 era. He brings his leadership, along with that of his colleague Catherine Wood, to the unprecedented live art program which has been making a splash in the Tate’s galleries as of 17 June, and to the Tanks in particular. These former oil vats under Switch House have become a hub of a new cultural (and curatorial) approach, set in a one-of-a-kind space dedicated exclusively to performances. If it’s true that the Tate changes because art changes (‘art changes we change’ is the slogan seen plastered on the walls of London), it’s equally clear that ‘moving works’ are the future: films, images dance, sounds, happenings, and installations which are performed. And the artists on stage include names like Apichatpong Weerasethakul, Trisha Donnelly, Marvin Gaye Chetwynd, Charlotte Posenenske… «We’re ambitious», Lissoni explained. «Like what was done for the If Tate Modern was Musée de la Danse project in 2015, we want to show that performance can happen anywhere. It can come into the galleries, amidst the permanent collections, to take shape alongside the paintings and sculptures». A new way of displaying art begins, leaving the display cases behind and removing the barriers. It’s alive more now than ever. «The biggest challenge is displaying works which, for us, are fundamental. Take for example, the American artist Joan Jonas; with her we tried a radical experiment. Her video Song Delay was presented in a non-darkened room. For years it was viewed on monitor screens, then for the first time we showed it with the power of a work of art, on the walls, to show that there is more than one possibility for minimalism». In this regard, the layout created by architects Herzog & de Meuron certainly helps, offering the chance to leave the static experience of traditional museums and dive into fluid, flexible spaces. In the new Tate, large galleries alternate with small spaces, unconventional shapes, unexpected horizontal cuts and perforated lattices which during the day cast shadows over cement areas and at night let light shine out to the Thames. Yet externally, tradition remains intact. Seen from the Millennium Bridge, the extension creates a single body with the main space of the former power station: the same colour, the same brick netting which the architects placed in contrast to the projecting glass and the metal of the city. «Switch House is a ‘connecting house’: it joins the north and south of London, it tells stories and counter-stories, it completes the Boiler House (the original structure, ed.). By 2000, when Herzog & de Meuron remodelled the site, the idea was to create just a single urban museum hub. The surprising part was the balcony which crossed the Turbine Hall to slam up against a wall. Sixteen years ago, they knew that the wall would be torn down and that the balcony would become a bridge. They had the vision to look far into the future». It was an idea which, for Londoners, «has become one of the most spectacular buildings in the last twenty years», as the Evening Standard commented. Among architects, the Switch House is known as ‘the tent’. «Its nickname», Lissoni concluded, «fits well with the Tate’s goal of welcoming artists, discussion, and ideas which move, interact and camp out».

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Tate Modern in London changes. The musuem has a new building, new art works and more space to reorganise the permanent collection

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French riviera The SUn rOOM Whether in the art or photography worlds, the search continues for new modes of expression. Yet the land, from Menton to Toulon, retains its timeless beauty. Forever alluring ART AND ARCHITECTURE In recent years, the art scene in the Côte d’Azur has regained its influential, independent voice, all in the name of contemporary production. The Nouveau Musée National de Monaco (NMNM) is partly to thank, with its dual historic locations in the Villa Paloma and Villa Sauber, in Monte Carlo. Under the enlightened guidance of director Marie-Claude Beaud, solo exhibitions of high-calibre artists such as Thomas Demand, Gilbert & George, Thomas Schütte, and Fausto Melotti have followed one after another since its opening in 2010. In summer 2016, visitors can step into Francesco Vezzoli’s Villa Marlene installation (a playful spin on films and an homage to Dietrich, who always felt at home in this part of the world) and the Duane Hanson retrospective. The air is nothing if not cosmopolitan. It’s no coincidence that an Italian, Cristiano Raimondi, Head of Development and International Projects at NMNM, is also part of the curatorial board of the Back to the Future section at the next edition of Artissima in Turin. Meanwhile, just a few steps from Villa Sauber, 11 Columbia will invite a gallery or an organisation from a different international city to present an ad hoc exhibition every two months. The region’s architecture is nothing to scoff at either. There are recent projects such as the Monaco Yacht Club by Norman Foster and Wilmotte’s Allianz-Riviera Stadium in Nice. The city will soon see the implementation of a new urban plan, including a tram designed by Ora-ïto, selected by the residents in a popular vote. We talked about it with architect Rudy Ricciotti, who built one of the earliest and most innovative projects in the area (the Musée Jean Cocteau in Mentone, opened in 2011), and who is working on a multiplex cinema in Cannes. He advised us: “There still hasn’t been a change, but there is the mentality for improvement. Here more than anywhere else it makes sense to create high-quality architecture”. And when it came to suggesting a place to visit, he didn’t think twice: “Cassis is the most beautiful town in my opinion, with its calanques. But the entire coastline is exceptional. The real privilege is that of being at the seashore. What does it matter where?”. FASHION RESTAURANTS A sense of beauty seems innate in the Côte d’Azur. Conservation of the landscape and care for local plant life are constant, almost everywhere. A simple cabanon with furniture in wood and canvas sits near the sea, like many in this region, and creates authentic genius loci. In the same spirit - relaxed, décontracté simplicity without sacrificing excellence in terms of cuisine, wine, and style - a series of new locales are set to open and others


