Milano – Oltre 140 professori universitari, urbanisti, costituzionalisti, giuristi ed esperti di varie discipline hanno lanciato un forte appello ai Senatori della Repubblica per chiedere di non approvare la proposta di legge numero 1309, conosciuta come “Salva Milano”. Il provvedimento, già approvato alla Camera, solleva preoccupazioni per il futuro delle città italiane e per le modalità con cui influirebbe sulla pianificazione urbanistica.
Contenuti e critiche alla Legge “Salva Milano”
La lettera definisce il provvedimento come una risposta politica alle indagini giudiziarie sull’urbanistica milanese, accusandolo di rappresentare un’“intromissione politica nella sfera della giustizia” con l’obiettivo di bloccare indagini in corso. Inoltre, i firmatari sottolineano che questa legge rischia di avere conseguenze negative per tutte le città italiane, introducendo dinamiche di urbanizzazione che potrebbero trasformare gli spazi urbani in aree congestionate ed elitarie.
Una Legge senza visione urbana
Secondo l’appello, la legge “Salva Milano”, nata inizialmente per affrontare irregolarità edilizie del passato, è diventata ora un provvedimento di “interpretazione autentica”. Se approvata definitivamente, imporrà pratiche urbanistiche già adottate a Milano su scala nazionale, eliminando la necessità di una pianificazione urbana orientata ai servizi per i cittadini, come edilizia sociale, spazi verdi, infrastrutture ciclabili e nuovi servizi urbani.
Effetti previsti sulla vita urbana e sociale
I firmatari avvertono che l’approvazione della legge consentirà un’espansione indiscriminata della ristrutturazione edilizia e porterà all’occupazione di spazi urbani senza una visione progettuale unitaria. Questo approccio, spiegano, limiterà la possibilità di promuovere vere politiche di rigenerazione urbana e riqualificazione delle periferie, aggravando le disuguaglianze sociali e finanziarie.
Questioni di incostituzionalità
La lettera sottolinea anche la presenza di elementi di forte incostituzionalità nel provvedimento, ipotizzando che possano essere impugnati davanti alla Corte Costituzionale. Tra i firmatari spiccano nomi di grande rilievo accademico e istituzionale, come Paolo Maddalena, vicepresidente emerito della Consulta, Salvatore Settis, Accademico dei Lincei, Angela Barbanente, presidente della Società Italiana Urbanisti e Tomaso Montanari, rettore dell’Università per Stranieri di Siena.