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Come tristemente noto le persone anziane hanno pagato un prezzo altissimo per la pandemia. Oltre ai rischi per la propria salute, molti anziani hanno dovuto affrontare situazioni di solitudine ed esclusione esacerbate dal Covid-19.

Come vi abbiamo raccontato nel corso degli ultimi due anni (ad esempio qui e qui), dal punto di vista sociale e socio-assistenziale molti dei servizi domiciliari e residenziali hanno richiesto una profonda rimodulazione. Questo in tanti casi ha comportato anche una forte limitazione delle visite da parte dei familiari. Il rischio di isolamento è divenuto per molti una difficile realtà da affrontare.

Proprio per questo a livello territoriale molte realtà del Terzo Settore si sono organizzate per cercare di trovare nuove soluzioni e dar vita a nuovi servizi. È questo il caso di Gioia+, un progetto nato in Toscana grazie a una vasta rete di associazioni e cooperative sociali e attraverso il sostegno del Bando Riesco della Fondazione Monte dei Paschi di Siena.

La digitalizzazione “gentile” di Gioia+

Come ci ha raccontato Andrea Dilillo, direttore del progetto, “grazie a Gioia+ molte persone fragili hanno potuto incontrarsi nonostante il distanziamento fisico. Questo è stato possibile innanzitutto grazie al coinvolgimento attivo delle associazioni che vivono il territorio, che hanno avuto un ruolo fondamentale nella raccolta e individuazione dei bisogni degli anziani e nello sviluppo delle azioni atte a raggiungere e soddisfare quelle esigenze”.

Grazie ad un accurato lavoro di analisi dei bisogni abbiamo dato vita ad un palinsesto di attività ospitate in stanze virtuali, ospitate su varie piattaforme di videochiamata, animate da volontari ed esperti. In molti casi le persone si sono ritrovate insieme per leggere un libro o raccontare la loro storia; in altri sono state organizzate delle attività on-line: ginnastica, visite virtuali ai musei, laboratori artistici”.

L’obiettivo è quindi duplice. Da un lato si è cercato di rispondere ai bisogni di socialità delle persone più fragili, mentre – dall’altro – si è scelto di sostenere queste persone nell’utilizzo delle tecnologie digitali. Questo ha richiesto un percorso di formazione sia per gli anziani sia per gli operatori sociali.

Attraverso attività̀ che coinvolgono la comunità̀ locale, stiamo cercando di stimolare l’interesse degli anziani facendoli sentire accolti. Per questo abbiamo avviato questo percorso di digitalizzazione ‘gentile’, cioè strutturato in modo tale da accompagnare l’anziano verso un mondo sconosciuto: quello digitale. Così”, ha concluso Dilillo, “speriamo anche di favorire il mantenimento dell’autonomia e dell’autosufficienza delle persone coinvolte”.

Inoltre, per raggiungere gli utenti fragili o soli il progetto ha sviluppato la app Gioia. Si tratta di un’applicazione che, grazie alla sua semplicità, consente alle persone anziane di poter fare videochiamate, anche con amici e partenti, e di accedere ad una serie di attività che si svolgono online. Si tratta quindi di uno strumento digitale “facilitato”, costruito proprio allo scopo di consentire agli anziani di sperimentare le innovazioni tecnologiche e gli effetti che queste possono avere.

Alcuni screenshot dell’app Gioia
Alcuni screenshot dell’app Gioia.

Le attività proposte dalla app Gioia

Con il progetto Gioia+ è possibile accedere a numerosi spazi virtuali con i quali gli anziani possono restare in contatto tra loro e con i loro cari e in cui possono essere seguite delle attività ideate da tutti i partner. Il progetto è infatti nato grazie a un partenariato molto ampio composto dalle cooperative sociali AranciaBlu e Coop21 e dalle associazioni Auser “Dirio Ciani” di Colle Val d’Elsa, La Lunga Gioventù, Straligut e Motus.

Queste realtà non si conoscevano prima di questo progetto”, spiega Carmen Sessa dell’associazione Straligut. “Siamo organizzazioni molto diverse e ci occupiamo anche di attività differenti. Auser è un’associazione di volontariato che si occupa di anziani. AranciaBlu e Coop21 sono due cooperative che realizzano servizi sociali di varia natura. La Lunga Gioventù è un centro socio-culturale per anziani. Mentre Straligut e Motus sono due associazioni culturali che fanno attività teatrale e danza”.