ENGLISH TEXT are being completely renovated. They reference French designers, emerging or well-established, demonstrating a consistency and awareness that is food for thought. This is the case for Monte-Carlo Beach, a true Monaco institution since the 1930s. Its pool was where Princess Grace’s children learned to swim and Elsa Maxwell was a fixture here. Today the 40 rooms, the beach, and the restaurant have been completely updated by India Mahdavi, engaging her expert use of colours and custom furnishings. Quotations of the past free from nostalgia. Not too far away, in the port of Cap d’Ail, Philippe Starck has brought his signature style to Restaurant A’Trego, a large cottage pieds dans lÕeau with a soft, light palette outdoors and more eccentric tones indoors. It would be wrong to think that the prices are inaccessible: restaurants like this one offer refined menus with prime ingredients and local wines, and include absolutely approachable options. In Nice, it was Matali Crasset’s turn. The concept behind her Hi Hotel is now reflected in the HI Beach along the Promenade des Anglais. An interplay of colours builds in crescendo: from the blue of the beach chairs under white umbrellas near the water, to the small wooden huts, to the intensely-hued restaurant. Along with a lounge designed for evening soirees, food is where the new owner wants to focus your attention. Meanwhile, Hyères deserves a special mention. The city’s history seems to fit hand in glove with that of the festival held at Villa Noailles. This certainly is true for Hotel Le Provençal, now in its third generation of management. In addition to the rooms, many of which have already been renovated by recent Design Parade finalists, there are three restaurants, a few residences in the 2 hectare park, and a pool immersed in serenity, hidden between the sea and the Mediterranean foliage. HISTORIC HOUSES The past is alive now more than ever. The mansions of the last century, one of the French Riviera’s most fascinating legacies, are proof as they form the core of dynamic, incredibly interesting projects. The most striking example is perhaps that of the Centre Méditerranéen d’Etudes Françaises in Cap d’Ail, a French language school founded in 1952 with approximately 4,000 international students enrolled in its middle and high schools for individual summer study programmes, or in accompanied groups during the rest of the year (www.cmef-monaco.fr). The amphitheatre, designed by Cocteau after meeting the school’s forward-thinking founder Jean Moreau, is the heart of this educational space, inaccessible to the greater public and passionately protected from mass speculation. Another type of vitality can be found in the Maison Bernard, the ‘bubble house’ built in the 1970s by the Hungarian architect Antti Lovag in

