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Nelle fasi più acute della pandemia, la necessità di trovare modalità per lavorare e studiare da remoto ha reso evidenti due grandi temi. Il primo è che le competenze digitali di base sono imprescindibili non solo per poter accedere al mondo del lavoro, ma anche per godere del diritto allo studio e, più in generale, dei principali diritti legati alla cittadinanza. Il secondo è che la pandemia ha fatto emergere ancora più chiaramente il divario digitale (o digital divide) a cui è sottoposta una parte non irrilevante della popolazione italiana. Per queste ragioni l’Ufficio Pio, ente strumentale di Fondazione Compagnia di San Paolo, ha lanciato un progetto che mira a favorire l’accesso alla rete e l’alfabetizzazione digitale delle componenti più escluse della popolazione di Torino. L’iniziativa si chiama DigitALL e ve la raccontiamo in questo articolo.

Digital divide: la situazione italiana

Il digital divide è il divario che c’è tra chi ha un accesso adeguato a internet e chi non ce l’ha (per scelta o no). Le ragioni di questo fenomeno sono diverse: ad esempio, un contesto geografico in cui non arriva la connessione, oppure difficoltà economiche, o ancora particolari condizioni sociali. Anche una non adeguata conoscenza degli strumenti che consentono l’accesso a internet, pur avendo la possibilità di disporre di una connessione, costituisce un elemento di divario, perché di fatto limita l’utilizzo della rete. Su questo fronte le cose non vanno molto bene in Italia: l’indice DESI 20211 posiziona infatti il nostro Paese al 20° posto fra i 27 Stati membri dell’UE. In particolare, nonostante i progressi compiuti sia in termini di copertura che di diffusione delle reti di connettività, rispetto alla media europea del 92%, nel 2021 soltanto il 90% delle famiglie italiane ha accesso a internet (Eurostat 2021).

Inoltre, il nostro Paese è parecchio in ritardo in termini di capitale umano per quanto riguarda il digitale: secondo il DESI, nel 2021 solo il 42% delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni possiede perlomeno competenze digitali di base (56% nell’UE) e solo il 2% dispone di competenze digitali superiori a quelle di base (31% nell’UE).

Le politiche di contrasto

I dati, insomma, non sono particolarmente incoraggianti. Proprio per questa ragione il governo italiano si è impegnato a implementare tutta una serie di politiche con l’intento di ridurre il digital divide.

La cornice di riferimento attuale per la transizione digitale è fornita dal PNRR, il quale ha un’intera sezione (la Missione 1) dedicata alla digitalizzazione, prevedendo – tra i numerosi interventi2 – l’investimento 3 M1C2, di 6,71 miliardi, dedicato alle reti ultraveloci, che mette a sistema le misure nuove e quelle già adottate o precedenti.

Fra queste, il Piano Nazionale Banda Ultralarga è quella più sostanziosa. Approvato nella sua nuova versione il 25 maggio 2021, definisce le azioni necessarie al raggiungimento degli obiettivi di trasformazione digitale indicati dalla Commissione europea, con l’obiettivo di portare la connettività a 1 Gbps su tutto il territorio nazionale entro il 2026. Il Piano si compone di 7 interventi, tra cui la prosecuzione del Piano Voucher. Questo intervento consisteva, nella sua prima fase avviata nel 2020, in un bonus di 500 euro destinato alle famiglie con ISEE inferiore ai 20.000 euro, da utilizzare per attivare l’accesso alla banda larga e acquistare un device (PC, tablet o altro dispositivo). Nella sua seconda fase, invece, prevede l’erogazione di un contributo per la connettività per abbonamenti ad internet ultraveloce ed è rivolta alle micro, piccole e medie imprese.

Proprio per garantire una maggiore efficacia della prima edizione del Piano Voucher per le famiglie più escluse del territorio torinese, l’Ufficio Pio di Compagnia di San Paolo ha realizzato il progetto DigitALL.

Che cos’è DigitALL?

Lo scopo generale di DigitALL è quello di consentire alle famiglie di utilizzare la tecnologia in modo consapevole per realizzare alcuni obiettivi di vita, superando il digital divide. Come spiega Silvia Cordero, Direttrice dell’Ufficio Pio, le misure statali che si propongono di raggiungere persone a basso reddito spesso sottovalutano le difficoltà di accesso di chi è più svantaggiato: “la scommessa è stata quella di aggiungere a una misura nazionale una mediazione locale. L’assenza di mediazione rende infatti molto difficile l’accesso a misure di livello nazionale dedicate alle persone più povere, che spesso non riescono a usufruirne”.