L’evento che ha permesso a queste organizzazioni di incontrarsi è stato il Bando Riesco promosso dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Come vi abbiamo raccontato qui, il bando è nato per sostenere le realtà del Terzo Settore e al tempo stesso promuovere un percorso di innovazione.

Nel caso di Gioa+ è stata proprio la Fondazione a indirizzare e a suggerire alle differenti organizzazioni di presentare una proposta comune. Come ci ha detto Micol Viti di Motus, “in principio avevamo fatto delle proposte separate. Grazie alla Fondazione MPS, che ha portato avanti un percorso di coprogettazione, siamo arrivati alla conclusione che era necessario unire le forze per raggiungere un obiettivo comune. Oggi siamo arrivati a sottoscrivere un protocollo d’intesa tra i sei partner del progetto e quindi a definizione di una governance interna chiara e condivisa”.

Questo ha permesso anche agli utenti di fruire di una serie di attività molto differenti tra loro. Gioia+ mette infatti a disposizione dei laboratori di cucina, corsi di ginnastica e yoga, laboratori teatrali e anche spettacoli a cui si può assistere e partecipare online, attraverso procedure semplificate. È un modo interessante per collegare tra loro gli interventi di welfare più tradizionali – come quelli riguardanti la cura – con servizi di welfare culturale.

 

 

Il ruolo del digitale per il sostegno agli anziani

Ovviamente tutte le attività sono fatte grazie alla presenza di un “facilitatore”. Si tratta di un operatore sociale o di un volontario al quale è stato richiesto di seguire un percorso formativo, necessario sia per capire le funzionalità dell’applicazione sia per avere le competenze per aiutare le persone anziane coinvolte.

Ad oggi Gioia+ è rivolta ad un totale di 2.000 soci delle associazioni partner e a oltre 300 utenti di RSA. Finora sono stati attivati 14 gruppi; inoltre curiamo ogni settimana i collegamenti con gli ospiti di 5 RSA, 3 centri anziani e 8 mini appartamenti. Si tratta ancora di un numero ancora limitato perché vogliamo che l’app sia utilizzata con il supporto di una figura preparata, che riesca a guidare le persone in mondo a loro praticamente sconosciuto”, ci dicono Valentino Receputi (Coop21) e Paolo Ciani (Auser di Colle Val d’Elsa). “Li abbiamo chiamati operatori socio-informatici perché hanno il compito di unire le formule di sostegno e di cura più classiche con azioni socializzanti mediate dallo strumento digitale”.

Uno dei momenti di formazione e di confronto con le persone anziane
Uno dei momenti di formazione e di confronto con le persone anziane.

Questa figura ha quindi un ruolo chiave. Non solo si occupa di gestire l’interfaccia dell’applicazione per consentire a tutti di seguire attività e laboratori, ma ha anche il compito di aiutare le persone anziane nell’utilizzo di questo strumento. Così permette anche ai soggetti più fragili e vulnerabili di accedere a Gioia+ per socializzare e, più semplicemente, per poter parlare con i propri figli, nipoti e amici.

La sfida che ora attende i partner del progetto è ora quella di uscire dalla fase di sperimentazione e tentare di ampliare il bacino di utenza. Al momento le possibilità sembrano limitate, anche perché – almeno nei suoi primi utilizzi – l’app richiede la presenza degli operatori socio-informatici.

I margini di manovra sono però molti. La rete sta infatti iniziando un percorso per coinvolgere anche gli altri progetti legati al Bando Riesco della Fondazione MPS. Inoltre è iniziata una prima interlocuzione con le Società della Salute del territorio senese per avviare delle sperimentazioni con il sostegno dell’attore Pubblico. In questa direzione, Gioia+ potrebbe divenire un interessante alleato per i servizi socio-sanitari del territorio, offrendo nuove proposte di sostegno e cura per gli anziani.

 


Questo articolo è parte della serie #SienaInnovazione, con cui Secondo Welfare racconta il percorso di quattro progetti promossi attraverso il Bando Riesco: esempi di innovazione sociale nati nel Senese, utili per altri territori chiamati a innovare il proprio welfare locale. La serie è realizzata con il contributo della Fondazione MPS.