hi Beach is the summer club by Matali crasset in nice, French riviera

Théoule-sur-Mer. In 2016 Odile Decq completed a five-year remodel project and now the incredible house is open to visitors and home to an annual programme of resident artists. Villa Arson in Nice, built by Michel Marot, and architect and former student of Walter Gropius, is a wonderful example of Modernist and new Brutalist style. The villa and gardens are registered as a national heritage site of the 20th century, listed as a historical monument, and currently are the home of the École Nationale Supérieure d’Arts de Nice (the National Arts High School of Nice) and the Centre Nationale d’Art Contemporain (National Centre of Contemporary Art). The same is true of Eileen Gray’s Villa E1027. Found in the Cap Moderne of Roquebrune-Cap-Martin along with Le Corbusier’s Le Cabanon and Les Unités de Camping, the villa is blooming once again thanks to a careful, multi-step restoration. Its rebirth includes an innovative exhibition and lecture programme, sure to infuse the building with vitality once again. DESIGN IN VILLA There’s a special, almost electric air in Hyères. From 1 to 3 July, the eleventh edition of Design Parade will be kicked off (open until 25 September), featuring a series of exceptional exhibitions and seminars. It’s enough to mention those who will be joining Max Lamb, jury president of the coveted competition at Villa Noailles, including Deyan Sudjic, Oscar Diaz, and Faye Toogood. As always, the focus is on up-and-coming designers: there are ten in the competition, plus Max Frommeld and Arno Mathies, Samy Rio (Grand Prix Design Parade 10), and many others. You can almost feel a buzz of intense exchange, of sharing. “I learned it while at the table with my family as a child”, Jean-Pierre Blanc, the director of Villa Noailles, told us. “The community spirit comes from there”. Thirty years ago, as a thesis project, he dreamt up a festival which would allow young creative professionals working in fashion to present their work and meet brands outside of the more traditional circuits. The idea has proven to be successful, to say the least. The Festival International de Mode et de Photographie in spring and the Design Parade in summer are the industry’s most awaited and most innovative events. But that’s not all. From 30 June to 2 July, the first edition of the International Festival of Interior Design had its debut in in nearby Tolone (open until 11 September), also organised by Villa Noailles. Upcoming exhibitions include India Mahdavi at the Musée d’art and a special photography project dedicated to the city, commissioned by Olivier Amsellem. It’s much more than a competition, in keeping with the Design Parade tradition, which places ten young interior designers in the spotlight to be awarded by a prestigious jury.


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HEART OF STONE Primitive blocks, suspended passageways, traditional materials. Studio KO designed the vacation home south of Essaouira, Marocco for a Parisian family. A fortress of sophisticated simplicity, supported by craftsmanship and design

South of Essaouira, in Morocco, there is a house made of local stone by Studio KO

The coolest pair of Ibiza, Roze de Witte and Pierre Traversier, is deeping in the pool

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No matter how accustomed you may be to the incredible creations from Karl Fournier and Olivier Marty, founders of Studio KO, you can’t help but marvel at this jaw-dropping project. Their work has always stood out for its congruence between place and architecture, which should be in harmony with the landscape, and for the strong ties between interior and exterior, between history, contemporary style, and cutting-edge knowhow. This vacation home was designed in collaboration with the studio’s project manager Nabil Afkiri for a Parisian couple with a small child. She’s a painter, he’s a stylist for a well-known sportswear brand, and like many, out of necessity more than choice, they dreamt of a far-away refuge where they could spend holidays and long weekends. «It’s our getaway», they say. «It takes a few hours to get there, but once we’ve arrived, everything is absolutely perfect». Located in the Moroccan village of Ghazoua, south of Essaouira, the residence fits perfectly into the landscape and offers a spectacular view of the surrounding argan plants and the sea off in the distance. «To us, it’s become an essential place, indispensable to our ability to relax; here you realise how truly little you need to be happy», they add. With few openings in the walls, making it closed to the outside, and a flat roof, the house looks like a small fortress, full of architectural authenticity and functionality. Its peculiar structure is in fact designed to protect from the wind and from prying eyes. Traditional materials and local stone dominate, giving the building character and unity. Transitions from one zone to the next are fluid and smooth, and the space is organised to offer thoughtful pauses. There’s a balanced passage between the patios and the pond, the true heart of the house, which provides respite from the weather and nourishes the soul. From the inner courtyards one can admire the aesthetics of the abode and the breath-taking panorama. The architects worked to guarantee total independence between the various blocks which make up the residence, between private areas and common spaces. But each block is self-contained, imbued with a life of its own yet always connected to the others to create overall harmony. A noble material on its own, the stone is enhanced by pairing it with sober and light materials to produce an interesting, relaxing chromatic effect. The unified colour palette on the exterior is echoed in the interior with lime walls, breccia moresca floors (a local marble), and alternating plant-based and cement ceilings. «In our buildings, the materials are always one colour: we use two or three hues at most to ensure unity», the architects explain. Contemporary shapes and solutions bring life to a universe of refined simplicity which leaves plenty of room for comfort and which, in its furnishings, is as inspired by craftsmanship as it is by design.

