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La salute è una questione di genere: anche in questo ambito della vita esiste, infatti, una discriminazione. A dirlo è l’Organizzazione Mondiale della Sanità secondo cui essere uomo o donna ha un impatto significativo sulla salute.

Due possono essere considerati i fattori principali alla base di questa differenza: da un lato l’aspetto socioculturale, che vede le discriminazioni di genere più o meno persistenti alla base delle società a livello globale; dall’altro l’aspetto biologico, per cui la ricerca medica è ancora insufficiente per garantire correttamente diagnosi e cure per le donne. Anche in Italia.

Per tale ragione è nato un progetto tra La Rinascente e la Fondazione Humanitas per la Ricerca che mira ad affrontare questo problema.

La salute delle donne

Per quanto riguarda la cornice socioculturale, come detto, in molti Paesi persistono forme di discriminazione che limitano l’accesso del genere femminile alle cure mediche. Ad esempio, viene impedito alle donne e alle ragazze di beneficiare di servizi sanitari di qualità e di raggiungere il miglior livello di salute possibile. Secondo l’OMS, a livello globale alcuni degli elementi che concorrono a questa situazione sono:

  • rapporti di potere ineguali tra uomini e donne;
  • norme sociali che riducono l’istruzione e le opportunità di lavoro retribuito;
  • un focus esclusivo sui ruoli riproduttivi delle donne;
  • l’esperienza potenziale o effettiva di violenza fisica, sessuale ed emotiva.

Inoltre, sebbene la povertà costituisca un ostacolo al raggiungimento di un buono stato di salute sia per gli uomini che per le donne, i dati dicono che essa tende a gravare maggiormente sulle donne e sulle ragazze.

La salute delle donne e delle ragazze è preoccupante anche a livello biologico. Come sottolineano la ricerca e la medicina di genere-specifica, talvolta l’insorgenza e l’evoluzione delle malattie può mostrare sintomi differenti in base al genere e necessita di trattamenti specifici. La medicina ha avuto un’impostazione scientifica androcentrica, considerando la salute femminile solo per il tema specifico della riproduzione. L’approccio tradizionale si è evoluto solo dagli anni Novanta, iniziando a studiare l’impatto del genere in tutte le variabili che lo coinvolgono: biologiche, ambientali, oltre che culturali e socioeconomiche. Si tratta, dunque, di un passaggio molto recente.

Un progetto a sostegno della salute femminile

All’interno di questo bisogno, si inserisce una vera e propria azione di secondo welfare. La Rinascente, catena di grandi magazzini con sede a Milano, ha creato un programma itinerante – passato da Torino e Firenze, ora attivo a Monza e Milano – che mira a finanziare la ricerca a favore della salute femminile.

Dal 1° al 31 maggio 2022, il 5% del ricavato dagli acquisti effettuati negli spazi dei Beauty Bar di Rinascente verrà donato a Fondazione Humanitas per la Ricerca, ente non-profit impegnato nello studio e nella cura di malattie come tumori, infarto, ictus, patologie autoimmuni, neurologiche e osteoarticolari.

Nello specifico, i proventi verranno destinati a Pink Union, un progetto della Fondazione a sostegno della ricerca per le patologie femminili più comuni. Le ricerche sono sviluppate e coordinate dalla Prof.ssa Maria Rescigno, consigliera di Fondazione Humanitas per la Ricerca a capo del laboratorio di Immunologia delle mucose e microbiota di Humanitas, che insieme al suo team ha recentemente pubblicato i risultati di uno studio che apre nuovi scenari nella conoscenza del funzionamento di una delle barriere (o interfacce) fra circolo sanguigno e cervello, il plesso coroideo.

 

Foto di copertina: Pierluigi Cocchini, CEO Rinascente, e Maria Rescigno, consigliera Fondazione Humanitas per la Ricerca