Le cause di questo problema sono molteplici, ma di fatto la difficoltà principale deriva da procedure burocratiche troppo complesse. Nella sua prima edizione, avviata ad ottobre 2020, il progetto DigitALL ha avuto come intento quello di sostenere le famiglie con figli in età scolare nell’acquisizione del bonus PC e connettività del Piano Voucher durante il periodo della DAD, integrandolo per gli eventuali costi residui e supportando i beneficiari anche con una formazione sugli strumenti digitali di base.

Il target del progetto erano famiglie con figli tra i 6 e i 18 anni residenti in case di edilizia popolare, con un ISEE massimo di 15.000 euro e senza connessione in fibra ultraveloce presso la propria abitazione.

Un lavoro di squadra: la partnership di DigitALL

I partner della prima edizione di DigitALL sono stati TIM, l’Agenzia Territoriale per la Casa (ATC) e il raggruppamento di associazioni Tutti Connessi (Associazioni Syx e Tekhné, il Museo Piemontese dell’Informatica MuPin e Informatici Senza Frontiere). La partnership ha costituito un punto di forza del progetto, perché composta da soggetti competenti e motivati, capaci di cooperare in modo sinergico per fronteggiare le diverse esigenze che sono emerse in itinere.

Con ATC abbiamo stipulato una Convenzione. Abbiamo interagito molto nella fase iniziale di definizione del progetto, poi l’Agenzia si è occupata di agganciare e intercettare i beneficiari” ci racconta William Revello, responsabile del progetto. I beneficiari sono stati intercettati in diversi modi: spedendo lettere e newsletter a tutte le famiglie residenti nelle case di edilizia popolare nella fascia di interesse, affiggendo manifesti nell’androne delle case, pubblicizzando l’iniziativa con volantini per chi si recava negli uffici di ATC.

TIM ha avuto il ruolo di erogatore sia della connessione che dei PC forniti dal bonus. L’Ufficio Pio aveva un riferimento diretto all’interno dell’azienda, fondamentale per la facilitazione durante la fase di attivazione della rete e nella consegna dei device.

Infine, il raggruppamento Tutti Connessi ha collaborato nella fase di progettazione e si è occupato del percorso di formazione.

L’alfabetizzazione digitale come processo di empowerment

Accanto al sostegno per l’ottenimento del bonus internet e PC DigitALL ha previsto per le famiglie anche un corso di alfabetizzazione digitale. L’idea di affiancare un corso di formazione a un supporto tecnico è derivata dalla necessità di non disgiungere il bisogno materiale da quello immateriale.È l’esempio della bicicletta di Amartya Sen, secondo il quale per realizzare l’obiettivo di muoversi più agevolmente per raggiungere ad esempio un luogo di lavoro, occorrono le strade (le infrastrutture), il possesso del mezzo, le competenze per usarlo. Se il territorio dove risiedo non è collegato, oppure se non ho i dispositivi e l’accesso alla rete, non posso imparare a usarli; allo stesso tempo, se li ho, ma sono privo delle competenze, non posso fare ciò che la tecnologia mi consentirebbe” spiega Cordero.

Il corso è stato strutturato in 8 lezioni per un totale di 16 ore, più un ultimo momento per valutare la formazione ricevuta e ricevere l’attestato di partecipazione. Le lezioni hanno affrontato due argomenti principali: da una parte la comprensione del funzionamento del computer, la gestione di file e allegati e l’utilizzo dei programmi di videoscrittura (ad esempio per realizzare il proprio CV); dall’altra l’utilizzo del web (come collegarsi a un webinar, navigare con un browser, utilizzare l’e-mail, ottenere lo SPID, ecc.). “Abbiamo lavorato sulla consapevolezza nell’utilizzo dello strumento digitale, ad esempio aiutando a distinguere le fonti affidabili dalle fake news” racconta Revello.

Le lezioni, svolte a distanza a causa delle misure di contenimento della pandemia di Covid-19, sono state tenute da dei coach tecnici, responsabili dei contenuti formativi, con il supporto di alcuni educatori che hanno rappresentato il punto di riferimento per le famiglie. Entrambe le figure arrivavano dalle associazioni di Tutti Connessi. Come spiega Revello, “per fare in modo che tutti gli studenti accedessero alle lezioni online, gli educatori hanno creato gruppi WhatsApp, dove svolgevano il ruolo di animatori e moderatori, utili anche per condividere informazioni, rispondere a dubbi o risolvere problemi”.