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IDYLLIC IBIZA A world away from sangria-swilling singles, an old estate seems to be dozing in the Mediterranean shrub. Owners Roze and Pierre have let the house dictate its style with Berber carpets, Thai fabrics and pop art touches. Old, wild and free - from the kitchen under the patio to the tree house shower

Casa Can Pep Juano is nestled in the hills of Ibiza, almost hidden in the maquis. You know you’ve left the city centre when street numbers are replaced by small plaques bearing nothing more than a name. The beating heart of the Isla Blanca - the White Island - is far away; the only noise to be heard is the crisp sound of cicadas, far from any seaside DJ set. But that’s just one of the many reasons which led Roze de Witte and Pierre Traversier to move here, permanently. After a few hectic years in Amsterdam and Paris (she’s a journalist, he’s a professional basketball player), the flaking, starch-white finca seems like a peaceful, safe haven: nothing stylish or architectonic, no hint of the latest trends - quite the contrary. «The way the space is laid out is neither logical nor practical, but the product of generations of people who have come and gone», explains Pierre. People that have shaped the finca to their needs, turning it into a layered, incredibly beautiful residence. For that matter, Roze has a philosophy of her own: «The word ‘practical’ isn’t really in my vocabulary. ‘Beauty’, however, certainly is». So, to get to the bathroom you must first cross the terrace. An architect friend of theirs once offered his advice: ‘Why not split the large room and turn it into two?’ ‘What about an en-suite bathroom in every bedroom?’ But they weren’t persuaded: «We chose the natural charm it already has over the need to remodel». Pierre even built a bamboo treehouse in the garden; inside, there’s a shower for guests. This way they didn’t upset the building’s floor plan, found a way to offer a bit more privacy to the numerous friends who come to visit in summer, and made a childhood dream come true. Fundamentally, «a house shouldn’t take itself too seriously», says Roze. For her, a dedicated potter, there’s nothing better than the contrast between simple, vintage wooden furniture and ethnic, multicolour, patterned fabric, or coarse materials such as the lime which covers the uneven walls, left raw and textural. Then there are the armchairs in wicker, lamps in colourful raffia, and a hanging cast iron fireplace - the only contemporary element in the kitchen, while in the living room they opted for a traditional, comforting stone


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The dining room of Villa La Quieta in the village of Roquebrune-Cap-Martin, along the French Riviera

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VILL A L A QUIETA The Wright brothers, the high-flying aviation pioneers, built this villa. Le Corbusier’s spirit made it soar. Today, it’s the home of a jet-set gallery owner who hosts artists-in-residence. Here creativity takes flight Looking out from Villa La Quieta’s terrace a half century ago, you might have been able to glimpse Le Corbusier swimming in the Mediterranean. The Swiss-French architect’s Cabanon de vacances, a rustic log cabin, is nearby as well as Irish architect Eileen Gray’s modernistic villa called E-1027. Over the years, countless personalities have flocked to the village of Roquebrune-Cap-Martin along the French Riviera. The Wright brothers, credited with the first powered airplane flight, were among them. The Americans had this home built at the beginning of the 20th century. Today the gallery owner Céline Marcato lives here and keeps aloft the home’s pioneer spirit and sense of restlessness. «I have never stayed in one place very long», she admitted. «In the last 20 years, I have travelled the world and lived everywhere». Yet her inspiration doesn’t come from the acclaimed aviators. She points out to us the red, geometric forms of the nearby Villa Auziera. «It’s a tribute to Le Corbusier. The rooftop living room, complete with a fireplace, was inspired by a similar space that Le Corbusier created for Charles de Beistegui along Paris’ Champs Elysées». Marcato opens up this villa to her artists-in-residence program, made up of designers with whom she collaborates. Just a few days earlier, Sebastian Errazuriz had arrived and already had been seduced by the atmosphere. He’s certainly not the first. In Villa La Quieta’s garden, which is designed and

cared for by Turin floral expert Anna Peyron, Winston Churchill painted his late impressionistic works. The hottest international designers of this century also regularly visit Villa La Quieta: the Campana brothers from Brazil are frequent guests; Canadian Philippe Malouin; and American Johanna Grawunder. The Milan-based Grawunder is a friend of Marcato. «Recently, she came up with the idea for a new piece, a totally crazy lamp, while we were on the terrace». The villa itself is a constant source of inspiration. Early 20th century design pieces, from Gio Ponti to Gino Sarfatti, share spaces with contemporary pieces, ranging from works by Andrea Branzi to Martin Szekely and the Italian design duo known as Formafantasma. These works are an integral part of Marcato’s work as the owner of a Monaco gallery that offers both vintage and modern pieces. Marcato’s gallery, Gate 5, made its debut this June at the Design Miami/Basel fair. Her studio is tucked in the garden in a former private chapel with breathtaking views. The Italian architect Lorenzo Berni restored the main house and nearby Villa Auziera. Berni, who teaches architectural restoration at Politecnico di Milano university, is also a devotee of the works of the founding father of modern architecture. His adoration of Le Corbusier may be topped only by Marcato’s. «Two times a week, I jog to the Roquebrune cemetery, and I like to stop by Le Corbusier’s tomb», she said, joking, sort of. It seems obvious who is this home’s guardian angel. Yet maybe not. Along the front steps in the garden, there are musical notes. «It’s the ‘Ballade De JohnnyJane’ by Serge Gainsbourg», explained Marcato. «My five-and-a-half-year-old daughter is called Jony Jane. This house is for her».

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hearth. Tasteful details which embody the owners’ personalities are everywhere, from the antique Berber carpet to a hand-embroidered pillow. Pierre and Roze don’t overthink the interior décor at Can Pep Juano: «We buy what we instinctively like, so a lot of vintage and pieces with stories of their own. We think that it should be the house to tell you what to do with it, not the other way around». The couple recently fulfilled a long-standing wish: this spring marks the opening of their boutique hotel, five minutes by car from the finca. Nine rooms overlooking the harbour of a small fishing village and excellent food. The name? Los Enamorados.

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MANRIQUE’S ISL AND Lunar scenery, cactus gardens, endless sweeps of lava. If Lanzarote is the most unspoiled of the Canaries, this is also thanks to an artist who loved it dearly. We went on a pilgrimage of the sites that tell his story, such as two museum-houses, and the spaceship-like restaurant that landed in the desert of 2001: A Space Odyssey «I think this was the first country in Europe to ban billboards. There are advertisements in newspapers and on radio and television. Do we also have to see ads when we’re trying to get away from it all in nature? It’s too much». The Spanish


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césar Manrique’s house on Lanzarote island is surrounded by volcanic rocks

has its own personality. The White Room with its huge, semicircular leather sofa looks like the set of a James Bond film, whereas the Red Room features Manrique’s life-sized wood sculpture, ‘Man and his Shadow’, and resembles a 1970s cocktail lounge. The artist’s home in Haría is not as well known and much more traditional. This is where Manrique spent the final years of his life. Nestled in a palm tree forest, the home has the feel of a typical island dwelling. Inside, it’s a treasure trove, filled with fascinating objects. The house remains exactly as it was on the day in which Manrique died in a car accident at 73. His shoes are on the floor, his diary opened to his last entry, his toothbrush ready for the next cleaning in the bathroom. Time also stands still in his studio: squeezed paint tubes, splatters, sketches, easels and uncompleted works. Another stop on the Manrique tour is the Jameos del Agua. A vast volcanic cave has been transformed into a cultural center with a botanical garden, underground lake, auditorium, pool, restaurant and night club with two dance floors, and a volcano museum. You feel as if you’ve stepped onto the set of Stanley Kubrick’s film ‘2001 Space Odyssey’. And, in essence, you have since the director shot the film’s opening scenes in Lanzarote’s lunar-like countryside. Namely, the Timanfaya National Park served as the film’s backdrop. It’s also the site of another renowned Manrique work, El Diablo restaurant. It looks as if a space ship has landed on the black volcanic soil. Appropriately, the restaurant’s dishes are prepared using volcanic heat. As nature and Manrique would expect.