Prima dell’inizio del percorso, attraverso il gruppo veniva inviato ai corsisti un video tutorial che illustrava passo a passo tutte le procedure base per accendere il PC, attivare la connessione e partecipare alla prima lezione online. Al termine di ogni lezione gli educatori distribuivano video pillole, per rivedere i contenuti sintetizzati e memorizzare i contenuti. In più, era anche previsto un servizio di Help Desk, in prima istanza fornito dagli stessi educatori. Non solo: durante le lezioni l’educatore garantiva che tutti si sentissero accolti, stava attento a chi si distraeva e a chi mancava.

Non tutti i beneficiari hanno usufruito della formazione, ma l’alto tasso di frequenza (pari all’86%), la partecipazione attiva e il clima di fiducia e collaborazione fanno capire che il corso è stato valutato positivamente dai partecipanti. Inoltre, l’attestato di frequenza è stato un elemento apprezzato come attestazione formale di competenze di base non altrimenti dimostrabili.

Le prospettive per il futuro e DigitALL 2

La prima edizione di DigitALL si è conclusa nel maggio 2021 (e infatti il progetto è stato inserito nel Bilancio Sociale 2021 della Fondazione, presentato questo 30 giugno), ma l’Ufficio Pio ha continuato il suo impegno verso i beneficiari attraverso l’attivazione di due percorsi trasversali di approfondimento e l’invio di una newsletter periodica, che segnala diverse opportunità accessibili attraverso la rete (ad esempio bonus statali, opportunità culturali gratuite, ecc.). “Una formazione di 16 ore è veramente di base, non ci illudiamo che possa bastare. La scommessa è quella di riuscire a fare in modo che le persone vogliano continuare ad approfondire e andare oltre” spiega Cordero.

A fronte dell’esperienza positiva derivata dalla prima edizione del progetto, l’Ufficio Pio ha finanziato una seconda edizione di DigitALL, che mantiene gli stessi scopi, ma con alcune differenze.

Innanzitutto la platea di potenziali beneficiari viene estesa a tutte le famiglie di Torino, non più soltanto gli abitanti delle case di ATC. “Per intercettare le persone da coinvolgere l’Ufficio Pio sta collaborando con la rete Torino Solidale” racconta Antonio Maspoli, responsabile della seconda edizione del progetto. Allo stesso tempo, il bando intende rivolgersi a famiglie con un ISEE inferiore a 8.400 euro, dato che nell’edizione precedente meno del 5% delle domande superava quella soglia.

Le ore di lezione saranno sempre 16 e sempre con Tutti Connessi come partner, ma metà della formazione sarà erogata in presenza: sarà la rete Torino Solidale a fornire 17 spazi dedicati sul territorio torinese. “Vorremmo promuovere degli hub che anche dopo la fine del progetto siano equipaggiati per fare alfabetizzazione digitale” spiega Maspoli.

Infine, se il primo DigitALL si appoggiava al Piano Voucher, adesso è l’Ufficio Pio a impegnarsi per garantire la connettività, che avrà come fornitore Vodafone. Il device adottato per la formazione sarà, invece di un computer, un tablet con sistema Android. Come raccontato da Revello, “il passaggio da PC a tablet è un apprendimento rispetto a DigitALL 1. Nella prima edizione, la didattica a distanza richiedeva la disponibilità di un PC, più adeguato per i ragazzi nei compiti scolastici (abbiamo parlato delle conseguenze della DAD sulla digitalizzazione della scuola nella nostra serie #OltrelaDAD, ndr). Alcuni genitori, tuttavia, non hanno dimestichezza con i computer, mentre il sistema Android dei tablet è lo stesso dei loro smartphone, perciò è più intuitivo e consente di imparare l’uso della rete con più facilità. Il passaggio al PC potrà avvenire successivamente, con una formazione di secondo livello, per chi è intenzionato a proseguire nel percorso di apprendimento”.

Il progetto DigitALL sembra, insomma, aver avuto diverse ricadute positive dirette sui beneficiari e indirette sugli apprendimenti della partnership. Proprio per questo, l’Ufficio Pio ha avviato un percorso di valutazione scientifica di impatto con i professori Barone e Loviglio dell’Università di Bologna.

Note

  1. Il DESI è l’indice di digitalizzazione dell’economia e della società, una relazione annuale della Commissione europea che monitora i progressi compiuti nel settore digitale dagli Stati membri
  2. Altri importanti interventi in questo senso sono l’investimento 1.7 M1C1 dedicato alle competenze digitali di base dei cittadini, pari a 200 milioni, e l’investimento 1 M1C2 “Transizione 4.0”, che ha tra i suoi obiettivi il riconoscimento di crediti di imposta per le imprese che investono in attività di formazione riguardanti la digitalizzazione, pari a 1,38 miliardi.