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artist César Manrique was clear about what he wanted and didn’t, dedicating years of his life to Lanzarote, the easternmost of the Canary Islands. Madly in love with his birthplace, he did everything in his power to protect it not only from billboards but also illegal construction. When the first all-inclusive vacation packages started appearing in the 1970s, he pressured the authorities to invest in responsible tourism. He fought to conserve the landscape and to prevent additional high-rises from going up following the construction of the Arrecife Gran Hotel, a 12-storey tower along the shoreline. His successful campaign put on the books a regulation dictating that new construction could not exceed the height of a palm tree. The only exception is for bell towers. In 1978, in Berlin, he was awarded the equivalent of a Nobel prize in ecology. A few years later, indignant about the direction in which local planning was headed, he wrote his 1985 manifesto, ‘The Moment to Stop’. In the declaration, he wrote about Lanzarote as a utopia created through astute construction regulations and preservation of natural resources. He stressed once again the dangers posed by greedy, unscrupulous builders. His work played no small part in the conservation of natural wonders such as the Timanfaya National Park, an endless stretch of lava and volcanoes that helped Lanzarote earn the designation as a UNESCO Biosphere Reserve. Manrique - painter, sculptor, architect, landscape architect and urban planner - did much more than fight to protect his homeland. He made it more beautiful, transforming the island into an open-air museum. «Lanzarote is a work of art», he said. «I’ve framed and mounted it so that everyone can admire it». His gigantic mobiles, what he called ‘wind toys’, are situated in various spots on the island, an example of how he blended art and nature. The same magical mix is found in Mirador del Rio, a Manrique-designed viewpoint perched atop a cliff in the northern part of the island. In the late 19th century, it was a military outpost. Manrique incorporated and camouflaged the building into the surrounding volcanic rock, displaying once again his tremendous respect for the environment. One of Manrique’s most famous works as a landscape architect is the Jardin de Cactus, a cactus garden. The succulents are the stars decorating an amphitheatre sunken into an old quarry from which volcanic ash was once extracted. Containing 1,400 species of cacti spread over 5,000 square meters, the garden is presided over by a windmill where corn was once ground. Not far from here is the Cesar Manrique Foundation, an obligatory stop for fans of the artist. The foundation is located in the home where Manrique lived for many years before moving to Haría, a secluded island village. The architecture is creative, spectacular, and other worldly, incorporating an immense trail of lava that cooled into volcanic rock. He also transformed five natural volcanic bubbles into rooms and then built above stark-white rooms in the typical Lanzarote style. Manrique later converted his home into a foundation open to the public. The ground floor has exhibit spaces that display Manrique’s art as well as works by his contemporaries, including Tàpies, Millares and Picasso. A staircase made of basalt descends to the swimming pool from which you can enter the bubble rooms. Each

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wardrobes. opinions by vincent van dUysen and david MaLberti VINCENT VAN DUYSEN 1 ‒ Wardrobes are a classic architectural element. I use them a lot in my projects: even when made to blend in discreetly, they lend a decisive character to any ambience. I don’t believe trends have such an influence on lifestyles. For this reason, I conceive furniture and accessories from an architectural perspective, bearing in mind the overall spatial layout, rather than an ideal form. 2 ‒ Feeling protected in very important. The place we inhabit – particularly our bedroom – should make us feel safe, relaxed. There’s an emotive and sensory connection between people, spaces and the materials themselves: natural colours, and the texture of surfaces, transmit emotions. This is why I’ve adopted a sensorial minimalism, which contributes towards a “cocooning” effect – a recurring aspect in my approach to design. 3 ‒ In Molteni&C’s Gliss Master collection, tactile surfaces such as eco-leather, plus internal pull-out accessories and concealed anchoring mechanisms, combine to create a unique product embodying the most advanced technology and quality craftsmanship. Gliss Master Plaster doors are distinguished by a plaster-effect finish and by pewter profiles: a system at once rational/industrial and hand-made. 4 ‒ By definition, wardrobes have a linear design. Yet they can be embellished in many ways. Some examples? I’d say camouflage: storage units that blend in seamlessly, forming a continuum with the surrounding walls. Or, vice-versa, doors entirely covered in eco-leather, with aluminium frames forming geometrical patterns. Dispensing with decorative elements: finish is always what lends an ambience its character. DAVID MALBERTI 1 ‒ In Italy, walk-in wardrobes started to take hold in the ‘90s. That’s when lofts came in, along with a new approach to wardrobes, intended both in the sense of our clothes and in what we keep them in. In 1992, in the wake of this evolution in lifestyle, we introduced our first partition walls and our first model of walk-in. 2 ‒ Wardrobe units conceal their content: walkins exhibit them. A fundamental difference. For this kind of stage set, nothing surpasses luxury finishes such as leather, hide or exotic wood. The attention aroused by fashion accessories – I’m thinking of bags and shoes, but also watches – has prompted us to fit our wardrobes with a series of containers and shelves dedicated to such personal passions. 3 ‒ Under Giuseppe Bavuso, the Company’s second generation has adopted a technological approach in its production, based on the combination of aluminium and glass. There’s no such thing as “standard”. From Abacus to Zenith, all Rimadesio collections are conceived to be versatile: projects to be customised ad hoc – even over time – with accessories, endowments and measurements that change to suit our changing requirements. 4 ‒ My suggestion is to create a personal space. If not in our bedroom, maybe at the end of the corridor. With sliding doors – veritable partition walls – and modular internal accessories, we can create a spacious walk-in wardrobe; or a small room that can be made into an efficient and personalised ambience, where our collections can be tidily organised and beautifully displayed. Wardrobe included.


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